Ue, urbanisti italiani contro il Governo Meloni su direttiva Case verdi e ripristino della natura
Inu: «La mancanza di sostegno alla proposta di Nature restoration law non può essere condivisa dagli urbanisti e pianificatori territoriali»
[2 Maggio 2024]
Dopo le associazioni ambientaliste, le Accademie nazionali delle scienze di tutta Europa e la fondazione delle utility italiane, anche l’Istituto nazionale di urbanistica (Inu) si schiera per l’approvazione della legge europea sul ripristino della natura.
«La mancanza di sostegno del Governo italiano alla proposta di Nature restoration law dell’Unione europea non può essere condivisa dagli urbanisti e pianificatori territoriali – spiega l’Inu – Recuperare la naturalità specialmente all’interno delle metropoli, delle conurbazioni ed in generale nelle zone antropiche è indispensabile per combattere l’inquinamento dell’aria, dell’acque e del suolo in maniera sostenibile, per mitigare i pericoli naturali secondo approcci consapevoli della complessità dei processi biotici, per consolidare la biodiversità funzionale non solamente alla diversità delle specie viventi ma anche per rendere l’ambiente di vita più sano combattendo, per esempio, le isole di calore e, più in generale, fornendo una vasta gamma di servizi ecosistemici».
Eppure a oggi la proposta normativa sul ripristino della natura, a cui manca solo il voto del Consiglio europeo, è stata bloccata: 8 Stati membri tra cui l’Italia hanno ritirato il loro appoggio, provocando uno stallo nel percorso attuativo.
«L’Inu continuerà a chiedere ai suoi membri – proseguono dall’Istituto – di lavorare per perfezionare teorie, tecniche e pratiche rivolte a restituire ai fiumi e corsi d’acqua il loro ambiente di suolo permeabile, flora e fauna; a ripopolare di boschi e foreste gli incolti periurbani; a depavimentare suoli impermeabilizzati; a promuovere il drenaggio urbano sostenibile; a progettare infrastrutture verdi e blu. La maggiore conoscenza diffusa dei benefici di questa linea di lavoro e la possibilità di verificare con realizzazioni concrete sperimentali quali sono gli effetti pratici potranno essere il sostegno più efficace che potremo offrire all’avanzamento della legge».
In parallelo, in Europa è stata almeno adottata la nuova direttiva sulla prestazione energetica degli edifici (Epbd), cosiddetta “Case verdi”, anche se coi (soli) voti contrari di Italia e Ungheria.
«L’opposizione alla direttiva sulle case green rischia di rivelarsi scarsamente lungimirante – conclude nel merito l’Inu – L’adeguamento del patrimonio immobiliare del nostro Paese, tra i meno performanti, è un obiettivo che va in ogni caso perseguito. Oltre che contribuire a mitigare il riscaldamento globale, incide sull’indipendenza energetica dell’Italia con tutti i benefici per il bilancio delle famiglie».