L’importanza del verde urbano al tempo del lockdown

In Italia è emerso un cambiamento, soprattutto nel maggior bisogno di stare all’aria aperta, che ha fatto comprendere la importanza di queste aree

[10 Dicembre 2020]

Lo studio “Effects of the COVID-19 pandemic on the use and perceptions of urban green space: An international exploratory study”, pubblicato su Urban Forestry & Urban Greening da un team di ricercatori europei, israeliani e cileni guidato da Francesca Ugolini del’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibe) ha analizzato la percezione degli spazi verdi urbani da parte dei cittadini durante l’isolamento sociale, in 5 Paesi dell’Ue (Italia, Croazia, Lituania, Slovenia e Spagna) e Israele, tra il primo aprile e il 3 maggio 2020, durante il lockdown per il Covid-19. Si tratta di uno dei primi studi sul ruolo del verde urbano durante l’emergenza ed è stata realizzato con un questionario online diffuso attraverso social network e per email.

La Ugolini spiega che «Dalle 2.540 risposte è emersa una frequentazione degli spazi verdi differenziata tra i Paesi determinata dalle diverse restrizioni sanitarie. Per esempio, Italia e Spagna, i due Paesi in quel periodo più colpiti dalla pandemia e con misure di contenimento più stringenti, hanno registrato la più alta percentuale (64%) di rispondenti, che ha smesso di frequentare aree verdi. Chi lo ha fatto, aveva un motivo essenziale come portare fuori il cane o fare esercizio fisico, mentre Croati, Lituani e Sloveni non hanno cambiato sostanzialmente le loro abitudini. Inoltre, le restrizioni sanitarie hanno portato a una maggiore diversificazione della tipologia di spazi verdi frequentati, con la visitazione di giardini e viali alberati (in Italia, Israele e Spagna) piuttosto che dei parchi urbani, limitandosi a visitare aree a breve distanza da casa, mentre in altri Paesi è aumentato leggermente l’uso dell’auto per raggiungere aree fuori città, facendo riflettere sulla dicotomia tra necessità di verde ed uso, nel proprio contesto, di mezzi poco ecologici. Chi non è mai uscito durante il lockdown, come in Italia, Israele e Spagna, ha sentito molto la mancanza di spazi verdi e solo la vista di un ampio panorama dalla finestra ha contribuito a ridurre il senso di privazione».

I cittadini europei e israeliani si sonmo lamentati soprattutto per l’impossibilità di “stare all’aria aperta” e “incontrare altre persone” nelle aree verdi e, soprattutto in Italia e in Israele, anche per l’impossibilità di “osservare la natura”. I ricercatori dicono che «Queste percezioni sottolineano l’importante funzione sociale, ambientale e culturale delle aree verdi oltre che la sensibilità ambientale di chi ha risposto».

L’indagine ha anche dimostrato che il tema del verde stia molto a cuore ai cittadini: «La domanda finale aperta sulla relazione tra urbanizzazione, uomo e natura, ha raccolto numerose riflessioni che dimostrano sia la consapevolezza dell’importanza di rispettare e proteggere la natura in generale e soprattutto garantire l’accessibilità di uno spazio verde in ambiente urbano – Fanno notare al Cnr –  Molti suggerimenti hanno riguardato aspetti pratici della governance: una pianificazione urbana che integri nel tessuto urbano spazi verdi facilmente accessibili, di varia tipologia e una gestione che garantisca la qualità degli stessi sia in termini di scelta delle specie e sia di manutenzione. Oltre a questo, altri suggerimenti hanno sollecitato mobilità verde e più inclusione dei cittadini e delle loro opinioni nei processi decisionali. Dallo studio emerge come la qualità della vita nei tessuti abitativi sia collegata alla presenza di spazi verdi fruibili, ancor di più in una fase emergenziale e di isolamento sociale».

La Ugolini conclude: «Questo studio ha evidenziato l’importanza degli spazi verdi urbani per i cittadini, a maggiore ragione in tempi di crisi come questi. Il verde urbano rende le città più confortevoli ed è quindi auspicabile che la politica e la pianificazione prendano in considerazione i suggerimenti scaturiti».