Risolto il mistero della formazione delle dune a stella. Sono più giovani di quanto si credesse

Calcolata per la prima volta l’età di una delle due di sabbia più grandi e complesse della Terra

[5 Marzo 2024]

Lo studio “Structure and chronology of a star dune at Erg Chebbi, Morocco, reveals why star dunes are rarely recognised in the rock record”, pubblicato su Scientific Reports da Charlie Bristow del Department of Earth Sciences dell’University College London e da Geoff Duller del Department of Geography and Earth Sciences dell’Aberystwyth University, ha risolto per la prima volta la misteriosa assenza di dune a forma di stella dalla storia geologica della Terra, prima di migliaia di anni fa.  Lo studio è infatti il primo a datare il tempo impiegato da una duna stellare per formarsi e a esaminare la sua struttura interna.

I ricercatori britannici ricordano che  «Le dune stellari sono enormi dune di sabbia che devono il loro nome ai bracci che si dipartono da un picco centrale. Queste piramidi di sabbia, che sembrano stelle se viste dall’alto, sono diffuse nei deserti moderni, compresi i mari di sabbia in Africa, Arabia, Cina e Nord America».

Le dune stellari, che si ritiene siano le dune più alte della Terra – una nel deserto di Badain Jaran in Cina raggiunge i 300 metri di altezza –si trovano anche su Marte e su Titano, UNA luna di Saturno. i ricercatori dicono che «Nonostante siano comuni oggi, le dune stellari non sono quasi mai state trovate nella documentazione geologica. La loro assenza ha sconcertato gli scienziati poiché i deserti del passato sono una parte comune della storia della Terra, preservati nelle rocce nelle profondità del sottosuolo».

La ricerca ha datato le fondamenta di una duna stellare nel sud-est del Marocco conosciuta come Lala Lallia, “punto sacro più alto” in berbero. La duna si trova nella zona dell’Erg Chebbi nel deserto del Sahara, vicino al confine con l’Algeria, un’area descritta in serie TV come SAS Rogue Heroes e film di successo come La Mummia e Sahara.

Lo studio rivela che «Le parti più antiche della base della duna marocchina risalgono a 13.000 anni fa». Ma dimostra anche che che la piramide di sabbia di Lala Lallia ha raggiunto l’attuale altezza di 100 metri e la larghezza di 700 metri grazie della rapida crescita negli ultimi mille anni mentre si spostava lentamente verso ovest. E gli scienziati sono rimasti sorpresi perché pensavano che le dune più grandi fossero molto più antiche.

Duller, ha sottolineato che «Questa ricerca riguarda in realtà il caso delle dune di sabbia mancanti: era un mistero il motivo per cui non potevamo vederle nella documentazione geologica. E’ solo grazie alle nuove tecnologie che ora possiamo iniziare a scoprire i loro segreti. Questi risultati probabilmente sorprenderanno molte persone perché possiamo vedere quanto velocemente si è formata questa enorme duna e che si sta spostandoattraverso il deserto a circa 50 cm all’anno. Queste fantastiche dune stellari sono una delle meraviglie naturali del mondoz.”

Bristow ha aggiunto:«L’uso del georadar per guardare all’interno di questa duna stellare ci ha permesso di mostrare come si formano queste immense dune e di sviluppare un nuovo modello in modo che i geologi sappiano meglio cosa cercare nella documentazione rocciosa per identificare queste incredibili caratteristiche del deserto».

La ricerca rivoluzionaria degli scienziati britannici suggerisce che «La duna stellare si è formata più o meno nello stesso periodo dell’evento Younger Dryas, un periodo di raffreddamento improvviso nella storia della Terra» e rivela anche che la duna ha smesso di crescere per un periodo di 8.000 anni.

I due riv cercatori fanno notare che «Le ceramiche trovate nel sito suggeriscono anche condizioni più umide, forse un monsone ampliato, che stabilizzarono la duna prima dell’inizio di una grande siccità».

Per scoprire l’ultima volta che i minerali nella sabbia sono stati esposti alla luce solare e per determinarne l’età, lo studio ha utilizzato tecniche di datazione con luminescenza sviluppate all’università di Aberystwyth e Duller conclude: «E’ un vero privilegio pensare che le tecniche di datazione con luminescenza sviluppate qui ad Aberystwyth stiano svelando alcuni dei segreti dei climi più difficili del mondo. Ci stanno fornendo una visione della geologia che potrebbe avere implicazioni più ampie, compresi i depositi geologici utilizzati per le risorse idriche e per lo stoccaggio del carbonio.

L’ultima scoperta del professor Duller, pubblicata su Nature nel 2023, ha utilizzato la stessa tecnica di datazione luminescente per scoprire la struttura in legno più antica del mondo.