L’appello di 200 riviste medico-scientifiche all’Organizzazione mondiale della sanità
La crisi climatica e della natura come il Covid: un’unica emergenza sanitaria globale
«Ecosistemi sempre più sull'orlo del baratro, dobbiamo riconoscere questa crisi per quello che è»
[26 Ottobre 2023]
Su oltre 200 delle riviste medico-scientifiche più importanti al mondo – come Bmj, Lancet e Jama – è stato pubblicato congiuntamente un editoriale per sollecitare con una petizione l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a dichiarare l’emergenza sanitaria globale per la crisi climatica e ambientale in corso.
Gli scienziati invitano infatti i leader di tutto il mondo a riconoscere che il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità fanno parte di un’unica crisi indivisibile, e che devono essere affrontati insieme per preservare la salute ed evitare una catastrofe sanitaria.
Come successo durante la pandemia Covid-19, si tratta dunque di unire le forze a livello internazionale per mettere in campo una risposta tanto urgente quanto massiccia, in modo da non ritardare più le necessarie azioni a difendere la salute del pianeta – e dunque in definitiva la nostra.
Gli autori affermano che è un «pericoloso errore» rispondere alla crisi climatica e alla crisi della natura come se fossero sfide separate.
La salute umana è infatti danneggiata direttamente sia dalla crisi climatica che da quella della natura, e sono le comunità più povere e vulnerabili che spesso ne pagano il prezzo maggiore, ad esempio in termini di eventi meteorologici estremi, inquinamento e accesso all’acqua potabile.
La perdita di biodiversità compromette anche una buona alimentazione e limita la scoperta di nuovi farmaci derivati dalla natura, mentre i cambiamenti nello sfruttamento del suolo hanno costretto decine di migliaia di specie a entrare in contatto più stretto, aumentando lo scambio di agenti patogeni e la comparsa di nuove malattie e pandemie, proprio come successo durante il Covid.
Nel dicembre 2022 la Conferenza sulla biodiversità (Cop15) ha raggiunto un accordo per la conservazione e la gestione efficace di almeno il 30% della terra, delle aree costiere e degli oceani del mondo entro il 2030. Tuttavia, gli autori notano che gli scienziati del clima e della natura che forniscono le prove per le Cop continuano a lavorare troppo separatamente e molti impegni non sono stati rispettati.
«Tutto ciò ha permesso di spingere gli ecosistemi sempre più sull’orlo del baratro, aumentando notevolmente il rischio di rotture nel funzionamento della natura – avvertono i ricercatori – Anche se riuscissimo a mantenere il riscaldamento globale al di sotto di un aumento di 1,5◦C rispetto ai livelli preindustriali, potremmo comunque causare danni catastrofici alla salute distruggendo la natura».
Questo rischio, unito ai gravi impatti sulla salute che si stanno già verificando, significa che l’Oms dovrebbe dichiarare la crisi indivisibile del clima e della natura come un’emergenza sanitaria globale, prima o durante l’Assemblea mondiale della sanità del maggio 2024.
Per affrontare questa emergenza è necessario allineare i processi delle Cop (quella sul clima e quella sulla biodiversità): come primo passo, le rispettive convenzioni devono spingere per una migliore integrazione dei piani nazionali sul clima con gli equivalenti sulla biodiversità.
Gli esperti in materia di salute devono essere forti sostenitori del ripristino della biodiversità e della lotta al cambiamento climatico per il bene della nostra salute, mentre i leader politici devono riconoscere sia le gravi minacce per la salute derivanti dalla crisi planetaria sia i benefici che possono derivare dall’affrontare la crisi.
«Ma prima – concludono i ricercatori – dobbiamo riconoscere questa crisi per quello che è: un’emergenza sanitaria globale».