L’European Law Institute affida all’Università di Ferrara il progetto sulla giustizia climatica

Il rischio che stiamo già sperimentando è che approcci metodologici diversi possano generare incertezza giuridica, a discapito delle legittime aspettative dei cittadini

[27 Luglio 2022]

È necessario e urgente agire più efficacemente con riguardo ai cambiamenti climatici. Sebbene esistano già regole specifiche, esse potrebbero non essere sufficienti; inoltre, la loro applicazione da parte delle magistrate e dei magistrati sembra spesso discutibile.

I problemi legati al cambiamento climatico sono di natura transfrontaliera e in tale contesto le magistrate e i magistrati devono spesso affrontare questioni extraterritoriali. Inoltre, i tribunali devono confrontarsi con un sistema di diritto multilivello, ossia il diritto nazionale, dell’Ue e internazionale; l’esigenza di un delicato coordinamento tra il diritto internazionale e dell’Ue sui cambiamenti climatici, il diritto pubblico, il diritto privato e il diritto penale pongono sfide metodologiche cruciali.

Il rischio che stiamo già sperimentando è che approcci metodologici diversi possano generare incertezza giuridica, a discapito delle legittime aspettative dei cittadini e delle cittadine. In proposito, l’obiettivo è individuare soluzioni condivise che consentano di migliorare la cooperazione giudiziaria nei loro approcci metodologici ai problemi del cambiamento climatico, che garantiscano una maggiore certezza del diritto a livello europeo e internazionale.

Nei giorni scorsi l’Università di Ferrara ha ospitato il primo convegno ed un drafting meeting sul tema “Climate Justice – New challenges for law and judges”, organizzato dai professori Alberto De Franceschi (Università di Ferrara), William Boyd (University of California, Los Angeles) e Henrik Andersen (Copenhagen Business School), con il patrocinio dello European Law Institute e della Commissione europea.

Tali eventi sono stati finanziati dallo European Law Institute, dall’Emmett Institute on climate change & the environment della University of California di Los Angeles, dall’Università di Ferrara e dalla Copenhagen Business School, con la partecipazione di autorevoli accademiche e accademici, magistrate e magistrati, avvocate e avvocati, membri di organizzazioni internazionali e non governative, che profondono il loro impegno nella lotta contro il cambiamento climatico*.

Si tratta dei primi incontri nel contesto del progetto dello European Law Institute sulla giustizia climatica, guidato dai professori De Franceschi e Andersen: un progetto che mira ad esplorare le nuove sfide in materia di giustizia climatica e a sviluppare principi sulle questioni più urgenti, tra cui l’accesso alla giustizia, la modulazione dei rimedi risarcitori e il bilanciamento degli interessi individuali.

I principi che verranno elaborati riguarderanno la responsabilità di Stati, persone fisiche e società e saranno d’ausilio a tribunali e legislatori: un faro nella tempesta dei cambiamenti climatici.

*si ricordano in particolare gli interventi di: Elly Schlein (vicepresidente della Regione Emilia-Romagna), Serena Forlati (Università di Ferrara), Massimiliano Mazzanti (Università di Ferrara), Aneta Wiewiórowska-Domagalska (Università di Osnabrück/Eli executive committee), Alberto De Franceschi (Università di Ferrara), Henrik Andersen (Copenhagen Business School), William Boyd (University of California, Los Angeles), Gerhard Wagner (Humboldt University, Berlin), Marc-Philippe Weller (Heidelberg University), Pasquale Pistone (Università di Salerno, WU Vienna, Ibfd), Eva-Maria Kieninger (Università diWürzburg), Tim Eicke (European court of human rights, Strasbourg), Larisa Alwin (Amsterdam Court of appeal), Stijn Franken (Nauta Dutilh law firm, Amsterdam), Filippo Fantozzi (Urgenda Foundation – Climate litigation network), Maria Rosaria Maugeri (Università di Catania/Scuola superior della magistratura), Pasquale Fimiani (avvocato generale presso la Corte suprema di cassazione), Matthias Keller (Aachen administrative court), Grzegorz Wąsiewski (Bsjp law firm, Warsaw/Kozminski University, Warsaw), Evelyne Terryn (Katholieke Universiteit Leuven), Rolf H. Weber (Università di Zurigo), Priscilla de Andrade (Unidroit) e Massimo Mattioli (Stack Emea, Italy).