Ponte sullo Stretto di Messina, il Governo avvia l’iter per l’ennesimo studio di fattibilità

Dovrà confrontare l’opzione zero con la soluzione progettuale del ponte aereo a più campate o campata unica

[13 Gennaio 2022]

Il ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili (Mims) ha formalmente avviato l’iter per la realizzazione di uno studio di fattibilità tecnico-economica per la realizzazione di un sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina, ovvero l’ormai fantomatico ponte, con un’informativa resa ieri dal ministro Giovannini in Cdm.

Il processo amministrativo conta sui fondi stanziati a tale scopo dalla legge di Bilancio per il 2021, e farà leva su una procedura di evidenza pubblica a cura della società Rete ferroviaria italiana (Rfi).

«Lo studio – spiega il Mims – dovrà prendere in esame la soluzione progettuale del “ponte aereo a più campate”, in relazione ai molteplici profili evidenziati nella relazione presentata il 30 aprile 2021 dall’apposito Gruppo di Lavoro istituito nel 2020 presso il Mims, valutandone la intrinseca sostenibilità sotto tutti i profili indicati, mettendola a confronto con quella del ponte “a campata unica” e con la cosiddetta “opzione zero”. Inoltre, lo studio deve fornire gli elementi, di natura tecnica e conoscitiva, occorrenti per valutare la realizzabilità del sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina, anche sotto il profilo economico-finanziario».

Una storia che si ripresenta uguale a sé stessa ormai da mezzo secolo, nonostante le numerose criticità – sotto il profilo sia ambientale sia tecnico sia economico – che finora hanno impedito la realizzazione del ponte sullo Stretto.

Qual sarebbe dunque l’alternativa al ponte secondo gli ambientalisti? Come ribadito lo scorso giugno da Kyoto club, Legambiente e Wwf «è quella del traghettamento l’alternativa migliore dal punto di vista economico-finanziario, sociale e ambientale che assicura già oggi, senza ulteriori impatti, tempi di attraversamento di 20-35 minuti con corse per le persone con le auto al seguito che avvengono con una frequenza di 40 minuti o 1 ora, a seconda delle compagnie di navigazione, e con tempi per il traghettamento dei treni che, con migliorie relative all’imbarco di convogli interi, possono essere portati da 1 ora e 10 a 40 minuti. Ma su cui occorre investire anche per la ricerca di soluzioni innovative, con nuove tecnologie che riducano ulteriormente i tempi di percorrenza e migliorino i servizi nell’area dello Stretto».

Nei mesi scorsi il Governo ha iniziato a potenziare l’attraversamento dinamico dello Stretto di Messina, con alcuni interventi: la riqualificazione del naviglio per il trasbordo ferroviario con la messa in esercizio di due nuove navi e l’ibridizzazione di tutta la flotta, il rinnovo del materiale rotabile ferroviario per velocizzare le manovre di carico/scarico dei treni, la riqualificazione del naviglio veloce per i passeggeri e delle stazioni ferroviarie di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni.

Tutte operazioni che sono finanziate anche grazie ai fondi del Pnrr e del Piano complementare, destinando a tale scopo 510 milioni di euro; a confronto, nel progetto del ponte delineato da ultimo nel 2010 l’opera aveva un costo stimato al ribasso di 7.5-9 miliardi di euro, che però non considerava le 35 prescrizioni di carattere tecnico e ambientale allora richieste nel parere di Valutazione di Impatto ambientale e dal Cipe.