Il segreto della fioritura svelato dall’Università di Torino, sta negli strigolattoni

Un nuovo studio condotto sulla pianta di pomodoro ha permesso di individuare il ruolo di questi ormoni nello sviluppo dei fiori

[2 Maggio 2024]

I ricercatori e ricercatrici coordinati da Francesca Cardinale (Università di Torino) hanno condotto un nuovo studio, recentemente pubblicato su Pnas, in grado di far luce sui misteri della fioritura.

A partire dalle piante di pomodoro, i ricercatori hanno indagato l’effetto che gli strigolattoni – l’ultima classe di ormoni vegetali in ordine di scoperta – hanno sulla fioritura, promuovendo la transizione della pianta dallo stadio giovanile a quello adulto, e dunque lo sviluppo dei fiori.

«Ci occupiamo di queste molecole da diversi anni, da prima ancora che fossero identificate come ormoni – spiega Cardinale – Ci siamo accorti che piante di pomodoro geneticamente compromesse nella produzione di strigolattoni fiorivano poco e tardi, soprattutto in caso di stress. Abbiamo anche notato che il trattamento con strigolattoni di sintesi, o una iperattivazione della loro via biosintetica nelle foglie e fusto, portava a una fioritura precoce e più abbondante».

La fioritura è una tappa fondamentale nello sviluppo della pianta, ed è un fattore cruciale sia negli ambienti naturali che nell’agricoltura. Per questi motivi è da sempre oggetto di studio, e c’è moltissimo interesse sui fattori interni alla pianta che le permettono di passare dallo stadio giovanile a quello adulto (una sorta di “pubertà”) aprendo la strada alla formazione dei fiori veri. Molti di tali fattori sono ormoni, piccole molecole mobili che influenzano l’attività di cellule e tessuti anche a distanza dal punto di produzione.

Partendo da queste osservazioni i ricercatori hanno cercato di capire più precisamente su quali tappe dello sviluppo riproduttivo si esercitasse l’azione degli strigolattoni, e dove si posizionassero nella rete molecolare di modulatori della fioritura: «Siamo riusciti a gettare luce sulle principali connessioni tra questi ormoni e la rete di modulatori della fioritura noti, ormonali e non», conferma Cardinale.

La ricerca descrive un importante tassello nel controllo della fioritura in una pianta di interesse agronomico, e apre a sviluppi applicativi: ad esempio con pratiche di trattamento con strigolattoni contenuti in biostimolanti, o con l’adozione di specifiche combinazioni di innesto. Dato che gli strigolattoni sono anche importanti attori del processo di acclimatazione allo stress, sarà interessante valutare come questi tre fattori (stress, strigolattoni e fioritura) interagendo tra loro modellano la plasticità della pianta.

In ultima analisi, infatti, è importante capire come le piante gestiscono il loro ciclo vitale sotto stress e come possiamo indirizzarne i processi, se vogliamo che continuino a fiorire e produrre per noi e l’ambiente pur confrontandosi con le temperature crescenti e l’incostante disponibilità di acqua a cui le stiamo obbligando, a causa della crisi climatica in corso indotta dal consumo umano dei combustibili fossili.