L’Olanda ridurrà del 30% gli animali allevati per proteggere l’ambiente
Greenpeace: l’Italia segua l’esempio dei Paesi Bassi
[21 Febbraio 2022]
Il governo di centro destra olandese del premier liberale Mark Rutte ha reso noti i suoi piani per dimezzare le emissioni di azoto nazionali entro il 2030, anche attraverso la riduzione del 30% dei capi allevati. Greenpeace sottolinea che «Si tratta del primo Paese in Europa a prendere questa strada, che il mondo scientifico indica ormai da tempo, avvertendo che le soluzioni tecnologiche non sono sufficienti a ridurre gli impatti del settore zootecnico, se non si interviene anche sul numero e sulla densità degli animali allevati». L’accordo di coalizione prevede 25 miliardi di euro di risarcimenti e incentivi destinati agli allevatori per accompagnare questa transizione.
Greenpeace ricorda che «In Olanda per decenni gli alti livelli di emissioni e di carichi di azoto, dovuti principalmente alla zootecnia, hanno progressivamente deteriorato gli habitat naturali più vulnerabili». A maggio 2021 Greenpeace Nederland aveva inviato al governo una lettera di messa in mora per il mancato rispetto della Direttiva Habitat (articolo 6 paragrafo 2), che impone agli Stati membri di adottare misure appropriate per arrestare il deterioramento degli habitat naturali. La messa in mora era stata accompagnata da un dettagliato rapporto in cui si dimostrava che gli habitat naturali più vulnerabili erano già gravemente compromessi a causa degli elevati livelli di azoto e che serviva un drastico cambio di rotta.
Greenpeace Nederland ha denunciato pubblicamente la negligenza del governo, minacciando di portare lo Stato in tribunale, come sta avvenendo in diversi Paesi europei per l’inadempienza verso la crisi climatica. Nei mesi successivi il governo si è messo all’opera per definire l’accordo di coalizione reso pubblico pochi giorni fa, che vedrà anche il contributo di banche, dell’industria della trasformazione e della distribuzione, al fine di rafforzare la posizione degli allevatori nelle filiere.
Per Greenpeace Nederland quello fatto dal governo «E’ un passo importante, nell’affrontare la crisi della natura. Tuttavia, eravamo molto preoccupati per il fatto che il pacchetto complessivo di misure fosse sufficiente per ripristinare la natura più vulnerabile. E giustamente, a quanto pare. Quando abbiamo lanciato la nostra campagna #natuurzaak all’inizio del 2021, il governo aveva messo a disposizione “solo” 5 miliardi di euro per la conservazione della natura. Tutti sapevano che questo non sarebbe mai stato abbastanza per salvare la natura olandese più vulnerabile, quindi abbiamo iniziato a fare una campagna con altre organizzazioni ecologiche, iniziative alimentari locali, futuri agricoltori e il movimento per la natura nei Paesi Bassi». Lsa fraccolta di firme sulla petizione natuurzaak per una possibile causa contro il governo e i blitz di Greenpeace sul tetto della Camedra dei deputati ha notevolmente aumentato la pressione sulla politica nel 2021: «I 25 miliardi che ora sono nero su bianco nell’accordo di coalizione sono la prova che la campagna per la protezione della natura funziona! – dice Greenpeace Nederland – Siamo in attesa di un piano da parte del governo che dia un’idea di come verranno spesi i 25 miliardi e ci aspettiamo che le prime informazioni in merito vengano pubblicate in primavera. Con questo piano, vogliamo ottenere maggiore chiarezza dal governo su quanto velocemente verranno intraprese le azioni e quanto stanno investendo nella transizione verso un’agricoltura veramente sostenibile, perché è necessario per affrontare la crisi della natura. C’è anche il rischio che il denaro venga investito in “soluzioni” sbagliate, come misure tecniche stabili».
Gli ambientalisti olandesi ric ordano ai loro politici che «La crisi naturale non tarderà ad arrivare. Gran parte della natura olandese sta collassando. Quindi non c’è tempo da perdere. Ecco perché abbiamo chiesto all’ecologo Bobbink e al suo team di condurre una nuova ricerca sulla recuperabilità di tutta la natura altamente sensibile all’azoto nelle aree Natura 2000 nei Paesi Bassi. Le conclusioni sono chiare: il nuovo ministro ha tempo fino alla fine del 2025 per ridurre drasticamente le emissioni di azoto al fine di salvare la natura più vulnerabile. Sapevate che le emissioni di azoto nei Paesi Bassi sono state troppo elevate per quasi cinquant’anni? Di conseguenza, la natura sensibile all’azoto è sempre più danneggiata e la biodiversità ne risente. Il nuovo rapporto dell’ecologo Bobbink dimostra che una “lista nera di 14 habitat” richiede un’azione rapida, perché troppo azoto è stato depositato al suolo per troppo tempo e la possibilità di ripristinare questa natura con misure di ripristino è limitata. Se le emissioni di azoto non si riducono entro quattro anni, il rischio di perdite o danni irreparabili per questi tipi di natura è notevole. Per preservare la natura di questa “lista nera”, quindi, c’è solo una via d’uscita: le emissioni di azoto devono essere ridotte drasticamente e rapidamente. E questo in un lasso di tempo senza precedenti di 4 anni, ovvero il mandato dell’attuale governo.
Greenpeace Nederlanmd rivolge un semplice e concreto appello al nuovo ministro: «Si impegna a preservare e ripristinare lingue di sabbia sul Kootwijkerzand e sull’Hoge Veluwe, aree di torbiera come Alde Feanen o Nieuwkoopse Plassen, aree dunali vulnerabili come le dune dell’Olanda Settentrionale e antiche foreste di querce sul Veluwe? Questi sono esempi dolorosi di una natura sempre più danneggiata. L’eccesso di azoto sconvolge il funzionamento degli ecosistemi, provocando il collasso della biodiversità autoctona. Ciò che rimane sono aree acidificate e sovrafertilizzate con l’azoto dove vivono sempre meno specie autoctone nei Paesi Bassi e in Europa. Il governo non può più aspettare con le misure e dovrà mettersi subito al lavoro. Tutti i settori devono contribuire a risolvere il problema, compresi l’allevamento, l’aviazione, il traffico e l’industria. La principale fonte di scarichi di azoto è l’agricoltura olandese, in particolare l’allevamento. Ecco perché è assolutamente necessario passare all’agricoltura ecologica con meno animali. Insomma, Ministro Van der Wal, mettiamoci al lavoro!»
Simona Savini, campagna Agricoltura di Greenpeace Italia, conclude: «Ora più che mai è necessario sostenere una reale transizione ecologica del settore, riducendo gli animali allevati ma garantendo al tempo stesso al maggior numero possibile di agricoltori qualità e valorizzazione del loro lavoro. L’Olanda manda un segnale forte anche agli altri Paesi europei: è ora di agire con coraggio se si vuole davvero fermare la distruzione della natura in Europa e in altre regioni del mondo, visto che i terreni destinati all’alimentazione animale continuano a divorare preziosi habitat naturali. L’Italia è tra i Paesi europei oggetto di procedure di infrazione per il mancato rispetto della direttiva nitrati, proprio a causa degli eccessivi carichi di azoto dovuti per lo più alla zootecnia intensiva. Con un’inchiesta svolta in Lombardia, la regione italiana che ospita gran parte del patrimonio zootecnico nazionale, Greenpeace ha rivelato come più di un comune lombardo su dieci sia a rischio ambientale per eccessivi carichi di azoto. La riduzione della densità e del numero dei capi allevati continua a essere un tabù per la politica italiana, sebbene il mercato stesso dia indicazioni in tal senso, attraverso cicliche crisi della domanda di prodotti di origine animale che mettono in difficoltà anzitutto gli stessi allevatori, l’anello più debole della catena».