Dissesto idrogeologico: fondo progettazione da 2 miliardi per 500 opere per superare ritardi passato
L’80% al Mezzogiorno. Galletti: «Effetto moltiplicatore sul territorio, 1 euro ne vale 20 sui cantieri».
[3 Marzo 2017]
«Cinquecento progetti, per un totale di due miliardi di euro di interventi sul territorio contro il dissesto idrogeologico». E’ l’impatto che il ministero dell’Ambiente, in raccordo con la struttura di Missione #ItaliaSicura di Palazzo Chigi guidata da Erasmo D’Angelis, si attende dalla ripartizione del fondo da 100 milioni di euro destinato a finanziare la progettazione degli interventi sul dissesto, previsto dal Collegato Ambientale.
Secondo il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, «Ogni euro speso in progettazione è in grado di attivarne venti nei cantieri: un effetto moltiplicatore decisivo nella nostra strada di messa in sicurezza del Paese. Questo fondo ci consente di andare avanti ancora più speditamente e in ogni regione italiana con le opere più importanti per i cittadini e il territorio, a partire dal Sud che più di tutti sconta un ritardo nei progetti. La sfida è tagliare i ponti con un passato di lungaggini burocratiche e fare pianificazioni strutturate, tecnicamente avanzate, in grado di far partire subito le opere sul territorio».
In un comunicato il ministeo dell’ambiente spiega che, come stabilisce la norma, seguendo l’impostazione della distribuzione dei Fondi Sviluppo e Coesione, l’80% delle risorse andrà al Sud, il 20% al Centro-Nord: «E’ questa la ripartizione dei trasferimenti alle contabilità speciali per le singole regioni, che avverranno in tre tranche. Quasi 16 ilioni di euro vanno alla Sicilia, destinataria della maggior parte dei fondi. Seguono Puglia, Campania e Sardegna, ognuna delle quali avrà a disposizione oltre 12 milioni di euro. Sono 9,2 i milioni per la Calabria e 7,5 quelli che verranno destinati all’Abruzzo. Basilicata (6,3 milioni) e il Molise con 3,4 milioni chiudono lo stanziamento per il Mezzogiorno. Al Nord la maggior parte dei fondi vanno in Lombardia (poco oltre 3 milioni), a Toscana ed Emilia Romagna (circa 2,5 milioni), seguono Veneto e Lazio con circa due milioni e Marche con un milione di euro. Oltre ottocentomila euro per ciascuna regione vanno alla progettazione di opere in Umbria, Liguria e Friuli Venezia Giulia, fondi anche per le Province Autonome di Bolzano (634 milioni), Trento (589) e la Val d’Aosta (437 milioni)».
In una lettera indirizzata alle Regioni, la direttrice per la salvaguardia del territorio e delle acque, Gaia Checcucci, rende noto l’ordine di destinazione dei fondi: «In via prioritaria sono finanziate le progettazioni degli interventi nelle tabelle C e D del “Piano stralcio per le aree metropolitane”, seguono gli interventi previsti nel Piano nazionale 2015-2020 già presentati nel database online Rendis e validati dalle Regioni secondo il loro ordine di priorità. Il 20% delle risorse di ciascuna regione va riservato alla progettazione di interventi integrati che non solo mitighino il rischio idrogeologico ma tutelino e recuperino ecosistemi e biodiversità».
Il ministero dell’ambiente conclude: «Il successo del fondo, per ora unico nel panorama dei lavori pubblici, dipende dall’efficienza dell’azione commissariale, di cui la legge ha voluto investire i presidenti delle Regioni, attribuendo loro responsabilità dirette ma anche poteri speciali e di deroga incisivi».