La Commissione Ue si rimangia le promesse sul benessere animale
La von der Leyen non pubblica la proposta legislativa sul divieto dell’uso delle gabbie in Europa
[17 Ottobre 2023]
Nel 2020, la Commissione europea si era impegnata a rivedere la legislazione sul benessere degli animali nell’ambito della strategia Farm to Fork e dell’European Green Deal, ma oggi – dopo giorni di polemiche accuse e voci – Animal Equality, Animal Law Italia, CIWF Italia, Essere Animali e LAV, organizzazioni italiane aderenti a Eurogroup for Animals, denunciano che «Secondo il programma di lavoro trapelato a Bruxelles, la Commissione non ha incluso le proposte promesse per l’aggiornamento delle ormai antiquate normative di protezione degli animali allevati, impegnandosi a presentare solo una proposta per modificare il regolamento sui trasporti di animali vivi, che sarà pubblicata a dicembre, prima della scadenza dell’attuale mandato».
La scorsa settimana, decine di organizzazioni per la protezione degli animali, diversi eurodeputati e numerosi sostenitori si sono riuniti davanti alla sede della Commissione europea a Bruxelles per chiedere pubblicamente alla Presidente Ursula von Der Leyen di pubblicare tutte le proposte di revisione della legislazione sul benessere animale. Gli eurodeputati presenti hanno definito la mancata presentazione delle proposte da parte della Commissione Ue «Un fallimento democratico».
Anche Jane Goodall. la famosa etologa e conservazionista, messaggera di Pace dell’Onu ite e fondatrice del Jane Goodall Institute, ha inviato una lettera e un vide-messaggio alla von der Leyen per chiederle un incontro urgente per discutere della questione e ha detto: «Ogni anno 300 milioni di animali senzienti sono rinchiusi in gabbia, confinati in allevamenti industriali, in tutta l’Ue. Questi sistemi di allevamento intensivo sono obsoleti, causano immense sofferenze a milioni di animali, tutti in grado di provare frustrazione, paura e dolore… Sono rimasta davvero sconvolta quando la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo stato dell’Unione, non ha rinnovato l’impegno a presentare le riforme. Sembra che abbia dato ascolto alle grandi aziende, piuttosto che ai milioni di cittadini europei che sostengono il divieto di allevamento in gabbia promesso».
La coalizione italiana End the Cage Age aveva già messo sotto accusa la Commissione europea: «E’ uno scandalo e un tradimento nei confronti dei cittadini europei che l’Ue ascolti la grande industria e ignori invece la volontà delle persone, 94% delle quali credono fermamente che il benessere degli animali allevati a scopo alimentare sia importante.Le ICE sono uno strumento di partecipazione democratica, introdotto per dare alle persone la possibilità di influenzare il processo decisionale in modo diretto. Più di 1,4 milioni di cittadini e cittadine dell’UE hanno sostenuto l’ICE End the Cage Age e la Commissione UE si è ufficialmente impegnata ma, nonostante l’impegno preso già nel 2021, la proposta legislativa di divieto dell’allevamento in gabbia non è ancora stata presentata. Sarebbe oltraggioso se la Commissione facesse un voltafaccia rimangiandosi la parola data e ignorando la volontà dei cittadini in questa fase. La campagna per mettere fine all’allevamento in gabbia sarà ora intensificata in tutta Europa per fare in modo che l’UE presenti la proposta legislativa di divieto e le gabbie siano finalmente relegate al passato».
Animal Equality, Animal Law Italia, CIWF Italia, Essere Animali e LAV evidenziano che «Restano in sospeso le normative sugli animali da allevamento, sulla macellazione e sull’etichettatura. Particolarmente preoccupante è l’assenza di una chiara tempistica per il regolamento sulle condizioni degli animali in allevamento, attraverso il quale la Commissione avrebbe dovuto mantenere l’impegno, preso formalmente e pubblicamente dalla Commissione stessa nel 2021, di proporre una legislazione per eliminare gradualmente le gabbie, in risposta all’Iniziativa dei Cittadini (ICE) “End the Cage Age”, firmata da 1,4 milioni di cittadini. Pertanto la mancata menzione delle suddette proposte normative nel programma di lavoro rende molto probabile che vengano differite alla prossima Commissione, lasciando così miliardi di animali non protetti per gli anni a venire e il futuro delle proposte stesse in bilico».
Un altro importante documento mancante è il Quadro legislativo per i sistemi alimentari sostenibili (FSFS), che era atteso per la fine del 2023 e le associazioni evidenziano che «Il rinvio di questa iniziativa faro della Farm to Fork ostacolerà la necessaria trasformazione del sistema alimentare e non riuscirà ad allineare le politiche agricole e alimentari con gli obiettivi di sostenibilità e climatici dell’Ue».
Come se non bastasse, le organizzazioni italiane aderenti a Eurogroup for Animals fanno notare che «Oltre alla strategia Farm to Fork, nel programma è assente la tanto attesa revisione del regolamento REACH nell’ambito della Strategia in materia di sostanze chimiche sostenibili. Questo regolamento fondamentale è stato a lungo discusso come elemento centrale del Green Deal dell’Ue per raggiungere l’obiettivo di un ambiente privo di sostanze tossiche e come elemento chiave per contribuire a promuovere ulteriormente una strategia che anticipi in termini più concreti l’eliminazione graduale dei test sugli animali».
In un comunicato congiunto, Animal Equality, Animal Law Italia, CIWF Italia, Essere Animali e LAV evidenziano: «Siamo estremamente delusi dal fatto che la Commissione non abbia avuto la volontà politica di impegnarsi a mantenere la sua promessa, voltando le spalle ai cittadini e alla scienza. Per decenni abbiamo avuto numerosi dialoghi, valutazioni d’impatto e pareri scientifici. Le petizioni, le ICE e l’Eurobarometro speciale del 2016 dimostrano chiaramente che i cittadini europei vogliono di più per gli animali, eppure la lobby industriale, a cominciare da quella zootecnica,continua ad avere il sopravvento. Noi però non ci arrendiamo e continueremo a fare pressione affinché la Commissione europea si impegni a rispettare un calendario chiaro per le altre proposte, a cominciare dal promesso divieto dell’allevamento in gabbia. Il momento è adesso. Non accetteremo altri ritardi»