Benessere animale: il Comitato dei cittadini promotori della ICE End the Cage Age valuta vie legali

Eurobarometro conferma il sostegno schiacciante dell’opinione pubblica al divieto di allevamento in gabbia

[20 Ottobre 2023]

Dopo che il sondaggio di Eurobarometro ha rivelato che una schiacciante maggioranza degli europei (89%) e degli italiani (91%) è favorevole al divieto dell’allevamento di animali in gabbie singole e che un’ampia maggioranza di cittadini europei (84%) e italiani (88%) desidera che il benessere degli animali allevati a scopo alimentare sia maggiormente tutelato, il  Comitato cittadino promotore dell’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) “End the Cage Age” fa notare che «Eppure, finora la Commissione europea ha disatteso le aspettative dei suoi cittadini, non pubblicando la proposta di revisione della normativa sul benessere animale che avrebbe dovuto contenere anche il divieto legislativo di allevamento in gabbia».

Era il 2018 quando 7 cittadine e cittadini di tutta Europa (Francia, Grecia, Germania, Italia, Polonia, Paesi Bassi e Repubblica Ceca) hanno dato vita a “End the Cage Age”, l’ICE per la fine dell’uso delle gabbie negli allevamenti che, in seguito a una campagna condotta da oltre 170 associazioni europee, ha raccolto ben 1,4 milioni di firme certificate in tutta l’Ue, ottenendo un risultato senza eguali: l’impegno formale, da parte della Commissione europea, di proporre entro il 2023 una normativa per mettere fine all’era delle gabbie. Ed è proprio questo impegno che non è stato rispettato dalla Commissione».

La coalizione ricorda che «Ogni anno, nell’Ue, circa 300 milioni di animali allevati a scopo alimentare trascorrono tutta o buona parte della loro vita rinchiusi in gabbie, recinti o box, che causano loro enormi sofferenze. Galline ovaiole e conigli, ad esempio, sono confinati in spazi equivalenti a un foglio A4. Le scrofe invece sono costrette a trascorrere quasi metà dell’anno in gabbie in cui non possono nemmeno girarsi su sé stesse».

Ora  “End the Cage Age” – sostenuto da Compassion in World Farming e che in Italia vede una coalizione di 22 associazioni: Amici della Terra, Animal Aid, Animal Equality Italia, ALI – Animal Law Italia, Animalisti Italiani, CIWF Italia Onlus, Confconsumatori, ENPA, Essere Animali, HSI/Europe, Il Fatto Alimentare, Jane Goodall Institute Italia, LAC – Lega per l’Abolizione della Caccia, LAV, Legambiente, LEIDAA, LNDC Animal Protection, LUMEN, OIPA, Partito animalista, Terra Nuova, Terra! Onlus – di fronte al sondaggio Eurobarometro e all’atteggiamento dilatorio della Commissione europea ha dichiarato che intende muovere i primi passi verso un’azione legale: «Quindi End the Cage Age, in quanto ICE, ovvero lo strumento democratico volto ad aumentare il coinvolgimento della cittadinanza negli affari dell’Ue, potrebbe diventare la cartina di tornasole per la credibilità delle istituzioni democratiche europee».

Infatti, la pubblicazione delle nuove norme per la fine dell’allevamento in gabbia, era attesa entro settembre come parte di uno storico pacchetto legislativo di riforma della normativa sul benessere animale. Martedì scorso la Commissione Ue non ha però incluso questa proposta nel suo programma di lavoro e i 7 cittadini del Comitato si preparano a intraprendere vie legali per rispondere alla mancata azione da parte della Commissione.

In una dichiarazione congiunta, le associazioni italiane che sostengono End the Cage, x concludono: «Abbiamo accolto con grande favore la pubblicazione dell’ultimo sondaggio ufficiale dell’Ue sul benessere animale, in quanto dimostra ciò che è oramai risaputo: la cittadinanza europea ha molto a cuore gli animali e nove europei su dieci sono favorevoli al divieto legislativo delle gabbie. E questo divieto è sostenuto da uno schiacciante 91% di persone in Italia. Nonostante la Commissione abbia preso un impegno formale di fronte agli 1,4 milioni di cittadini e cittadine che hanno sostenuto la ICE End the Cage Age, la Presidente von der Leyen sembra prestare ascolto alle grandi lobby agricole piuttosto che rispettare la volontà di milioni di cittadine e cittadini europei. Abbiamo motivo di credere che la storica proposta di divieto delle gabbie sia già pronta e ulteriori ritardi non sono giustificabili. La Commissione deve tenere fede al suo impegno con i cittadini dell’Ue, ora!».