L’allevamento di polpi è una minaccia per l’ambiente, la fauna selvatica e la salute pubblica

Per il governo delle Isole Canarie il report ambientale del progetto di allevamento di polpi è insufficiente

[9 Aprile 2024]

Secondo Compassion in World Farming (CIWF), Eurogroup for Animals e AnimaNaturalis «Nuovi documenti rivelano che il primo progetto di allevamento a scopo commerciale di polpi al mondo non solo ignora le problematiche di crudeltà sugli animali, ma è carente anche nella valutazione delle minacce che un simile impianto porrebbe alla fauna selvatica, all’ambiente e alla salute pubblica».

Le tre ONG protezionistiche chiedono all’azienda di prodotti ittici Nueva Pescanova di abbandonare il progetto perché «Un simile allevamento sarebbe in contraddizione con le rivendicazioni di sostenibilità dell’azienda» ed evidenziano che  «Fra i vari punti critici, l’allevamento rappresenterebbe una minaccia per i delfini e le tartarughe che abitano le acque dove questo dovrebbe sorgere, le quali potrebbero essere inquinate dagli scarichi dell’allevamento stesso. A ciò si aggiungerebbero anche le emissioni di CO2». Secondo i documenti pubblicati recentemente dal governo autonomo delle Isole Canarie, «LE  probabilità che si verifichino simili impatti sono significativamente alte».

Le associazioni ricordano che «I polpi sono creature uniche, intelligenti e per loro natura solitarie, inadatte alle condizioni di sovraffollamento tipiche degli allevamenti intensivi. In tali circostanze, infatti, aumenterebbe il livello di aggressività, con il rischio che si giunga a fenomeni di cannibalismo. In più, i polpi sono animali carnivori, e pertanto in cattività dovrebbero essere nutriti con pesce selvatico, una pratica insostenibile che aumenterebbe la pressione sulle popolazioni ittiche, già sovrasfruttate».

Nel 2021, CIWF ha pubblicato il report Allevamento di polpi – Un disastro annunciato nel quale rivelava le evidenze scientifiche che dimostrano come allevare polpi sarebbe tanto crudele quanto dannoso per l’ambiente. Un anno fa, CIWF e Eurogroup for Animals hanno pubblicato il report Uncovering the horrific reality of octopus farming che bocciava il progetto di Nueva Pescanova di allevare intensivamente, ogni anno, fino a un milione polpi.  Ma sul suo sito internet  Nueva Pescanova  sostiene di essere impegnata a «Tutelare la biodiversità, proteggere l’ecosistema e promuovere l’economia circolare».

L’8 ottobre del 2023, in occasione della Giornata mondiale del polpo, 75 associazioni ed esperti da tutto il mondo – guidate da CIWF ed Eurogroup for Animals – hanno fatto appello al Governo delle Isole Canarie perché respingesse il progetto. In quell’occasione, migliaia di persone sono entrate in azione, chiedendo al Presidente della comunità di bloccare l’allevamento di polpi.

E il Governo delle Canarie ha definito insufficiente il progetto di allevamento di polpi a Porto di Las Palmas, Gran Canaria, e  ha detto che potrebbe: minacciare la fauna locale, inclusi cetacei protetti (delfini e focene) e le vulnerabili tartarughe di mare, attraverso l’inquinamento acustico e dell’acqua a causa dalla sua vicinanza a un’area marina protetta (AMP); mettere a rischio la salute pubblica utilizzando l’acqua marina del porto, la cui qualità non è adeguata alla produzione di cibo per il consumo umano; inquinare attraverso le emissioni di CO2, la diffusione di odori sgradevoli, e gli scarichi che potrebbero contribuire in modo significativo all’aumento dell’inquinamento delle acque portuali; minacciare una specie protetta di alghe – la cystoseira – che è presente nell’area circostante; esaurire ulteriori risorse, inclusa l’energia elettrica, e mettere in atto pratiche insostenibili come l’utilizzo di pesce pescato come mangime e di stabilimenti ad alto consumo energetico.

Intervenendo a nome del team di esperti legali di Legal Natura che ha esaminato i documenti, l’avvocata Maria Angeles López Lax ha rivelato che «Il report ambientale di Nueva Pescanova era inadeguato, carente delle basilari informazioni per consentire al Governo di valutare l’impatto dell’allevamento su ambiente e salute pubblica. E’ responsabilità dell’azienda dimostrare che l’allevamento non avrà ripercussioni sulle specie protette o non metterà a rischio la salute pubblica prima che l’autorizzazione possa essere concessa, eppure l’azienda non ha tenuto conto nemmeno delle più elementari di queste problematiche».

Elena Lara, biologa marina e ricercatrice senior di CIWF, commenta: «Non solo questo allevamento di polpi comporterebbe maltrattamenti verso animali per loro natura solitari e intelligenti, e sarebbe insostenibile dal punto di vista ambientale, ma è anche ipocrita che Nueva Pescanova persegua progetti in contraddizione con le proprie rivendicazioni di sostenibilità aziendale».

Anche per Keri Tietge, policy officer per gli animali acquatici di Eurogroup for Animals, sostiene:«Non esiste alcuna giustificazione per l’introduzione di questo nuovo tipo di allevamento intensivo, proprio quando gli esperti della crisi climatica mettono in guardia sull’urgente necessità di cambiare i nostri sistemi alimentari e di adottare abitudini alimentari più sostenibili. Meritiamo qualcosa di meglio di una continua devastazione ambientale per riempire le tasche delle aziende, e questi animali straordinari meritano di meglio che vite ridotte al confinamento e alla sofferenza».

Cristina Ibáñez, coordinatrice della campagna di AnimaNaturalis, conclude: «La nostra società dovrebbe essere in una fase di progresso verso un trattamento più empatico e rispettoso degli animali. Se questa aberrazione dovesse continuare, nonostante il rifiuto della comunità scientifica e di gran parte della società civile, ci troveremmo di fronte a una grave frattura di questi valori».