Umbria, contributo ambientale per attività estrattive torna ai livelli del 2007. Legambiente contro
«Atto gravissimo e ingiustificato: si continua favorire gli interessi di pochi a discapito del patrimonio ambientale e del territorio»
[26 Marzo 2015]
Il Consiglio Regionale e la Giunta fanno l’ennesimo regalo, da campagna elettorale, a chi mangia e consuma il paesaggio e l’ambiente con la scusa che il comparto edile e quello estrattivo sono in crisi.
Questo privilegio riservato in Umbria solo ai cavatori si aggiunge alla proroga delle autorizzazioni per i volumi di materiale non estratto e segue la moratoria di due anni di cui il comparto delle attività estrattive ha beneficiato per il versamento dei canoni di concessione dovuti per 2014 e 2015. Senza dimenticare che in Umbria il canone di concessione per le attività estrattive non arriva nemmeno ad un decimo del prezzo di vendita ed è già tra i più bassi d’Italia e addirittura è una cifra ridicola se confrontata con quelle della Gran Bretagna che toccano il 20% del prezzo di vendita.
Quello assunto dal Consiglio regionale e dalla Giunta regionale è un atto gravissimo e ingiustificato visto che la concessione è un’indennità dovuta a fronte di un’attività che crea un danno alla collettività, al territorio e al paesaggio non è con l’eliminazione del canone di concessione che si risollevano le imprese estrattive e l’edilizia, ma promuovendo una innovazione capace di fare di questa attività un settore all’avanguardia, puntando sul recupero degli inerti e garantendo la tutela del paesaggio.
di Legambiente Umbria