Oggi il Parlamento ha approvato il decreto legge sulla prevenzione vaccinale
La verità sui vaccini spiegata dalla più antica Accademia scientifica al mondo
Nonostante «le infuocate reazioni alla vaccinazione che dal 1700 a oggi serpeggiano nella popolazione», le vite salvate sono 5 al minuto
[28 Luglio 2017]
«Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) i vaccini salvano 5 vite nel mondo ogni minuto, 7.200 ogni giorno. E consentiranno, entro il 2020, di aver evitato oltre 25 milioni di morti nel decennio che stiamo vivendo». Sono queste le osservazioni con le quali l’Accademia dei Lincei apre il suo rapporto I vaccini, con la quale la più antica accademia scientifica al mondo (è stata fondata nel 1603, tra i suoi illustri affiliati figura Galileo) prova a riportare coi piedi per terra la battaglia comunicativa tra scienza e no-vax. Uno strumento assai utile soprattutto oggi, con la Camera che ha dato il definitivo via libera – 296 i voti a favore, 92 i contrari e 15 gli astenuti – al decreto legge sulla prevenzione vaccinale, dopo il via libera già garantito dal Senato.
I vaccini forniscono una preziosa forma di protezione, sebbene il loro raggio d’azione sia ancora ridotto a combattere una ristretta cerchia di microbi (ad oggi esistono vaccini solo contro 25 specie di microbi che causano malattia negli esseri umani, ricordano dall’Accademia dei Lincei), una protezione che – per esprimere tutto il suo potenziale – non può limitarsi ad agire su poche persone: «Un concetto chiave legato ai vaccini è la condivisione: perché la protezione sia efficace la maggior parte della popolazione deve essere vaccinata».
Perché dunque si avverte nella società tutta questa diffidenza nei confronti dei vaccini? Al netto delle nuove possibilità di propagazione delle fake news arrivate nell’era dei social network, il fenomeno non è affatto nuovo. «Gli sforzi per rendere i vaccini più efficaci e più universalmente disponibili si scontrano con le infuocate reazioni alla vaccinazione che dal 1700 a oggi serpeggiano nella popolazione. Fino al secolo scorso – spiegano dall’Accademia dei Lincei – questi movimenti erano minoritari e la copertura vaccinale tendeva a crescere. Nel secolo attuale, i gruppi contrari alla vaccinazione hanno trovato con internet un modo efficace per diffondere le loro idee e stiamo assistendo a un calo della copertura vaccinale. L’opposizione ai vaccini è suscitata dalle caratteristiche intrinseche della vaccinazione, pratica somministrata a una persona che sta bene, per prevenire un ipotetico rischio di contagio. E’ un atto individuale che, però, acquisisce particolare valore protettivo quando una larga percentuale della comunità è vaccinata (immunità di comunità). Le leggi che obbligano o invitano a farsi vaccinare possono suscitare una reazione contro l’eccessiva intrusione del pubblico nella sfera privata. L’enfatizzazione da parte dei mass media di ipotetici effetti collaterali dei vaccini innesca ondate di paura collettiva che riguardano soprattutto l’accusa di causare l’autismo, la tossicità degli adiuvanti e dei conservanti e l’indebolimento del sistema immunitario provocato dai troppi vaccini. Mentre i movimenti contro i vaccini diffondono l’obiezione ai vaccini con un entusiasmo militante, le autorità sanitarie spesso non sembrano capaci di spiegare in modo convincente l’importanza che, anche oggi, hanno i vaccini nei Paesi più ricchi. Per quanto autorevoli siano le documentazioni prodotte, è pressoché impossibile rimuovere il sospetto che questi dati siano il frutto di manipolazioni interessate e di complotti globali».
Dunque, se da una parte l’opposizione ai vaccini «deve essere accettata come una realtà sociale diffusa, dall’altra parte i dati epidemiologici mettono in evidenza la scia di sofferenza, malattie e morti generata da queste contro-culture. Dove si verifica un abbassamento della copertura vaccinale, spesso malattie quasi dimenticate tornano a colpire, come per esempio il morbillo. E’ un errore gravissimo pensare che non ci sia motivo di vaccinarsi contro malattie prevenibili perché quasi debellate nel nostro Paese. Molti agenti infettivi restano in circolazione in alcune parti del mondo, e la globalizzazione – con i viaggi all’ordine del giorno, migrazioni e povertà – rende la vaccinazione uno strumento più che mai necessario. Le due parole chiave a proposito dei vaccini sono ricerca e condivisione. Bisogna capire meglio come funziona la memoria immunitaria per produrre vaccini sempre più efficaci. La sfida che, più di tutte, rimane attuale e pressante è quella della condivisione».
I risultati finora ottenuti mostrano che il gioco vale la candela: «Nel 1990 dodici milioni di bambini al di sotto dei 5 anni sono morti nel mondo. Vent’anni dopo il numero di bambini morti è sceso a 7 milioni e mezzo. In questa riduzione della mortalità infantile – osservano dall’Accademia dei Lincei – ha giocato un ruolo importante la diffusione delle vaccinazioni, in particolare della vaccinazione contro difterite, tetano, pertosse (il vaccino DTP) e di quella contro il morbillo». A fronte di quali rischi? Quello di encefalite a seguito dell’infezione da virus del morbillo è di circa 1 caso ogni mille persone ammalate, mentre quello a seguito della vaccinazione «è meno di 1 caso ogni milione di persone vaccinate».