Il Governo riporta la pesca a strascico sottocosta, contro il granchio blu

Contrarietà unanime di ambientalisti e scienziati: «Una cura peggiore del male, con conseguenze devastanti per l’ecosistema e ricadute anche sulla pesca artigianale»

[29 Settembre 2023]

Dopo il primi 2,9 mln di euro stanziati dal Governo Meloni a sostegno della filiera ittica contro l’invasione del granchio blu, il ministero dell’Agricoltura ha destinato allo scopo altri 10 mln di euro ma anche «battagliato e ottenuto la deroga (europea, ndr) che consente la pesca a strascico entro le tre miglia».

Si tratta di una retromarcia rispetto al divieto introdotto dall’Ue nel 2006 in tutte le sue acque, considerato il forte impatto di questa tecnica di pesca nelle zone costiere.

Per questo gli ambientalisti denunciano compatti – con una nota congiunta firmata da Wwf, Greenpeace, Legambiente, Marevivo e MedReAct – l’iniziativa del Governo come «una cura peggiore del male: conseguenze devastanti per l’ecosistema, con ricadute anche sulla pesca artigianale».

Si tratta dell’ennesimo fronte aperto col Governo Meloni, sempre più distante dalle istanze ambientaliste; la stessa preoccupazione è stata espressa anche dalla comunità scientifica nazionale, su iniziativa dei ricercatori attivi nel nord Adriatico – una delle aree più interessate dalla presenza del granchio blu – in una lettera congiunta inviata alla Commissione europea.

L’utilizzo della pesca a strascico sottocosta provocherebbe peraltro, la cattura di novellame di specie ad alto valore commerciale, con impatti negativi a medio e lungo termine per tutto il settore della pesca.

«La complessità della situazione – dichiarano gli ambientalisti – richiede che qualsiasi misura proposta atta a gestire questa emergenza deve essere condivisa con tutti gli stakeholders e valutata dalla comunità scientifica, al fine di evitare ulteriori danni a livello di ecosistema. L’emergenza granchio blu è già stata affrontata in altri paesi del Mediterraneo come Tunisia, Spagna, Grecia, e anche in Italia (caso della laguna di Lesina) senza ricorrere allo strascico, bensì adattandosi alla pesca con nasse, strumenti efficaci e più selettivi, e aprendo con successo nuove filiere e linee di commercializzazione».