Panacea: robot subacquei e operatori umani per la difesa del mare

Progetto di università di Pisa e Firenze per la messa a punto di un sistema di robot per il monitoraggio delle acque

[6 Maggio 2024]

Monitorare lo stato delle acque, dolci e salate, non è una cosa semplice, eppure una conoscenza scientifica profonda del “Pianeta Blu” è essenziale se vogliamo garantire la sostenibilità ambientale e tutelare le grandi risorse che il mondo sommerso.

il progetto PANACEA, gestito dalle Università di Pisa e Firenze e che ha ricevuto finanziamenti dal ministero dell’università e della rcerca nell’ambito del bando PRIN 2022 (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale), punta a incrementare l’utilizzo di robot autonomi sottomarini in ambienti sottomarini pericolosi e ostili, soprattutto per il monitoraggio di fenomeni legati alla salute delle acque e dei fondali.

Il coordinatore del progetto, Riccardo Costanzi, docente di robotica all’Università di Pisa, ricorda che «Nonostante in questi anni i robot sottomarini si siano dimostrati molto efficaci, siamo ancora lontani da farne uno standard per le attività di monitoraggio, affidate ancora a operatori umani, con tutti i rischi del caso. Nel progetto PANACEA proponiamo un caso emblematico, quello della Posidonia oceanica, considerata un habitat naturale chiave dall’Unione Europea e il cui monitoraggio è essenziale per conoscere lo stato di salute dei nostri mari e per preservarlo».

PANACEA vuole mettere a punto un sistema multi-robot, composto da un robot subacqueo e uno di superficie, in grado di interfacciarsi con gli operatori al sicuro a terra, che ricevono dati in tempo reale. Alessandro Ridolfi, docente di robotica all’università di Firenze, spiega che «Il monitoraggio dei fondali è eseguito con tecniche sia visive che acustiche e usiamo tecniche di Intelligenza Artificiale per estrarre dati sintetici da tutti quelli acquisiti. La capacità del robot di estrarre e trasmettere solo dati sintetici è fondamentale, visto che in acqua le possibilità di comunicazione sono ridotte».

Il progetto è stato presentato il 3 maggio a una platea di studiosi di ecologia e rappresentanti di Agenzie per l’Ambiente, che gli scienziati di Pisa e Firenze considerano gli utilizzatori finali del sistema che stanno mettendo a punto.

Elena Maggi, docente di ecologia all’università di Pisa, conclude: «In un’epoca in cui il monitoraggio ambientale è più cruciale che mai, il sistema proposto da PANACEA rappresenta un ulteriore passo avanti significativo nella conservazione della biodiversità marina Il monitoraggio delle praterie di Posidonia oceanica, fondamentali per la salute e protezione dei sistemi costieri mediterranei e al contempo estremamente delicate, rappresenta una sfida notevole. PANACEA mira a minimizzare i rischi e le limitazioni dei monitoraggi umani, incrementando la sicurezza e riducendo i tempi per la raccolta di dati su ampie scale spaziali, che possano essere integrati con quelli raccolti dagli operatori subacquei. Di fronte all’accelerazione degli effetti del cambiamento climatico e alla molteplicità dei disturbi causati dalle attività umane, è imperativo che le nostre azioni conservative siano altrettanto rapide ed efficaci per mitigare e contenere gli impatti».