Anche Cantone (Autorità anticorruzione) contro le concessioni autostradali del governo
Il presidente dell’Anac invia una lettera al ministero e alle Camere contro l’art. 5 dello Sblocca Italia
[29 Gennaio 2015]
Non finisce di far discutere il nodo delle concessioni autostradali che il governo Renzi vorrebbe aver sciolto con la possibilità di allungamenti senza gara: prima sono insorti gli ambientalisti, poi la vecchia Commissione europea (che in ottobre ha aperto in merito la fase preliminare della procedura d’infrazione), e ora anche da Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione: nel mirino c’è sempre lui, l’articolo 5 dello Sblocca Italia.
In una lettera inviata oggi al ministro Lupi e ai presidenti delle Camere, rendono noto Monica Frassoni, presidente dei Verdi Europei, e Anna Donati, della direzione di Green Italia, Cantone ha assunto un’importante presa di posizione che «rafforza il nostro impegno per dimostrare che tutti gli aiuti alle concessionarie autostradali sono in contrasto con le regole europee e favoriscono la corruzione creando un mercato opaco e senza concorrenza».
Le due rappresentanti ecologiste confidano che l’intervento del presidente Anac possa dimostrarsi in «estremamente importante in questa fase, nella quale la Ue sta esaminando la questione: infatti, la stessa norma italiana prevede un nulla osta da parte delle istituzioni europee per l’applicazione delle nuove norme a vantaggio dei concessionari. Ci auguriamo – continuano Frassoni e Donati – che la Commissione Ue non autorizzi questa grave violazione delle regole comunitarie e siamo soddisfatte che questa nostra azione abbia oggi ricevuto un così autorevole supporto. Solo da un pieno rispetto delle regole in materia di concorrenza e aiuti di stato può nascere un mercato trasparente ed efficiente, capace di contrastare davvero la corruzione ormai dilagante».
Oltre a decretare la non opportunità delle regole sancite dall’art. 5 dello Sblocca Italia, confidiamo che quest’intricata vicenda delle concessioni autostradali, una volta sbrogliata, contribuisca anche a far luce sul ruolo degli aiuti di stato nel nostro sistema economico: in molti e dei più svariati settori ne fanno uso (anche se pochissimi li rivendicano) mentre altri ne sono inspiegabilmente esclusi in quanto “contro normativa”; un non-sense dove a rimetterci, troppo spesso, finisce per essere lo sviluppo dell’economia più verde.