Il condono edilizio del Movimento 5 Stelle mascherato da “ravvedimento operoso”
[3 Giugno 2013]
Dal Movimento 5 stelle di Ischia, che ha tenuto un convegno sulle nuove strategie per l’edilizia, è venuta fuori una grande novità: un nuovo condono edilizio. La proposta punta dritto a sanare gli abusi in aree delicate come Ischia e le isole minori, con una sanatoria per tutta l’edilizia abusiva, anche quella costruita in zone di altissimo pregio e vincolate, basta mettere qualche pannello solare e fare l’adeguamento sismico.
La proposta dei grillini somiglia terribilmente a quella fatta dall’ex ministro del governo Berlusconi ed attuale presidente della commissione giustizia, Nitto Francesco Palma (e potrebbe realizzare in Parlamento un’inedita alleanza Pdl-M5S) che puntava a riaprire i termini del condono edilizio per la Campania, anzi potrebbe essere ancora più pericolosa, perché si cerca di usare le energie rinnovabili e le green economy per condonare, invece di inserire rinnovabili e risparmio energetico negli strumenti urbanistici lo si fa con una sanatoria di fatto tombale. Poi c’è un problema: chi controllerà che gli abusivi facciano la riconversione ecologica dei loro abusi, le stesse istituzioni e vigili urbani che hanno fatto finta di non vedere che quegli abusi venivano realizzati a centinaia in aree in dissesto idrogeologico, accanto a corsi d’acqua e senza allacci fognari?
Ecco come il M5S di Ischia descrive sul suo sito la proposta: «Il problema dell’abusivismo ha sempre avuto risposte di tipo condonistico da tutti i partiti. Risposta che ha portato allo stato attuale di assoluta anarchia immobiliare e totale dipendenza con favoritismi di tipo elettorale. Il MoVimento Cinque Stelle è stata l’unica forza civica a dare una risposta politica alla questione, semplicemente condannando il termine condono (sic!) e studiando una forma che dia la possibilità di riscatto dell’immobile, ove possibile, attivando contemporaneamente l’economia dell’isola, ripristinando la bellezza dei luoghi, l’armonia con l’ambiente ed eliminando definitivamente ogni patto schiavistico con i politicanti. Tale proposta nata proprio ad Ischia è ora in fase di lavorazione presso il Gruppo Urbanistica e Abusivismo Edilizio del Gruppo Campano del MoVimento Cinque Stelle. Ecco come è strutturato: Il protocollo “5 Stelle per l’edilizia” è un piano programmatico volto alla soluzione dell’annoso problema dell’abusivismo edilizio e dell’organizzazione urbanistica del territorio comunale che si basa sulla sostenibilità ambientale ed economica dello stesso. Esso parte da alcuni presupposti: gravi ripercussioni sociali e rischio abitativo nel caso di demolizione inerente manufatto adibito a civile e reale abitazione; enorme mole di vani irregolari in attesa di sanatoria o completamente abusivi ove una demolizione degli stessi sarebbe insostenibile in termini economici ed ambientali (smaltimento degli inerti e dei rifiuti speciali conseguenti la demolizione). E giunge alle seguenti proposte programmatiche: Individuazione e catalogazione dei vani abusivi con distinzione preliminare circa la sicurezza idrogeologica; distinzione in base alla destinazione d’uso reale e potenziale del manufatto, possibilità di riscatto e sanatoria del vano abusivo a fronte di interventi urbanistici di adeguamento estetico, efficientamento energetico e depurazione delle acque reflue».
La pillola può essere indorata come si vuole, ma la sortita grillina riprende di fatto tutte le giustificazioni del centro-destra (emergenza abitativa, insostenibilità economica ed addirittura ambientale delle demolizioni…) sembra proprio un baratto al ribasso, una sanatoria di tutto e il contrario di tutto, grazie ad alcuni accorgimenti di facciata, una proposta di legge che consentirebbe di sanare decine di migliaia di immobili abusivi prima ad Ischia e poi in tutta Italia. Il M5S ha partorito una proposta, che vuole portare in parlamento, che odora delle stesse dinamiche di altri partiti e capibastone locali: una classica trovata per acquisire consenso elettorale, buttando in malora quello che resta della tutela paesaggistica, il vero patrimonio turistico delle isole minori campane ed italiane.
Un giro di parole, “riabilitazione degli edifici realizzati entro il 30 settembre 2004 con sospensione dei procedimenti amministrativi e giurisdizionali anche nelle aree soggette a vincolo paesistico”, per costruzioni realizzate dentro Siti di interesse comunitario, in aree soggette a vincoli ambientali e paesaggistici. Proporre questo proprio ad Ischia, dove l’abusivismo edilizio negli ultimi anni ha fatto anche delle vittime, proprio dove servirebbero fermezza e determinazione per fermare la metastasi cementizia che ha sfigurato il territorio e la politica, non è certo quella nuova visione della cosa pubblica, dell’intransigente onestà e rispetto della legge che proponevano i grillini. Non è il nuovo, sono le ricette vecchie e sorpassate del ministro socialdemocratico Nicolazzi dei pentapartiti della prima Repubblica, dei condoni berlusconiani della seconda Repubblica per fare cassa (poca) e voti (molti), niente a che vedere con la decrescita felice che tanto piace a Grillo, ma la presa d’atto di una crescita infelice e famelica, della rendita e del consumo di territorio come unico orizzonte, della rinuncia ad una qualsiasi sostenibilità ambientale, perché sposare ricette vecchie con parole nuove significa soltanto eludere il domani.
Per uno dei capi del Movimento5stelle di Ischia, Mario Goffredo, il dramma dell’abusivismo sta nel fatto della demolizione, nei costi della demolizione a carico del “povero” cittadino (!) e nello Stato canaglia che vuole distruggere invece di costruire, il problema abusivismo non è quindi sociale od economico, in quanto sottrae un bene anche alla collettività. Clamoroso per un movimento politico che ha fatto la sua fortuna dando una sponda di possibile rappresentanza ad associazione comitati che fanno della difesa dei beni comuni la loro ragione di esistere. Ma la situazione di Ischia desta ancora più preoccupazione perché la furbesca iniziativa pentastellata si inserisce in una realtà nella quale l’abusivismo di massa ha visto anche le parrocchie muoversi in difesa delle case abusive, mentre il Pdl sposa in pieno la “causa” e pezzi del Pd sono notoriamente vicini alle imprese edili locali.
Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, già senatori del Pd, dicono: «Se davvero i parlamentari 5 stelle presenteranno il preannunciato disegno di legge che sotto la maschera del “ravvedimento operoso” propone un nuovo condono edilizio generalizzato, questo li renderebbe di fatto complici dell’abusivismo e delle stesse ecomafie, che sul cemento illegale fanno affari da miliardi. Il pretesto usato da chi tra i 5 stelle sponsorizza questo patto scellerato con l’illegalità è lo stesso utilizzato dai Nitto Palma e dal Pdl che da anni provano a imporre un nuovo condono: favorire l’abusivismo di necessità e fronteggiare la crisi dell’edilizia. Peccato che l’unica necessità che alimenta l’abusivismo edilizio è quella di chi vuole costruire e vendere case in nero senza pagare le tasse, peccato che spesso questo business in particolare nel sud è nelle mani della criminalità organizzata, peccato che l’edilizia delle migliaia di imprese oneste abbia tutto da guadagnare da leggi e politiche rigorose contro l’abusivismo che rappresenta anche una forma odiosa di concorrenza sleale».
Della Seta e Ferrante lanciano un appello ai parlamentari 5 stelle perché fermino l’iniziativa annunciata il primo giugno: «L’abusivismo edilizio e tre successivi condoni, gli ultimi due firmati Berlusconi, hanno inferto ferite terribili al territorio e al paesaggio italiani: una casa su cinque di quelle costruite nell’ultimo quarto di secolo è illegale, e l’unico modo per chiudere questa pagina scura della storia italiana è mettere la parola fine, senza se e senza ma, su ogni ipotesi di nuovo condono, e al tempo stesso impegnarsi per rilanciare l’edilizia nel segno della riqualificazione urbana, della sostenibilità e della sicurezza del patrimonio abitativo».
Sul tema interviene Legambiente: «Il movimento 5stelle pro condono edilizio? Qualche segnale in questo senso era arrivato dalla Campania già prima delle elezioni. Ora, da Ischia, spunta una proposta di ‘ravvedimento operoso del trasgressore’: ammaliante perifrasi per dire che non si abbattono le case abusive, nemmeno quelle in aree sottoposte a vincolo paesistico. Il ravvedimento, pare di capire, starebbe nella riqualificazione dell’immobile.
Il progetto di sanatoria spunta durante il Festival di primavera del movimento, a Ischia, che si tiene sotto l’insenga “L’onestà andrà di moda”. E meno male!
Scattano le (sacrosante) polemiche, e subito arriva una presa di distanza: il documento presentato ad Ischia non è riconducibile direttamente al Movimento 5 Stelle, dice una nota ufficiale, né il testo è stato recepito in alcun disegno di legge. Ma il vicepresidente 5stelle della Camera, Luigi Di Maio, dice che porterà la proposta alla commissione Ambiente del M5s, dove si deciderà se presentarla o meno.
Insomma, per una porta che si chiude si apre una finestra. E siccome non ci piacciono le speculazioni sterili e le dietrologie, vorremmo finalmente vederci chiaro. Il Movimento 5 stelle è contrario all’abusivismo e ai condoni edilizi? E’ convinto che non si possa promuovere la legalità a parole e poi premiare i furbi e le ecomafie che si arricchiscono con l’edilizia abusiva? Allora serve una condanna, esplicita, di ogni ipotesi condonista da parte del movimento».