Appello contro il “Silenzio assenso” nel Ddl Madia: «Via libera a scempi ambientali»
[21 Aprile 2015]
L’art. 3 del DDL Madia sulla riorganizzazione delle Pubbliche Amministrazioni costituisce una minaccia per l’ambiente, il paesaggio, i beni culturali. Italia Nostra chiede al Senato di non approvare la norma che, sotto il titolo “Silenzio assenso tra amministrazioni”, in particolare con il comma 3, produce l’effetto di equiparare il silenzio dell’amministrazione preposta alla tutela del paesaggio, dei beni culturali e dell’ambiente a un atto di assenso. Il comma 3, infatti, detta la disciplina applicabile alle amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali e della salute dei cittadini, prevedendo termini più lunghi, ed estende il meccanismo del silenzio assenso anche a accordi per amministrazioni diverse da quelle statali.
Con questa norma l’Italia rischierebbe l’ennesima procedura di Infrazione – molto onerosa per le casse dello Stato – da parte della Commissione Europea che, sulla questione, ha già aperto un’inchiesta e sollecitato il Governo italiano a fornire informazioni supplementari sulle norme relative alle procedure di Valutazione di Incidenza Ambientale (Vinca). Lo scorso anno la Commissione Europea è intervenuta aprendo una procedura di pre-infrazione (EU-Pilot) dopo molteplici esposti riguardanti la procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale obbligatoria per piani e progetti che possono incidere sui siti Natura 2000 di Interesse Comunitari e sulle Zone di Protezione Speciale. La lettera di fine marzo 2015 evidenzia come la Commissione ritenga che in Italia «vi sia un problema di natura sistematica nell’applicazione delle disposizioni di cui all’Art.6 commi 2, 3 e 4 della Direttiva Habitat (quelli che impongono la Valutazione di Incidenza Ambientale) suggerendo di mettere in atto adeguati strumenti per rimediare a tali problematiche e alle cause allorigine delle stesse», pena l’avvio della procedura d’infrazione.
L’introduzione del silenzio assenso previsto dall’art.3 provocherebbe, al contrario, un grave indebolimento della tutela dell’ambiente, dei beni culturali e del paesaggio, diritto sancito dall’articolo 9 della Costituzione. Italia Nostra chiede che non venga approvato questo art. del DDL 1577 che ci riporta indietro di decenni lasciando le mani libere a quanti hanno solo a cuore l’aggressione all’ambiente e alle sue risorse. Eloquenti e allo stesso tempo allarmanti, in questo senso, sono le parole del senatore Pd Giorgio Pagliari: «Si intende favorire la predisposizione di una nuova disciplina delle attività che i soggetti privati possono iniziare immediatamente, senza la preventiva autorizzazione dei pubblici poteri. Del resto, è ormai principio acquisito che la Pubblica amministrazione non è più autoritativa, ma controlla ex post l’iniziativa una volta avviata». Dobbiamo pensare che anche questa legge risponda alle pressioni e alle richieste di quella piccola parte di cittadini insofferente a ogni sacrosanta regola di adeguato controllo per le attività costruttive?
di Italia Nostra