Il Giappone scosso (e impreparato) dal forte terremoto di Capodanno
Molti danni e vittime, ritardi nei soccorsi. Allarme per le centrali nucleari
[2 Gennaio 2024]
Il potente terremoto di magnitudo 7,6 sulla scala giapponese di 7, con epicentro a una profondità molto bassa a Shika, prefettura di Ishikawa, nella regione di Noto, ha fatto molti più danni e vittime di quel che sembrava in un primo momento. Sempre nella prefettura di Ishikawa sono state segnalate scosse con magnitudo superiore a 6 a Wajima, Suzu e Anamizu nella. Terremoti di grado inferiore a 6 sono stati segnalati a Nagaoka, nella prefettura di Niigata, a Nakanoto e Noto, nella prefettura di Ishikawa.
Terremoti di magnitudo 5 sono stati segnalati in molte aree delle prefetture di Ishikawa, Toyama e Niigata.
Anche se un terremoto simile in Italia provocherebbe distruzioni devastanti, questa volta anche il previdente e preparatissimo Giappone si è trovato a dover affrontare un evento MOLTO violento e è stata lanciata un’allerta tsunami – poi rientrata – per le prefetture di Yamagata, Niigata, Toyama, Ishikawa, Fukui e Hyogo e per vaste aree lungo la costa del Mar del Giappone. Dopo che l’Agenzia meteorologica giapponese, alle 10 del mattino del 2 gennaio, ha revocato tutti gli alletta tsunami emessi per la costa del Mar del Giappone, le ricerche dei dispersi continuano in vaste zone e la prefettura di Ishikawa ha reso noto che nel territorio che amministra sono morte almeno 30 persone, 14 persone sono rimaste gravemente ferite e molte altre hanno riportato ferite lievi.
Ad Anamizu sono crollate almeno 9 case e ci sarebbe un morto. A Hakui gli edifici crollati sono una decina e anche lì c’è un morto e sono in corso le operazioni di ricerca e salvataggio. Le tubature dell’acqua sono scoppiate in vari punti, interrompendo la fornitura d’acqua in tutta la città. 17 centri di evacuazione aperti la sera del 1° gennaio ospitano ora circa 3.700 persone.
Secondo il quartier generale del servizio medico di emergenza antincendio che copre l’area metropolitana di Okunoto, un enorme incendio seguito al terremoto ha bruciato più di 200 case intorno alla via Asaichi-dori a Wajima. Anche l’area vicino al mercato mattutino di Wajima, un popolare luogo turistico, è stata danneggiata. I vigili del fuoco hanno dovuto utilizzare l’acqua di mare per spegnere le fiamme.
Un incendio scoppiato nella città di Noto ha danneggiato 20 case, e incendi sono stati segnalati anche a Kanazawa, Nanao e Suzu.
La radio-televisione pubblica NHK ha detto che 8 morti sono stati segnalati nella città duramente colpita di Wajima, vicino all’epicentro del terremoto, mentre nella vicina Suzu alcuni medici non sono riusciti a raggiungere un ospedale che faceva affidamento su un generatore di riserva per l’energia. La polizia nazionale ha detto che 6 persone sono state confermate morte, e l’agenzia per la gestione degli incendi e dei disastri ha detto che 19 persone erano in stato di arresto cardiaco.
La Hokuriku Electric Power Company. ha detto che circa 33.800 famiglie nella prefettura di Ishikawa erano rimaste senza elettricità. la maggior parte delle aree della penisola settentrionale di Noto non hanno approvvigionamento idrico.
Secondo il Ministero delle Comunicazioni, nelle zone colpite i collegamenti di telefoni cellulari e fissi sono ancora instabili. Nel distretto Mii di Wajima, nella prefettura di Ishikawa, la mattina del 2 gennaio le temperature sono scese fino a meno 1 grado. Circa 20 sfollati si sono scaldati davanti a un falò davanti a un minimarket, tra le pozzanghere ghiacciate. Nell’organizzatissimo Giappone la gente lamenta soprattutto la mancanza di informazioni, di aiuti umanitari, di servizi igienici per gli sfollati e di benzina.
La strada nazionale 249, che porta a Nanao, si è deformata e crepata in vari punti e le auto erano rimaste bloccate sulla strada la sera del 1 gennaio. In tratto lungo 50 metri la strada si è alzata di almeno 30 centimetri e poi si è letteralmente spezzata.
Gli esperti hanno messo in guardia dal verificarsi di potenti scosse di assestamento nei prossimi giorni e si interrogavano sulle forze che hanno generato il terremoto di magnitudo 7.6. Come scrive oggi l’Asahi Shimbun, «Il fatto che sia avvenuto durante uno sciame sismico ha colto di sorpresa i sismologi. Hanno anche fatto notare che è stato più forte di un terremoto catastrofico che colpì l’area di Kobe nel 1995».
Secondo Junichi Nakajima, professore di sismologia al Tokyo Institute of Technology, «Si è trattato di un terremoto estremamente grande per un terremoto che abbia avuto origine sulla terraferma. In generale, uno sciame sismico non produce un terremoto di magnitudo superiore a 6. A dire il vero, sono sorpreso perché questo significa che una faglia si è spostata su una vasta area».
Negli ultimi tre anni forti terremoti avevano colpito occasionalmente la penisola di Noto, ma nessuno così intenso come quello del 1° gennaio e Naoshi Hirata, professore emerito di sismologia all’uUniversità di Tokyo e presidente del Comitato governativo per la ricerca sui terremoti, hasottolineato che «La magnitudo del terremoto del 1° gennaio è stata maggiore del terremoto di Kumamoto del 2016 e del grande terremoto di Hanshin del 1995, che hanno causato circa 6.400 vittime. Non posso fare una dichiarazione conclusiva finché non avrò esaminato i dati dettagliati perché il focus è vicino (ad altri grandi terremoti nella regione). Ma credo che questo sia stato il più grande di quest’ultima ondata di attività sismica».
La parte settentrionale della penisola di Noto è stata colpita da forti movimenti sismici e fino a dicembre sono stati osservati 506 terremoti. Si ritiene che una delle cause sia l’acqua e il vapore che salgono sotto un’intensa pressione dalle profondità del sottosuolo, che ha scatenato un terremoto di magnitudo 6,5 il 5 maggio del 2023.
Considerata l’intensità e la magnitudo dell’ultima serie di terremoti, Hirata ha invitato gli abitanti a «Stare in guardia contro forti scosse nella prossima settimana e soprattutto nei prossimi due o tre giorni. I residenti le cui case sono state danneggiate devono evacuarle il prima possibile».
L’area al largo della costa della penisola di Noto è una linea di faglia attiva e per Nakajima «E’ necessaria un’ulteriore analisi della distribuzione delle scosse di assestamento per determinare se l’ultima attività si è verificata lungo una faglia nota o è stata generata da una completamente nuova».
Takuya Nishimura, professore di geodesia all’Istituto di ricerca sulla prevenzione dei disastri dell’università di Kyoto, aggiunge: «Anche se il meccanismo del sisma è simile a quelli del passato nella penisola di Noto, non avrei mai pensato che un terremoto di così grande entità potesse verificarsi lì. Si tratta dell’evento più forte mai verificatosi lungo la sponda del Mar del Giappone».
Uno tsunami generato da un terremoto di magnitudo 7.8 al largo del sud-ovest di Hokkaido colpì le aree costiere al largo del Mar del Giappone nel 1993. Un decennio prima un terremoto di magnitudo 7.7 aveva danneggiato le zone costiere centrali del Mar del Giappone. Dato che l’ultimo terremoto si è avvicinato a quelle magnitudo, Nishimura ha ipotizzato che «Una linea di faglia potrebbe essersi spostata al di fuori della zona focale dello sciame sismico. Il movimento di una faglia potrebbe portare a una maggiore attività lungo le faglie vicine perché sono distribuite in modo complicato lungo la costa del Mar del Giappone».
I governi centrale, locali e le altre autorità stanno lavorando per valutare l’entità complessiva dei danni. Oggi il governo giapponese si è riunito d’urgenza e il primo ministro Fumio Kishida ha detto di aver incaricato le agenzie addette di «Fare tutto il possibile per le attività di salvataggio, ponendo la massima priorità nel garantire la sicurezza dei residenti».
Migliaia di militari, vigili del fuoco e agenti di polizia sono stati inviati nella zona più colpita della relativamente remota penisola di Noto, ma gli sforzi di salvataggio sono stati ostacolati da strade gravemente danneggiate e bloccate e uno degli aeroporti della zona è stato costretto a chiudere a causa di crepe sulla pista. Sono stati sospesi anche molti servizi ferroviari e voli.
il premier Kishida ha ammesso che «La ricerca e il salvataggio delle persone colpite dal terremoto è una battaglia contro il tempo. I soccorritori hanno avuto molte difficoltà a raggiungere la punta settentrionale della penisola di Noto a causa delle strade distrutte, e I sorvoli con gli elicotteri hanno scoperto molti incendi e danni diffusi agli edifici e alle infrastrutture.
Lunedì notte il governo giapponese ha ordinato a più di 97.000 persone di evacuare le loro case, inviandole nei palazzetti dello sport e nelle palestre scolastiche, comunemente utilizzati come centri di evacuazione in caso di emergenza. Molti sono tornati alle loro case oggi, quando le autorità hanno revocato l’allerta tsunami.
Il terremoto arriva in un momento delicato per l’industria nucleare giapponese, che dopo il terremoto e lo tsunami del 2011 che hanno innescato il disastro nucleare di Fikushima Daiichi ha dovuto affrontare una feroce opposizione da parte di molte comunità locali che ospitano centrali nucleari.
L’Autorità di regolamentazione nucleare ha affermato che «Non sono state riscontrate irregolarità negli impianti nucleari lungo il Mar del Giappone», inclusi 5 reattori attivi nelle centrali di Ohi e Takahama della Kansai Electric Power nella prefettura di Fukui.
L’agenzia ha comunicato che «L’impianto di Shika della Hokuriku Electric, il più vicino all’epicentro, aveva già spento i suoi due reattori prima del terremoto per ispezioni regolari e non ha riscontrato alcun impatto del sisma».