Il crollo degli stock di merluzzo è causato sia dalla pesca che dal cambiamento climatico
Lo dimostra per la prima volta FishClim. La componente climatica sta diventando preponderante
[25 Novembre 2022]
Lo studio“Addressing the dichotomy of fishing and climate in fishery management with the FishClim model”, pubblicato su Nature Communications Biology da Grégory Beaugrand, Alexis Balembois e Loïck Kléparski del Laboratoire d’océanologie et de géosciences – CNRS/Université du Littoral Côte d’Opale e da Richard Kirby della Secchi Disk Foundation, ha utilizzato un nuovo modello numerico – FishClim – per dimostrare come la pesca e il clima influenzano gli stock di merluzzo nel Mare del Nord.
Lo studio franco-statunitense indica che «L’influenza climatica è aumentata in modo significativo e che questa tendenza dovrebbe continuare». Risultati suggeriscono che «Un adeguamento dinamico delle quote di pesca in base al clima ritarderebbe il collasso degli stock di merluzzo di quasi 20 anni e aumenterebbe le catture totali di quasi il 30%».
Al Laboratoire d’océanologie et de géosciences en videnziano che «Separare gli effetti della pesca e del clima sugli stock ittici è difficile perché generalmente non esiste una stima dell’influenza dell’ambiente in assenza di sfruttamento. Allo stesso modo, gli effetti della pesca non possono essere stimati in assenza di fluttuazioni climatiche poiché il clima è in continua evoluzione». Ma FishClim fa finalmente luce su questa questione. Infatti, integra sia i fattori ambientali controllati dalle condizioni climatiche (temperatura, batimetria, quantità di cibo disponibile, ecc.) sia l’influenza dell’intensità di pesca. Il nuovo modello n umerico riproduce così fedelmente l’evoluzione dello stock di merluzzo nella Manica e nel Mare del Nord dal 1963 ad oggi, e consente di sperimentare diversi scenari futuri.
I ricercatori dicono che «I risultati mostrano innanzitutto che gli effetti climatici e quelli legati alla pesca sono strettamente intrecciati. Interagiscono inducendo sinergie o antagonismi, a seconda del periodo. Ma la loro rispettiva influenza sullo stock di merluzzo è variata nel tempo. Dal 1963 al 2019 lo stock è stato interessato per il 55% dallo sfruttamento e per il 45% dal regime climatico, ovvero dalla temperatura media di un dato periodo. Tuttavia, oggi l’influenza climatica è notevolmente aumentata: è del 64%». E secondo FishClim dovrebbe aumentare ulteriormente negli anni a venire.
Un’altra lezione che viene da questo studio è che «Se il regime climatico persiste o diventa ancora più sfavorevole, molti stock di merluzzo situati al centro ea sud del Mare del Nord scompariranno; indipendentemente dalle quote di pesca imposte». Ma FishClim mostra anche che «Adattando la gestione della pesca al clima, sarebbe possibile estendere lo sfruttamento degli stock per un periodo di oltre 20 anni e quindi aumentare le catture cumulative di quasi il 30%».
Al Laboratoire d’océanologie et de géosciences concludono: «Questi risultati invitano a riflettere sulla gestione degli stock ittici senza considerare gli effetti del cambiamento climatico sulle specie. Il gruppo di ricerca vuole continuare il suo lavoro adattando FishClim ad altre specie di pesci, ma anche estendendo il suo lavoro sul merluzzo all’intero Oceano Atlantico».