La nuova epidemia di influenza aviaria è la peggiore mai registrata in Europa e negli Stati Uniti
Nel Regno Unito l’influenza aviaria ha ucciso 700.000 tacchini ruspanti
[30 Novembre 2022]
Il governo conservatore britannico ha recentemente ordinato che in Inghilterra tutto il pollame e gli uccelli in cattività siano tenuti al chiuso per combattere l’influenza aviaria e, intervenendo a un’audizione della commissione parlamentare per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali del Regno Unito, Richard Griffiths, amministratore delegato del British Poultry Council, ha detto che, a causa dell’influenza aviaria, sono morti 600.000 dei circa 1,3 milioni di tacchini ruspanti allevati in Inghilterra e ha sottolineato che «I costi per l’industria sono potenzialmente enormi».
Ma cosa sta succedendo? L’influenza aviaria è una malattia infettiva del pollame e degli uccelli selvatici che esiste da un secolo. Di solito l’epidemia scoppia in autunno per poi svanire. Paul Digard, professore di virologia al Roslin Institute dell’Università di Edimburgo ricorda su BBC News che «Ha avuto origine tra le anatre in Europa e in Asia e si è diffuso ad altri uccelli».
Il virus H5N1, che attualmente è il ceppo più diffuso, è stato segnalato per la prima volta in Cina nel 1996 e da allora ci sono state sporadiche epidemie. Ma quest’anno il virus è durato molto più a lungo del solito. Il ceppo H5N1 è mortale e, attraverso gli escrementi e la saliva o mangime e acqua contaminati, può infettare interi stormi di uccelli domestici nel giro di pochi giorni.
L’attuale ondata di influenza aviaria è la peggiore mai registrata in Europa e negli Stati Uniti. Intervistato da BBC News, Munir Iqbal del Pirbright Institute, ha sottolineato che «160 milioni di uccelli domestici in tutto il mondo sono stati uccisi da questo virus o hanno dovuto essere abbattuti dagli allevatori per contenerlo. Questo include 100 milioni di uccelli domestici negli Stati Uniti e in Europa».
Nei paesi dell’Europa occidentale l’influenza aviaria ha portato a carenze di uova nei negozi e a timori che manchino i tacchini sulle tavole di Natale.
Ma l’influenza aviaria ha avuto un impatto record sull’avifauna selvatica e a essere particolarmente colpiti sono gli uccelli marini. Iqbal evidenzia che «L’attuale virus ha colpito 80 diverse specie di uccelli. Ad esempio, ha ucciso il 40% della popolazione di skua in Scozia e 2.000 pellicani dalmati in Grecia».
Per Louise Moncla, una nota veterinaria dell’università della Pennsylvania – Philadelphia, «Questa enorme epidemia si è diffusa anche in specie come foche e volpi. Questi focolai sono iniziati in Europa, poi si sono diffusi in Nord America e, a differenza dei focolai passati, non si sono estinti».
Anche secondo Rebecca Poulson della Georgia University, «Siamo nel bel mezzo di un’epidemia senza precedenti di malattie della fauna selvatica, la cui ampiezza e portata è sbalorditiva».
Gli scienziati non sono sicuri del perché questo focolaio sia molto peggiore di altri. Può darsi che il virus sia mutato per consentirgli di diffondersi più facilmente da un uccello all’altro o di restare più a lungo nell’ambiente.
L’olandese Nancy Beerens, esperta di influenza aviaria della Wageningen Bioveterinary Research, che analizza campioni sospetti di influenza aviaria, afferma che «Il virus potrebbe ora essere onnipresente negli uccelli selvatici. Poiché il virus ora ha infettato molte specie di uccelli selvatici, è improbabile che scompaia di nuovo dalla popolazione di uccelli».
L’ordine obbligatorio di tenere gli uccelli al chiuso in Inghilterra ha fatto seguito a misure regionali introdotte nel Norfolk, nel Suffolk e in parti dell’Essex. Anche in Irlanda del Nord è stata introdotta un’ordinanza nazionale anti-influenza aviaria, mentre in Galles o in Scozia, la situazione viene monitorata.
Sia il Department for Environment, Food and Rural Affairs (Defra) che il British Poultry Council confermano che «Il problema riguarda i tacchini ruspanti e che non ci sono problemi con le forniture di altri uccelli. Un portavoce del Defra ha detto che il dipartimento sta lavorando a stretto contatto con gli allevatori per mettere in atto misure per fermare la diffusione dell’infezione e che un recente livellamento del numero di focolai suggerisce che le recenti ordinanze di confinamento e abbattimento stanno avendo un impatto.
Secondo il Defra sono già stati abbattuti circa 1,4 milioni di tacchini, ma ogni anno nel Regno Unito ne vengono allevati circa 11 milioni, il che significa che ci sarebbe ancora una buona scorta di tacchini natalizi.
Griffiths ha fatto notare che circa il 36% degli allevamenti di pollame britannici sono ora sottoposti a una qualche forma di controllo, indipendentemente dal fatto che siano stati colpiti o meno: «E’ qualcosa di enorme, e i costi per l’industria e la produzione alimentare sono potenzialmente enormi».
Durante la stessa audizione parlamentare, Paul Kelly, proprietario di un allevamento di tacchini, ha detto: «Penso che sarà solo un problema di fornitura piuttosto che di aumento dei prezzi. Ma quest’anno sugli scaffali ci sarà una grandissima carenza di tacchini ruspanti britannici. Tre dei miei impianti sono stati colpiti. L’epidemia è stata particolarmente dura per i piccoli produttori di tacchini. Un tizio che conosco a Norfolk, una piccola impresa meravigliosa… riforniva i macellai, i ristoranti locali. Tutto il suo allevamento se n’è andato e lui non ha più un’attività. Nessun c<allevatore vuole arrivare a questo. E’ devastante e mentalmente è traumatico per le persone».
La Cina ha vaccinato i suoi allevamenti di pollame domestico, ma altri Paesi non lo fanno perché è difficile giudicare quali uccelli sono stati resi immuni dal vaccino e quali no – e quindi la carne e le uova degli allevamenti vaccinati non possono essere vendute all’estero. Maurice Pitesky della School of Veterinary Medicine dell’università della California – Davis conferma: «Esistono severi controlli sulle esportazioni quando un paese decide di vaccinare».
I governi dei paesi dell’Unione europea e del Nord America hanno invece detto ai loro allevatori di abbattere tutto il pollame in qualsiasi allevamento in cui è scoppiata l’influenza aviaria. Agli allevatori nel Regno Unito e in Francia è stato anche detto di portare al chiuso i branchi di pollame ruspante, per evitare che vengano infettati da uccelli selvatici.
Le misure introdotte di recente consentono agli allevatori britannici di uccidere e congelare tacchini, oche e anatre non infettati e di venderli più vicino a Natale. Il cambiamento dovrebbe aiutare i produttori a evitare i rischi di perdere i loro allevamenti a causa di un abbattimento che coinvolga un’intera area o della malattia.