Cantiere Ischia 2030, le proposte di Legambiente per la ricostruzione dell’isola
Greenpeace e CNR: nel mare di Ischia straordinaria biodiversità ma anche forti impatti delle attività umane
[12 Luglio 2023]
Per Legambiente, «Sicurezza, innovazione e partecipazione sono i tre pilastri su cui si deve basare la ricostruzione territoriale, economica e sociale dell’isola di Ischia, ferita dall’alluvione del novembre 2022 e prima ancora dal sisma del 2017. Un’isola fragile aggravata in primis dall’alto valore del consumo di suolo pari ad un terzo della superfice isolana (32,9%), con punte del 47,6% a Lacco Ameno e del 45,4% a Ischia. E dove ben il 15,4% di consumo di suolo è avvenuto in aree a rischio idrogeologico1, con punte del 26,70% a Serrara Fontana e 24,56% a Barano. L’alto valore del consumo di suolo non fa che aumentare l’esposizione al rischio».
Un quadro più che preoccupante che fa dire al Cigno Verde che «Sono dieci le aree tematiche di intervento su cui devono poggiare questi tre pilastri e che, in sintesi, possono rappresentare i punti di un Manifesto nazionale per la ricostruzione di Ischia al 2030 e un modello virtuoso a cui guardare in futuro anche per altre aree del Paese: si va dal tema sicurezza territoriale in termini di prevenzione e adattamento allo stop al consumo di suolo e agli abusi edilizi, dalla legalità alla valorizzazione delle bellezze isolane dal turismo e l’agricoltura di qualità, alla rigenerazione energetica con lo sviluppo delle rinnovabili e delle comunità energetiche, poi inclusione e partecipazione».
Aree tematiche che si traducono in azioni ben precise: dalla delocalizzazione degli insediamenti residenziali e produttivi più vulnerabili agli strumenti per prevenire l’illegalità negli appalti e sul lavoro, dall’upgrading degli impianti di depurazione e della rete fognaria all’istituzione di un’area protetta per tutelare la natura del Monte Epomeo, dalla promozione delle Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali (CERS) all’istituzione di un Osservatorio del Mercato immobiliare locale, solo per citarne alcuni.
Proposte e temi che l’associazione ambientalista ha riassunto nel dossier “Cantiere Ischia 2030” presentato oggi a Casamicciola, alla presenza di Giovanni Legnini, vice commissario delegato per l’emergenza post frana 2022 Gianluca Loffredo, in occasione dell’arrivo di Goletta Verde a Ischia, in Campania, e della tappa campagna itinerante congressuale I cantieri della transizione ecologica.
Per l’associazione ambientalista. «Ischia rappresenta il cantiere dei cantieri per eccellenza, l’occasione per voltare pagina nel governo del territorio; ma per far ciò è fondamentale coinvolgere tutta l’isola e non solo i Comuni colpiti dagli ultimi tragici eventi perché, pur nel rispetto delle autonomie locali, l’intero territorio isolano va considerato nella sua totalità e ha bisogno di una governance unitaria. Un’occasione per garantire il massimo della sicurezza possibile, salvaguardare il suolo e il paesaggio, consumare meno energia e materia, offrire nuove e durature opportunità lavorative alla gioventù ischitana».
Per questo Legambiente ha scelto di raccontare Ischia come cantiere al centro della sua campagna e il presidente dell’associazione, Stefano Ciafani, ha ricordato che «Per vincere la sfida di ripensare e realizzare il futuro della splendida Isola di Ischia non ci si può affidare, per quanto efficace, solo ad una struttura commissariale. C’è bisogno del protagonismo delle forze locali a partire dalle istituzioni locali, dal mondo produttivo, dalla società civile tutta. Per questo vogliamo aprire un confronto con i protagonisti istituzionali, produttivi, sociali, e cittadini sulle nostre proposte per definirle e realizzarle in modo collettivo e partecipato. A livello nazionale, chiediamo che si approvi quanto prima una legge per dire stop al consumo di suolo e per velocizzare gli abbattimenti delle costruzioni abusive, ponendo fine alla logica dei condoni edilizi».
E i commissari Legnini e Loffredo hanno colto l’occasione per presentare il Piano degli interventi di messa in sicurezza del territorio e di mitigazione del rischio idrogeologico. Legnini ha detto che «Oggi ho provato molta emozione per l’ingresso di Goletta Verde nel Porto di Casamicciola, appena dragato e ripristinato dopo l’invasione di fango e detriti con la catastrofe del 26 novembre scorso. Ringrazio moltissimo Legambiente per aver previsto una tappa di Goletta Verde e un momento di comune riflessione sul futuro dell’Isola nel segno di proposte concrete e lungimirante racchiuse nel documento oggi presentato insieme ai Sindaci, alla Regione e ai cittadini. Il porto e le aree accessorie e di servizio investite dalla drammatica frana sono tornate ad essere belle e fruibili, con l’intervento di dragaggio e molti altri lavori che siamo riusciti a concludere in appena cinque mesi. Il fatto che Goletta Verde sia una delle prime imbarcazioni a entrare nel porto di Casamicciola è motivo di grande soddisfazione. Ischia è pronta ad accogliere i turisti che merita e a ripartire in sicurezza. Con l’impegno di tutti riusciremo a vincere le sfide enormi della ricostruzione post sisma e posta frana, che per gran parte devono trovare compimento nel segno della sicurezza, della sostenibilità e dell’ambiente».
Per Legambiente, «Il Piano di ricostruzione previsto a seguito del sisma del 2017 e dell’alluvione del 2022, che dovrà essere approvato dalla regione Campania, deve tenere conto sia di tutti gli elementi di rischio, di vulnerabilità, di pericolosità al fine di garantire il massimo della sicurezza possibile alla popolazione e alle attività produttive; sia dei risultati delle indagini scientifiche e delle migliori tecnologie costruttive disponibili; sia delle misure di adattamento ai cambiamenti climatici, prevedendo una maggiore frequenza degli eventi meteorologici estremi (alluvioni e ondate di calore)».
Per mettere fine alla piaga dell’abusivismo Legambiente ha avanzato 3 proposte. 1) è fondamentale accelerare l’esame di tutte le pratiche di condono che giacciono negli archivi dei sei Comuni. 2) Sorvegliare il territorio per bloccare l’abuso già alla posa in opera della prima pietra. 3) Procedere con le demolizioni di ciò che non è sanabile, per eliminare le situazioni di rischio. Le demolizioni costituiscono anche un deterrente».
Quanto alle demolizioni, secondo i dati raccolti da Legambiente nell’ambito della campagna “Abbatti l’abuso”, «Nel solo Comune di Ischia su 1.274 ordinanze di demolizione emesse dal 2004 al 2022 ne sono state eseguite appena 175, pari al 13,8%2. Insomma, quasi 8 volte su 10 chi ha costruito illegalmente nel Comune di Ischia ed è stato oggetto di un’ordinanza di demolizione l’ha fatta, finora, franca. A spese della sicurezza del territorio, dell’ambiente, di chi ha costruito nella legalità e persino di chi ha commesso un abuso edilizio ma può beneficiare di un condono».
Il Cigno Verde ha anche evidenziato i ritardi di Ischia sul fronte della sostenibilità. Dal Report Isole Sostenibili 2023 Legambiente e CNR-IIA, emerge che «La raccolta differenziata è molto indietro: ad Ischia con una produzione annua di 38.987 ton di rifiuti ci attestiamo ancora su una media del 45% di raccolta differenziata, con migliore performance del comune di Ischia che però e fermo al 50%, mentre il dato peggiore è di Serrara Fontana con il 21%. Si registra una produzione annua di 625 Kg/ab, ben superiore alla media nazionale che si attesta al di sotto dei 500 Kg/ab. Sul fronte delle rinnovabili, come in tutte le isole minori, anche Ischia registra uno sviluppo lento delle fonti rinnovabili. In termini assoluti l’installazione del fotovoltaico è di 3.960,40 kW, pari a 0,06 kW/ab, circa il 16% della media nazionale. Il solare termico a Ischia si attesta, dato del 2021, a 1.504,33 m2 installati. Quanto all’eolico siamo all’anno zero. La dispersione della rete idrica si attesta sul 26%, al di sotto della media nazionale del 43%. Il problema che ancora perdura nell’isola è quello della depurazione. Infine, sul fronte mobilità l’isola campana ha un parco auto di ben 39.249 veicoli su una popolazione di 62.374 abitanti, pari a 63,5 auto ogni 100 abitanti (compresi bambini e anziani). Inoltre, con riguardo all’inquinamento atmosferico il 63% delle vetture è inferiore o uguale a Euro 4 e solo il 37% è Euro 5 o più».
Di Ischia oggi si è occupata anche della spedizione di Greenpeace Italia e dell’Istituto per lo studio degli impatti Antropici e Sostenibilità in ambiente marino (CNR-IAS) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di CNR-IAS “C’è di mezzo il mare” che descrive lo spettacolo di fronte al qualle si sono trob vati i ricercatori: «Dense foreste di gorgonie e di corallo rosso, gamberi, pesci trombetta, castagnole rosse, coralli che vivono su fondali fangosi (le cosiddette “piume di mare”), stelle marine, crinoidei e briozoi». Ma i monitoraggi eseguiti nei giorni scorsi sui fondali di Ischia hanno anche rivelato i gravi impatti delle attività umane: «Dall’ingente numero di reti e attrezzi da pesca come lenze e nasse, alle tracce sui fondali lasciate dalla pesca a strascico, fino alla presenza, più o meno diffusa, di rifiuti plastici di vario tipo: dagli imballaggi monouso ai sacchi della spazzatura».
Martina Pierdomenico, ricercatrice del CNR-IAS, conferma: «I monitoraggi condotti in questi giorni ci hanno permesso di vedere degli ambienti mai esplorati finora, confermando come i nostri fondali, e in particolare i canyon sottomarini, rappresentino un vero e proprio hotspot di biodiversità ma, purtroppo, anche come siano estremamente vulnerabili agli impatti delle attività umane, sia legate alla pesca che alla dispersione dei rifiuti. E’ triste vedere che i segni del nostro impatto arrivino sui fondali marini profondi ancor prima che i nostri occhi abbiano la possibilità di esplorarli».
Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia. Aggiunge: «I nostri mari sono popolati da creature magnifiche e straordinarie: devono essere tutelati con una rete efficace di aree marine protette. Chiediamo al governo di ratificare al più presto il Trattato globale per proteggere gli oceani adottato nei giorni scorsi dall’Onu, per garantire una tutela efficace del 30% dei nostri mari entro il 2030»,.
Antonio Miccio, direttore dell’Area Marina Protetta del Regno di Nettuno, conclude: «Le indagini effettuate da Greenpeace e CNR confermano ancora una volta come, laddove esistono misure di protezione rigorose, il mare conserva straordinari tesori. Le aree marine protette sono uno strumento efficace per la tutela di questa straordinaria biodiversità».