La strage di pecore nel naufragio nel porto sudanese di Suakin
15.000 pecore affogate. Animal Equality: «E’ il momento di dire basta al trasporto di animali vivi»
[17 Giugno 2022]
Il 12 giugno una nave sovraccarica con a bordo migliaia di pecore è affondata nel porto sudanese di Suakin, nel Mar Rosso, e la maggior parte degli animali sono annegati, mentre tutti i membri dell’equipaggio sono stati tratti in salvo.
Un alto funzionario portuale sudanese, che ha voluto mantenere l’anonimato, ha detto all’AFP che «La nave, Badr 1, è affondata durante le prime ore di domenica mattina, Trasportava 15.800 pecore, il che era oltre i suoi limiti di carico. La nave avrebbe dovuto trasportare solo 9.000 pecore.
Un altro funzionario sudanese si è detto preoccupato perché «La nave affondata influenzerà il funzionamento del porto. Probabilmente avrà anche un impatto ambientale a causa della morte del gran numero di animali trasportati dalla nave».
Omar al-Khalifa, il capo dell’associazione nazionale degli esportatori sudanesi, ha spiegato che «La nave ha impiegato diverse ore per affondare al molo, una finestra temporale che significava che avrebbe potuto essere salvata».
Le pecore dovevano essere esportate in Arabia saudita e Saleh Selim, capo della divisione bestiame dell’associazione esportatori, ha detto che «Il valore totale del bestiame perso si aggira intorno ai 14 milioni di riyal sauditi, l’equivalente di 4 milioni di dollari. Le pecore sono state caricate sulla nave nel porto di Suakin. i proprietari del bestiame hanno recuperato solo circa 700 pecore ma sono state trovate in pessimo stato e non ci aspettiamo che vivano a lungo».
Selim ha chiesto che venga aperta un’indagine sull’incidente anche perché a maggio nell’area cargo del porto di Suakin era scoppiato un grosso incendio, durato ore e che ha causato danni ingeti, e per il quale non sono state ancora chiarite le cause.
La storica città portuale di Suakin era il principale snodo del commercio estero del Sudan, ma è stata sostituita in questo ruolo da Port Sudan, a circa 60 chilometri di distanza lungo la costa del Mar Rosso. Ci sono state iniziative per riqualificare il porto di Suakin, ma un accordo del 2017 con la Turchia per restaurare edifici storici ed ampliare i moli è stato sospeso dopo la cacciata del dittatore Omar al-Bashir e i successivi disordini che hanno portato a un nuovo golpe militare.
Secondo Animal Equality, «La tragedia che ha colpito nel nord-est del Sudan domenica mattina una nave mercantile che trasportava circa 15.800 pecore vive si poteva evitare» e l’associazione animalista «Condanna fermamente il continuo sfruttamento degli animali costretti a subire questi trasporti disumani e spesso in piena violazione delle norme anche minime di benessere animale».
Anche Animal Equality evidenzia che «La nave ha impiegato diverse ore prima di affondare, lasciando probabilmente le pecore agonizzare a lungo prima di trovare la morte».
Animal Equality condanna da tempo il trasporto degli animali vivi che definisce «Una pratica obsoleta e inutile che provoca solo sofferenza per le centinaia di milioni di animali che ogni giorno viaggiano ammassate in condizioni di stress estremo in tutto il mondo».
Alice Trombetta, direttrice esecutiva di Animal Equality Italia, conclude: «Questa pratica tocca da vicino anche l’Unione europea, Italia compresa, per questo è opportuno che la Commissione europea, chiamata a rivedere il regolamento sui trasporti degli animali (Regolamento del Consiglio (CE) n. 1/2005) e a fornire una nuova proposta legislativa nell’autunno del 2023, riveda in modo ambizioso le forme di controllo e di tutela a sostegno del benessere animale. La tragedia che ha coinvolto migliaia di pecore nel Mar Rosso è l’ultimo epilogo di una lunga serie di viaggi infernali che gli animali sono costretti a sopportare tra paura, fame e temperature micidiali, ma il tempo delle scuse è giunto al termine, bisogna agire».