Tutte le informazioni raccolte saranno condivise online su una piattaforma digitale aperta

Sushi Drop, dalla ricerca italo-croata un drone sottomarino per monitorare l’Adriatico

Uno strumento che permetterà di monitorare ecosistemi «di estremo interesse per la loro altissima biodiversità, tanto da poter essere considerati una vera e propria nursery per numerose specie»

[18 Marzo 2019]

Con alle spalle un finanziamento da 1,7 milioni di euro da parte della Commissione Ue (all’interno del programma 2014-2020 Interreg Cbc Italia-Croazia), è appena partito il progetto di ricerca italo-croato Sushi Drop, che porterà alla realizzazione di un drone sottomarino capace di immergersi ad oltre 200 metri di profondità, e raccogliere così informazioni utili per il monitoraggio della salute dei nostri mari.

Coordinato dall’Università di Bologna, il progetto coinvolge cinque partner italiani e croati tra enti di ricerca, amministrazioni regionali ed associazioni di produttori: l’Institute of Oceanography and Fisheries (Iof), l’Association For Nature, Environment And Sustainable Development (Sunce) e la Contea di Split e Dalmazia (Sdc), tutti con base a Spalato, in Croazia, mentre i ricercatori dell’Alma Mater faranno base a Fano, nel Laboratorio di Biologia Marina e Pesca del BiGea, che insiste su circa due chilometri quadrati di mare ed è dotato anche di una nave oceanografica.

«Questo strumento – spiega Luca De Marchi, ricercatore dell’Università di Bologna che coordina il progetto – permetterà di monitorare in particolare gli ecosistemi del Mar Adriatico Centro-Settentrionale, che sono di estremo interesse per la loro altissima biodiversità, tanto da poter essere considerati una vera e propria nursery per numerose specie».

Ma il nuovo drone sottomarino non sarà d’aiuto soltanto per i ricercatori. Tutte le informazioni che verranno raccolte tra i fondali dell’Adriatico saranno infatti condivise online su una piattaforma digitale aperta. «In questo modo – dice ancora De Marchi – associazioni ambientaliste, imprese del settore ittico e le comunità di tutti i territori interessati potranno utilizzare i dati raccolti per implementare nuove forme di protezione dei mari e ottimizzare le attività di pesca al fine di aumentarne la sostenibilità ambientale».