Med Sea Alliance: bene la creazione di un sistema sanzionatorio contro pesca eccessiva e illegale nel Mediterraneo

Sarà più difficile fare pesca a strascico illegale nel Mediterraneo

[14 Novembre 2023]

La Med Sea Alliance, che riunisce 16 organizzazioni ambientaliste europee (compresa l’italiana Marevivo) ha accolto con favore la decisione dei Paesi del Mediterraneo di creare un sistema di sanzioni che consentirà di agire contro i Paesi che continuano a praticare la pesca eccessiva o illegale, e l’ha definita «Un passo cruciale verso la costruzione di una cultura di conformità, che è essenziale per avviare la ricostruzione delle popolazioni ittiche del Mediterraneo».

Secondo le ONG, La raccomandazione vincolante adottata dalla General Fisheries Commission for the Mediterranean (GFCM) durante il suo meeting tenutosi dal 6 al 10 novembre in Croazia ( GFCM 46) «Consentirà finalmente all’organizzazione di agire contro gli Stati membri che non rispettano le sue misure di conservazione, utilizzando un sistema che entrerà in vigore nel 2025. Insieme, i 22 Stati membri della GFCM (più l’Ue) possono ora agire se un membro non riesce a impedire alla propria flotta di pesca a strascico di pescare in zone vietate, o se un membro non rispetta le norme della GFCM sugli attrezzi da pesca o sulle restrizioni di cattura».

Prima del  GFCM 4, le ONG avevano sollecitato l’adozione di un sistema di sanzioni che consentirebbe alla GFCM di affrontare la pesca illegale e i casi di non conformità nella sua regione – un appello supportato da un’analisi giuridica realizzata daTullio Scovazzi, ex professore di diritto internazionale alle università di Parma, Genova, Milano e Milano-Bicocca,  e di Simone Vezzani, professore di diritto internazionale ed europeo all’università di Perugia, Italia, ha confermato che la CGPM ha la competenza per imporre misure correttive in caso di non conformità. L’analisi giuridica conclude che «L’attuale mancanza di un meccanismo di conformità non è una questione legale, ma piuttosto politica». 
Secondo un briefing sull’analisi giuridica  di ClientEarth, Environmental Justice Foundation e Oceana, «in conformità con il diritto internazionale e le regole della GFCM, la GFCM ha la competenza per stabilire un sistema che incentivi e garantisca la conformità attraverso solide misure correttive, tra cui sanzioni legate al commercio. L’istituzione di un tale sistema porterebbe inoltre la CGPM in linea con la pratica di numerose altre organizzazioni regionali di gestione della pesca (ORGP)».

Helena Álvarez, senior marine scientist di Oceana in Europa, sottolinea che «Dopo decenni di inazione contro la pesca illegale e il mancato rispetto delle regole da parte dei Paesi del Mediterraneo, i tempi stanno cambiando. A partire dal 2025, la CGPM avrà finalmente il potere di obbligare i suoi membri ad agire contro coloro che non rispettano i requisiti di cattura o di sbarco o coloro che non impediscono ai pescherecci a strascico di pescare nelle zone in cui questa pesca è vietata».
Per esempio, le misure che la CGPM potrà adottare includeranno una restrizione delle autorizzazioni di pesca o una riduzione dei giorni di pesca consentiti in mare. Tuttavia, secondo le ONG, «E’ fondamentale che il sistema sia completato con ulteriori sanzioni disponibili, per contrastare anche la mancata fornitura dei dati richiesti o la mancata esecuzione dei controlli portuali».

Nils Courcy, giurista senior marine & Mediterranean, di ClientEarth, evidenzia che «Le misure adottate dalla CGPM garantiranno un migliore rispetto di tutte le misure di conservazione e gestione adottate nell’ambito di questa organizzazione. Il rispetto delle regole adottate dai membri della CGPM è un passo essenziale verso il miglioramento dello stato degli stock ittici e degli ecosistemi marini nel Mediterraneo. Questa nuova raccomandazione e le chiare intenzioni annunciate dalla CGPM di estenderla agli obblighi di monitoraggio, controllo e comunicazione entro e non oltre il 2026 rappresentano miglioramenti assolutamente necessari per garantire un ambiente marino sano nel Mediterraneo».
Steve Trent, CEO e fondatore della Environmental Justice Foundation, conclude: «Abbiamo compiuto un passo avanti nella protezione delle popolazioni ittiche del Mediterraneo e degli ecosistemi marini. La CGPM sarà ora in grado di sanzionare le violazioni delle norme di conservazione, il che rappresenta un passo fondamentale sulla strada della ripresa. Il successo degli sforzi di conservazione nel bacino del Mediterraneo dipenderà in gran parte dall’efficacia con cui questo strumento verrà implementato e applicato ed esorto i membri della GFCM ad applicarlo pienamente quando le regole vengono infrante».