L’atto legislativo è stato adottato dal Consiglio europeo con la sola posizione contraria dell’Italia
Allevamenti intensivi, ecco cosa prevede la nuova direttiva Ue sulle emissioni industriali
Cupi (Animal equiality): «Il nostro Governo si dimostra ancora una volta tra i più retrogradi in Europa»
[18 Aprile 2024]
Nei giorni scorsi il Consiglio europeo ha adottato la nuova direttiva sulle emissioni industriali, che include anche i grandi allevamenti zootecnici, tra cui quelli di maiali, polli e galline. L’Italia è stato l’unico Stato membro a opporsi, inutilmente visto il risultato finale.
La direttiva sulle emissioni industriali è il principale strumento dell’Unione europea che regola l’inquinamento provocato dagli impianti industriali. Al fine di ridurre ulteriormente le emissioni industriali, la direttiva rivista include ora nel suo campo di applicazione un maggior numero di allevamenti intensivi.
In particolare, la direttiva impone ai grandi allevamenti di maiali (oltre 350 unità), di polli sfruttati per la loro carne (oltre 280 unità) e di galline ovaiole (oltre 300 unità), di rendicontare e monitorare le proprie prestazioni ambientali e impegnarsi per controllare le rispettive emissioni.
Gli Stati membri, Italia compresa nonostante il voto contrario, dovranno quindi stabilire sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive per il mancato rispetto della direttiva. In caso di violazioni gravi, gli operatori rischiano sanzioni non inferiori al 3% del fatturato annuo.
«Il nostro Governo si dimostra non solo ancora una volta tra i più retrogradi in Europa rispetto agli interventi necessari per limitare gli effetti disastrosi dell’inquinamento zootecnico, ma anche poco interessato a schierarsi contro le brutalità che gli animali sono costretti a subire a causa dello sfruttamento dell’industria», commenta Matteo Cupi, vicepresidente di Animal equality Europa.