La geologia come strumento di protezione civile
Geologi, inondazioni e alluvioni costeranno in Europa 23,5 miliardi di euro l’anno
«E’ essenziale concentrarsi sulla riduzione dei rischi di calamità naturali»
[21 Giugno 2016]
Secondo il recente studio del Panel of Expert dell’European Federation of Geologists (EFG), che riunisce 25 associazioni nazionali in in rappresentanza dei 50.000 geologi, «Nei prossimi anni aumenteranno inondazioni ed alluvioni con un costo medio annuo di 23,5 miliardi di euro per l’Europa».
Per questo l’EFG richiama l’attenzione dei responsabili politici a livello internazionale, europeo, nazionale, regionale e locale «sull’l’importanza fondamentale della geologia nella protezione civile contro rischi naturali e soprattutto nelle alluvioni, visti i recenti avvenimenti di giugno in Germania, Belgio e Francia» che hanno avuto come conseguenza la perdita almeno 12 vite umane, ma il bilancio avrebbe potuto essere molto più pesante se non si fosse riusciti a mettere in salvo i 600 allievi di 2 scuole. Le strade sono state sommerse e ad è stato chiuso anche il museo del Louvre, mentre nessuno sa ancora quantificare i danni subiti per le le inondazioni e le fra, ma i geologi dicono che potrebbe raggiungere più di un miliardo di euro. Anche basandosi sulle inondazioni del 2013, che causarono 12 miliardi di perdite economiche in 9 Paesi dell’Ue.
Ma il futuro che ci aspetta potrebbe essere molto peggio, trasformando in normalità quel che oggi consideriamo ancora “eccezionale”: «Si prevede che la perdite medie annue economiche nella regione a causa di inondazioni saranno 23,5 miliardi di euro entro il 2050 – dicono all’EFG – oltre cinque volte l’importo per il periodo dal 2000 al 2012 (4.6 miliardi di euro)».
Secondo Gabriele Ponzoni, segretario generale dell’European Federation of Geologists e Consigliere Nazionale dei Geologi, si tratta di una previsione drammatica e anche lui sottolinea che «E’ essenziale concentrarsi sulla riduzione dei rischi di calamità naturali ed a tal fine è strategico adottare misure di mitigazione e prevenzione. Inoltre spesso si costruisce in aree vulnerabili quali pianure alluvionali dove gli equilibri tra sistemi naturali e attività antropiche ne risultano fortemente alterati con conseguenti danni importanti a persone ed anche alla produzione agricola».
I geologi europei dicono che ogni anno si spendono molti soldi senza arrivare al risultato richiesto: la sicurezza. Denaro che viene sottratto al progresso sociale: «Questi tragici eventi sottolineano ancora una volta l’importanza di concentrarsi sulla riduzione dei rischi delle calamità naturali. L’aumento del numero di disastri naturali causati dalle alluvioni nel corso degli ultimi decenni, sottolinea l’importanza di adottare misure di mitigazione, prevenzione e, se necessario, contro i pericoli naturali. Le condizioni per le inondazione sono create dai cambiamenti dell’uso del suolo e dall’edilizia sconsiderata nelle aree vulnerabili, quali le pianure alluvionali, con conseguente incapacità di controllare le inondazioni».
L’EFG lamenta l’assenza di piani di emergenza, eppure «Le inondazioni danneggiano gli insediamenti umani, costringono all’evacuazione, provocano danni alle colture, devastano i terreni agricoli, spazzano via i sistemi di irrigazione, provocano l’erosione dei terreni oppure li rendono inutilizzabili». Mentre «Le pianure alluvionali, se correttamente gestite, possono ridurre il rischio di alluvioni e migliorare contemporaneamente la qualità dell’acqua, ricaricare le falde sotterranee, sostenere i pesci e la fauna selvatica e fornire benefici per il turismo da diporto».
I geologi europei denunciano il fatto che «L’attuale politica si concentra sulla reazione ai disastri, piuttosto che sul prendere misure di prevenzione e di mitigazione. Con i cambiamenti climatici e il continuo aumento delle attività edilizie in aree a rischio, la concentrazione sulla reazione ai disastri porterà solo ad un continuo aumento dei costi. Gli investimenti in Disaster Risk Reduction (DRR) salvano vite durante e dopo che si è verificato il disastro e limitano finanziariamente i costi dei disastri, con alti ritorni economici. Rapporto costi-benefici di 4 e superiori sono documentati in letteratura. Questo approccio sostiene una risposta proattiva di riduzione del rischio al posto della tradizionale azione post disastro».
Ponzoni conclude: «Una corretta conoscenza delle condizioni geologiche alla base dei fattori di pericolo può aiutare a quantificare il rischio associato e quindi limitare e contenere di molto il costo dei danni e soprattutto salvare vite umane. Chiediamo che la geologia venga inserita nelle future direttive europee ed in tutte le legislazioni nazionali. Governi, Regioni e Comuni facenti parte dell’Europa devono avere le mappe di pericolosità come base della pianificazione territoriale e dello sviluppo del territorio. Bisogna educare la società, i cittadini alla conoscenza del rischio naturale, ai comportamenti da adottare in caso di emergenze ed all’importanza della prevenzione. Molti disastri naturali sono aggravati da azioni umane inadeguate o incaute. Sensibilizzare l’opinione pubblica ed aumentare la conoscenza delle scienze geologiche potrà indubbiamente anche aiutare i team di gestione delle catastrofi e delle operazioni di soccorso a comprendere meglio la situazione nella sua complessità ed evoluzione (anche per evitare un’ulteriore escalation dei problemi). Una migliore comprensione delle scienze geologiche potrebbe anche a migliorare le misure di prevenzione e di mitigazione contro i pericoli naturali. Chiediamo infine lo scambio libero dei dati scientifici tra governi europei: Dunque un progetto di coordinamento europeo sulla conoscenza e diffusione della cultura geologica nei suoi aspetti più critici e sensibili».