Ciafani: «Resterà più economico e facile far “girare” le merci su gomma»

Sì alla Tav Torino-Lione dal Governo M5S-Lega, ma i finanziamenti per i pendolari dove sono?

Legambiente Piemonte: «Tra il 2009 e il 2018 -20,4% ai finanziamenti statali per il trasporto ferroviario, a cui si potrebbe aggiungere a fine anno un ulteriore taglio di 300 milioni per la clausola di salvaguardia nella legge di Bilancio»

[25 Luglio 2019]

«La Tav, oltre ad essere un’opera inutile e costosa, non sposterà un solo tir dalla strada visto che resterà più economico e facile far “girare” le merci su gomma». Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – associazione ambientalista storicamente contraria alla realizzazione della Tav Torino-Lione – interviene sul via libera all’opera confermato ormai anche dal Governo M5S-Lega inserendolo in un contesto più ampio:  «È incredibile che in un anno di discussione sull’alta velocità Torino-Lione e sul trasporto merci, nel governo non si sia fatto alcun passo avanti nella direzione di politiche che, sull’esempio svizzero e austriaco, decidano di chiudere al trasporto su strada o a tassarlo».

Per quanto riguarda invece il trasporto delle persone, e dunque la vita quotidiana di migliaia di pendolari, i progressi finora non sono stati maggiori: secondo i dati raccolti da Legambiente in Piemonte nel 2017 sono state in media 166.445 le persone che ogni giorno hanno preso un treno, in diminuzione rispetto al 2016 quando si attestavano a 167.556 mila. Per tornare almeno ai 175.400 viaggiatori del 2011 servono maggiori investimenti. Sempre in Piemonte gli stanziamenti per il servizio ferroviario si attestano a 5,51 milioni di euro l’anno, appena lo 0,05% del bilancio regionale.

«Se davvero si volesse investire su spostamenti efficienti e non inquinanti – aggiunge Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte – non avremmo dovuto assistere ad un riduzione dei finanziamenti statali per il trasporto ferroviario del -20,4%, tra il 2009 e il 2018, a cui si potrebbe aggiungere a fine anno un ulteriore taglio di 300 milioni, per la clausola di salvaguardia nella legge di Bilancio che ha buone probabilità di scattare vista la situazione economica. E proprio in Piemonte i dati indicano che l’emorragia di pendolari avuta a partire dal 2011 per effetto del taglio di 14 linee cosiddette “minori” non si è ancora arrestata».