Pesci gatto con Dna di alligatore e sterili

Il gene dell'alligatore che codifica la catelicidina per rendere i pesci gatto di allevamento più resistenti alle infezioni

[24 Febbraio 2023]

In Italia il pesce gatto non è certo uno dei pesci più richiesti al ristorante, ma negli Stati Uniti d’America l’allevamento di pesce gatto costituisce circa il 60 – 70% di tutta l’acquacoltura statunitense e negli Stati del sud, dove gli allevamenti di pesce gatto producono milioni di chili di pesce per il mercato,  è un grande affare.

Lo studio “Generation of eco-friendly channel catfish, Ictalurus punctatus, harboring alligator cathelicidin gene with robust disease resistance by harnessing different CRISPR/Cas9-mediated systems”, pubblicato recentemente su bioRxiv  (e non ancora a peer-review) da un team di ricercatori della School of fisheries, aquaculture and aquatic sciences dell’Auburn University, era passato quasi inosservato, ma poi è stato oggetto di un articolo della MIT Technology Review e in molti si sono accorti che si occupava di qualcosa abbastanza preoccupante ma anche promettente: inserire un gene di alligatore nei pesci gatto per ridurre la diffusione delle malattie negli impianti di acquacoltura statunitensi. All’Auburn University  spiegano che «Il gene dell’alligatore codifica la catelicidina, una proteina antimicrobica che si ritiene aiuti gli alligatori a evitare che si infettino le ferite che si provocano durante i combattimenti tra loro».

L’autore senior dello studio, Rex Dunham ha proposto di inserire artificialmente quel gene nei genomi dei pesci gatto per renderli più resistenti alle infezioni. Gli scienziati dell’Auburn University hanno anche trovato un modo per garantire che ,in caso di fuga dagli impianti di acquacoltura, i  pesci gatto transgenici non possano riprodursi e causare danni sostituendo le specie autoctone in natura.

Per inserire il gene dell’alligatore per la catelicidina nella parte del genoma del pesce gatto che codifica per un importante ormone riproduttivo. il team guidato da Jinhai Wang, Baofeng Su e Dunham ha utilizzato lo strumento di editing genetico CRISPR e spiega che «Senza l’ormone, i pesci non sono in grado di deporre le uova».

I test hanno dimostrato che «I pesci geneticamente modificati sembrano più resistenti alle infezioni». I ricercatori hanno messo due diversi tipi di batteri che causano malattie i acquari con dentro pesci gatto e hanno scoperto che «I pesci geneticamente modificati avevano molte più probabilità di sopravvivere rispetto ai pesci che non avevano l’editing genetico». Dunham cinferma: «Il tasso di sopravvivenza del pesce transgenico con la catelicidina era tra due e cinque volte superiore».

Lo studio evidenzia che «I pesci gatto transgenici sono anche sterili e non possono riprodursi a meno che non vengano iniettati con ormoni riproduttivi. Si tratta di una svolta nella genetica dell’acquacoltura per limitare la riproduzione dei pesci e impedire la creazione di genotipi transgenici o domestici nell’ambiente naturale».

Gli scienziati di Auburn sperano che il loro pesce gatto transgenico venga approvato per essere venduto e mangiato. Ma potrebbe volerci un po’. Finora, solo un altro tipo di pesce geneticamente modificato ha  ricevuto l’approvazione negli Usa. M nel  2021, il salmone AquAdvantage è entrato nel mercato statunitense 26 anni dopo che AquaBounty aveva richiesto per la prima volta l’approvazione alla Food and Drug Administration. L’azienda vende salmoni che hanno un gene in più prelevato dal genoma di un altro tipo di salmone per farli crescere più grandi.

Gli esperti del settore sono cauti. Greg Lutz della Louisiana State University, che da decenni studia il ruolo della genetica nell’acquacoltura, ha detto alla MIT Technology Review: «Ho pensato: cosa diavolo è? Chi avrebbe mai pensato di farlo? E perché dovrebbe?». Ma lo se stesso Lutz ammette che «La ricerca è promettente nel ridurre potenzialmente i rifiuti generati dagli allevamenti ittici, che è stato un obiettivo dell’editing genetico negli animali d’allevamento. Allevare pesci più resistenti alle malattie richiederebbe meno risorse e produrrebbe meno rifiuti». E’ però scettico sul fatto che il pesce gatto-alligatore transgenico rappresenti il ​​futuro dell’acquacoltura: «La procedura di modifica genetica utilizzata dal team dovrebbe probabilmente essere eseguita per ogni ciclo di deposizione delle uova per il pesce gatto ibrido comunemente utilizzato nell’allevamento ittico. E’ semplicemente troppo difficile produrre abbastanza di questi pesci per ottenere una linea vitale e geneticamente sana».

La domanda è: la gente mangerà un pesce gatto nel quale è stato iniettato il DNA di alligatore? Luz ci scherza su: «Sono sicuro checi saranno persone che si aspettano davvero che quel pesce gatto abbia una bocca grande e lunga con denti appuntiti per morderli».

Ma Su fa notare che «Una volta che il pesce è cotto, la proteina prodotta dal gene dell’alligatore perderà la sua attività biologica, quindi è improbabile che abbia conseguenze per la persona che mangia il pesce». E Dunham conclude: «Inoltre, le persone mangiano già carne di alligatore. Io lo mangerei in un batter d’occhio».