Roma, a Via Favignana ritirato il permesso di costruire
Una vittoria della battaglia di cittadini e associazioni per difendere un bene comune
[12 Gennaio 2021]
Greenreport.it era stato tra i primi (e tra i pochi) a parlare dell’intricata vicenda edilizia di Via Favignana a Roma, ora, dopo tra anni di battaglie dei comitati di cittadini di Città Giardino-Monte Sacro e associazioni come Insieme per l’Aniene e un rinvio a giudizio nell’ottobre 2020 per violazione del codice dei beni del paesaggio, abusi edilizi e per aver ottenuto il permesso a costruire adducendo il possesso di requisiti inesistenti, finalmente il permesso di costruire (PdC) del dicembre 2016 è stato annullato
Come spiega sulla sua pagina Facebook Giovanni Caudo, presidente del Municipio III di Roma, «Dopo un anno e mezzo dalla nostra prima richiesta di verifica – era il 6 agosto del 2018 – e dopo 6 mesi dall’ultima richiesta formulata dal Municipio, dopo la partecipazione alla commissione Capitolina congiunta mobilità e urbanistica, in data 30 dicembre 2020 è stata emessa dal direttore del Dipartimento pianificazione e attuazione urbanistica di Roma Capitale la Determina dirigenziale che annulla il permesso di costruire n.275 del 19/12/2016. Il Municipio è sempre dalla parte dei cittadini con responsabilità e con pazienza. La verifica della legalità degli atti è ciò che abbiamo sempre invocato, l’annullamento del PdC è importante e consente ora di fare defintiivamente chiarezza. Continueremo a seguire la vicenda con lo stesso spirito di tutti questi mesi, con responsabilità e serietà. Intanto una buona notizia».
Anche Riccardo Corbucci, coordinatore PD a Roma, evidenzia che «Dopo anni di battaglie dei cittadini di Città Giardino il 30 dicembre 2020 è stata firmata dal direttore del Dipartimento pianificazione e attuazione urbanistica di Roma Capitale, la Determina dirigenziale che annulla il permesso di costruire n. 275 del 19 dicembre 2016 per la palazzina di Via Favignana. Il III Municipio di Roma ha sempre cercato la verità su questa vicenda e il Partito Democratico non ha mai avuto dubbi nel difendere i cittadini e i residenti del quartiere, ai quali è stata sottratta una pista ciclabile nel Parco. La verifica della legalità degli atti è ciò che abbiamo sempre voluto e sono convinto che la magistratura saprà anche accertare eventuali responsabilità. Quello che serve adesso è intervenire immediatamente per ripristinare lo stato dei luoghi. La vicenda sarà purtroppo ancora lunga, ma sono convinto che alla fine avremo giustizia. Un grazie ai cittadini per la loro battaglia».
Una battaglia che però, va ricordato, inizialmente non aveva trovato molto ascolto a livello politico e amministrativo (Insieme per l’Aniene recentemente denunciava anche «un rumoroso silenzio di gran parte dell’ambientalismo e dell’escursionismo romano») ma che cittadini e associazioni hanno tenacemente portato avanti, con manifestazioni, spulciando documentazione e informando, fino a che non sono riusciti a sfondare quello che sembrava un muro di gomma.
Un esempio di come una battaglia disinteressata per difendere un bene comune e diritti ambientali e di cittadinanza possa avere successo se viene portata avanti con tenacia e chiedendo il rispetto di normative urbanistiche e leggi.