Legambiente: «Basta buttare soldi sulle carte del Ponte sullo Stretto»
Zanchini e Zanna: «Altri 50 milioni di euro per un progetto fallito. Non si potrà accedere alle risorse del Pnrr o a quelle europee»
[5 Agosto 2021]
Dopo l’annuncio del ministro Giovannini che nella primavera 2022 sarà pronto il progetto di fattibilità per il Ponte sullo Stretto, con la conseguenza di avviare un dibattito pubblico e arrivare ad una scelta condivisa con risorse da individuare nella legge di bilancio 2023, il Partito pro ponte – molto esteso e che va oltre l’amplissima maggioranza del Governo Draghi – rialza la testa ma, come denuncia da tempo Legambienre, in realtà dietro le motivazioni dei pro-ponte si nascondono molte bugie.
Con una dichiarazione congiunta, Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente, e Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, fanno il punto dell’intricata situazione: «L’unica certezza è che saranno spesi altri 50 milioni di euro che si aggiungono ai 900 milioni spesi in questi anni, solo per disegnare elaborati e tenere in piedi società inutili. Il progetto del ponte a campata unica è, infatti, fallito tecnicamente, perché non superava i problemi geologici e sismici, ed economicamente perché le risorse private non riuscivano a finanziare l’opera. Siamo curiosi di sapere come questi problemi saranno risolti e come le risorse pubbliche potranno finanziare un’opera di questa dimensione, considerando che non si potrà accedere alle risorse del Pnrr o a quelle europee. Intanto, la realtà dei fatti è che il servizio di traghettamento e ferroviario in questi anni è peggiorata sia tra Sicilia e Calabria che nei collegamenti verso Roma. Al Ministro Giovannini chiediamo di raccontare come sarà potenziato il servizio nei prossimi mesi e anni, perché questo si aspettano i cittadini siciliani e calabresi, che da troppo tempo ascoltano promesse e impegni. Chiediamo anche di garantire che il percorso di decisione e di dibattito pubblico non riguardi solo la soluzione a campata unica o a più campate, ma anche quella di un vero potenziamento del traghettamento con soluzioni come quelle esistenti nel Mar Baltico con traghetti lunghi oltre 200 metri che permetterebbero di ridurre a meno di 30 minuti l’attraversamento in treno».