Perché i mirtilli sono blu
Piccole strutture esterne nel rivestimento ceroso conferiscono loro il colore blu, come a molti frutti e alle bacche di ginepro
[8 Febbraio 2024]
Lo studio “Self-assembled, Disordered Structural Colour from Fruit Wax Bloom”, pubblicato su Science Advances da .Nello studio, pubblicato oggi su Science Advances da un team di ricercatori dell’università di Bristol, del James Hutton Institute e del Leibniz–Institut für Polymerforschung, rivela perché perché i mirtilli sono blu nonostante il colore rosso scuro dei pigmenti della buccia del frutto: «Il loro colore blu è invece fornito da uno strato di cera che circonda il frutto costituito da strutture in miniatura che diffondono la luce blu e UV. Questo conferisce ai mirtilli il loro aspetto blu per gli esseri umani e blu-UV per gli uccelli. La riflettanza cromatica blu-UV deriva dall’interazione con la luce delle strutture cristalline disposte in modo casuale della cera epicuticolare ».
L’autore principale dello studio, Rox Middleton, della School of Biological Sciences di Bristol e della Technische Universität Dresden, ha spiegato che «Il blu dei mirtilli non può essere “estratto” schiacciandolo, perché non si trova nel succo pigmentato che può essere spremuto dal frutto. Ecco perché sapevamo che doveva esserci qualcosa di strano nel colore. Così abbiamo rimosso la cera e l’abbiamo ricristallizzata sul cartoncino e così facendo siamo stati in grado di creare un nuovissimo rivestimento blu-UV. Il colorante ultrasottile ha uno spessore di circa due micron e, sebbene meno riflettente, è visibilmente blu e riflette bene i raggi UV, aprendo forse la strada a nuovi metodi di colorazione. Dimostra che la natura si è evoluta per utilizzare un trucco davvero accurato, uno strato ultrasottile per un colorante importantez.
La maggior parte delle piante sono rivestite da un sottile strato di cera che ha molteplici funzioni, molte delle quali non ancora comprese dagli scienziati che sanno però che può essere molto efficace come rivestimento idrofobo e autopulente. Ma finora i ricercatori non sapevano quanto fosse importante la struttura per la colorazione visibile.
Ora il team anglo-tedesco vuole studiare modi più semplici per ricreare il rivestimento e applicarlo e questo potrebbe portare a realizzare una vernice più sostenibile, biocompatibile e persino commestibile che riflette i raggi UV e il blu. Inoltre questi rivestimenti potrebbero avere le stesse molteplici funzioni di quelli biologici naturali che proteggono le piante.
Middleton conclude: «E’ stato davvero interessante scoprire che c’era un meccanismo di colorazione sconosciuto proprio sotto i nostri occhi, su frutti popolari che coltiviamo e mangiamo continuamente. E’ stato ancora più emozionante poter riprodurre quel colore raccogliendo la cera per creare un nuovo rivestimento blu che nessuno aveva mai visto prima. Il sogno è quello di ricostruire tutta la funzionalità di questa cera naturale in materiali ingegnerizzati artificialmente».