Bolsonaro: «I veri uomini non prendono il coronavirus». L’opposizione: «Il Brasile non può essere distrutto da Bolsonaro»
Roussef: «Famigerato e irresponsabile». Guimarães: «Un idiota pericoloso». Greenpeace: «No a contrapposizione tra lavoro e salvare vite umane»
[31 Marzo 2020]
Se qualcuno volesse rendersi conto di cosa vuol dire avere un neofascista, ultraliberista, sovranista, omofobo e negazionista climatico alla guida di un Paese al tempo del coronavirus, restando nell’Unione europea, basterebbe pensare a quel che è successo in Ungheria, dove Orban si è fatto dare da un Parlamento ridotto a bivacco di manipoli quei pieni poteri che il suo amico Salvini chiedeva solo un’estate fa, dopo ver tentato di chiudere il Parlamento italiano, con una manovra di palazzo maldestramente concepita al Papeete di Milano Marittima dopo un mojito di troppo. Oppure basterebbe pensare a cosa stanno facendo tre governi di destra – Grecia, Turchia e Bulgaria – con il volenteroso aiuto dei carnefici nazifascisti, ai confini dell’Asia e dell’Europa, applicando le loro ricette (che sono le stesse reclamate dai loro amici e camerati italiani) alla tragedia dimenticata dei profughi siriani e kurdi, ostaggi del nulla e dell’indifferenza nella terra di nessuno. Ma se si vuole capire come, in poco più di un anno e mezzo, l’elezione di uno dei campioni della neo-destra mondiale – festeggiata a champagne e mortaretti dal centro-destra italiota – si è trasformata in tragedia e farsa, basterebbe ascoltare quel che dice e contraddice, ormai quotidianamente e caparbiamente, il presidente neofascista del Brasile, Jair Bolsonaro, che mentre i brasiliani muoiono e si ammalano, continua a minimizzare la portata dell’emergenza e che si è definito troppo “macho” per poter essere colpito dal Coronavirus.
Nella sua ultima apparizione alla televisione brasiliana, il 24 aprile, incurante delle critiche che lo sommergono e dell’irritazione che sta montando nel suo stesso governo e tra i militari che lo sostengono, Bolsonaro ha detto: «Non credo che affronteremo la stessa situazione degli Stati Uniti. I brasiliani devono essere studiati, non si ammalano. Possono saltare e tuffarsi nelle fognature e non gli succede nulla! Penso che in Brasile tanta gente sia stata contagiata, ma hanno gli anticorpi per resistere a questo virus».
Solo il giorno prima Bolsonaro, subissato dalle critiche, aveva revocato, direttamente dal suo profilo Twitter, l’articolo della Medida Provisória (MP 927) che avrebbe consentito alle aziende di sospendere il contratto di lavoro dei loro dipendenti per un massimo di quattro mesi durante lo stato di calamità pubblica. Ma, nonostante il ritiro parziale, la MP 927 resta in vigore e stabilisce che non verrà considerato un infortunio sul lavoro se chi lavora nel settore sanitario, dei trasporti e dei servizi essenziali contrarrà il coronavirus e non può provare il “nesso causale” con la funzione lavorativa svolta. Però gli operatori sanitari possono raddoppiare i loro turni, con una banca ore che dovrebbe essere compensata entro 180 giorni.
La ex presidente del Brasile Dilma Roussef ha definito «Famigerato e irresponsabile» il discorso di Bolsonaro» e ha detto che «Rivela il suo disprezzo per la scienza, la salute e la vita della popolazione. Bolsonaro fa una scommessa al buio. Scommette sul mantenimento del sostegno degli strati sociali che lo hanno eletto, e non solo della sua milizia. Pertanto, il suo discorso non include la società, solo i suoi. Per lui, non importa se i media che lo hanno sostenuto nelle elezioni non credono più in lui, né che gli esponenti del mercato non lo amino più intensamente come prima, o addirittura lo abbandonano, anche se i governatori che lo avevano sostenuto sono contro di lui».
Oggi in Brasile ci sarà un grande “panelaço”, con canti, slogan e sbattimento di pentole da finestre e balconi contro il governo, organizzato dal Frentes Brasil Popular e Povo Sem Medo che riuniscono partiti politici, movimenti sociali e sindacati, tutti uniti al grido di “ Fora Bolsonaro”. «Ci sono molte crudeltà che devono essere fermate. Dobbiamo seguire l’esempio di altri Paesi, garantire posti di lavoro e reddito. Se non lo facciamo, avremo 40 milioni di disoccupati, il caos sociale», ha avvertito il senatore Paulo Paim del Patido dos Trabalhadores (PT) e il presidente della Central Única dos Trabalhadores (CUT), Sérgio Nobre, ha detto che «La MP 927 è “opportunista” e serve solo gli interessi dei datori di lavoro. Questa MP è in linea con la lettera della Confederação Nacional da Indústria. E’ una proposta opportunistica, per smantellare la legislazione del lavoro e per le agevolazioni fiscali per gli imprenditori».
Uno degli ispiratori di Bolsonaro è Junior Durski, ex rampollo di una dinastia politica di destra, già a capo di un’impresa del legname e mineraria e ora proprietario della catena della ristorazione Madero (“melhor hambúrguer do mundo”) convinto che i politici, lo Stato democratico e le amministrazioni pubbliche siano arance marce che contaminano tutto quello che li circonda. Qualche giorno fa Durski ha detto che «In Brasile nei prossimi due anni moriranno 300, 400, 500 mila persone come conseguenza del danno economico derivato dalle restrizioni con le quali si cerca di combattere il coronavirus. Paralizzare l’economia nazionale a causa di 5.000 o 7.000 persone che moriranno per la febbre covid-19 non è realista. Gli effetti dell’isolamento sociale e la sospensione produttiva saranno peggiori dell’epidemia stessa». Sono le stesse cose che – con meno impudenza e sincerità – fino a pochi giorni o settimane fa dicevano Donald Trump, Boris Jhonson e, in Italia Salvini, la Meloni, i presidenti di centro-destra delle regioni del nord (e, con altri toni e motivazioni,il Sindaco di Milano Sala, l’unico a chiedere scusa) e è quel che in qualche modo chiedono Confindustria e Renzi.
Il problema è che il Brasile ha più di 210 milioni di abitanti e che, rispetto all’Italia, l’Europa e gli Usa ha condizioni socio-economiche e sanitarie molto peggiori: 40 milioni di disoccupati, centinaia di migliaia di persone che soffrono ancora (o di nuovo) la fame e la povertà, spesso in favelas dove domina la violenza e dove lo Stato brasiliano è assente. E ora anche l’ispiratore di Bolsonaro, Trump, si accontenterebbe che la pandemia negli Usa facesse “solo” 100.000 morti e i suoi amici e camerati Salvini e Meloni chiedono a Conte misure di confinamento ancora più restrittive e di stampare un fiume di denaro pubblico, portando ad esempio Paesi come la Svizzera che ha subito smentito il capo della Lega (ex Nord).
Secondo Greenpeace Brasil «Non dovrebbe esserci contrapposizione tra salvare posti di lavoro o salvare vite umane, sono due problemi incomparabili. Il sostegno finanziario dello stato deve prima andare alla salute e garantire che le popolazioni vulnerabili continuino a vivere, quindi a salvare l’economia e le grandi aziende. È lo Stato che deve agire per centralizzare gli sforzi e ridurre al minimo gli impatti sociali ed economici della pandemia sul popolo brasiliano, e non viceversa (…) Il nostro lavoro è orientato a garantire un ambiente equilibrato per tutti noi e le generazioni future. E in questo momento che richiede l’attenzione e la collaborazione di tutti, è in difesa della vita che prendiamo posizione».
Contro Bolsonaro si sono espressi anche Dom Walmor Oliveira de Azevedo, presidente da Conferência Nacional dos Bispos do Brasil. Felipe Santa Cruz, presidente dell’Ordem dos Advogados do Brasil, José Carlos Dias, presidente della Comissão Defesa dos Direitos Humanos Dom Paulo Evaristo Arns, Luiz Davidovich, presidente da Academia Brasileira de Ciências, Paulo Jeronimo de Sousa, dell’Associação Brasileira de Imprensa e Ildeu de Castro Moreira, presidente da Sociedade Brasileira para o Progresso da Ciência, che in una nota congiunta avvisano «la popolazione di restare a casa rispettando le raccomandazioni della scienza, degli operatori sanitari e dell’esperienza internazionale. Le strategie di isolamento sociale, fondamentali per contenere la crescita accelerata del numero di persone colpite dal coronavirus, mirano all’organizzazione dei servizi sanitari per far fronte a questa situazione, che, sebbene grave, può essere ben affrontata da un sistema sanitario organizzato e ben gestito s tutti i livelli». Poi l’affondo finale contro Bolsonaro: «La campagna di disinformazione condotta dal Presidente della Repubblica, invitando la popolazione ad andare in piazza, costituisce una grave minaccia per la salute di tutti i brasiliani. E’ tempo di affrontare questa pandemia con lucidità, responsabilità e solidarietà. Non permettiamo che ci venga derubata la speranza».
Per Gleisi Hoffmann , presidente nazionale del PT, ed Enio Verri e Rogerio Carvalho, i leader PT alla Câmara dos Deputados e al Senado Federal, quello visto in televisione non è più il presidente della Repubblica disorientato e che per giorni ha fatto dichiarazioni contraddittorie: «Il Brasile ha visto in TV un Jair Bolsonaro senza maschera, che diceva le barbarie che pensa veramente nella sua irresponsabilità criminale. Contrariamente a scienziati, autorità mediche, Organizzazione mondiale della sanità e tutti i Paesi del mondo, Bolsonaro ha attaccato le misure di isolamento adottate dalle autorità statali e municipali per combattere il coronavirus. Non è stata solo un’altra dimostrazione di ignoranza, malafede e cinismo da parte di un presidente che pensa solo a se stesso, al suo potere e alla sua famiglia. E’ stato un gesto di totale disprezzo per la vita delle persone, per gli esseri umani, per la popolazione che ha l’obbligo di proteggere di fronte alla più grave crisi sanitaria che il mondo moderno abbia mai affrontato. Un incitamento al genocidio. E’ lo stesso Bolsonaro che ha fatto una campagna contro Mais Médicos e i medici cubani, a capo di un governo che ha indebolito il SUS (Sistema Único de Saúde, ndr) e la Estratégia Saúde da Família. Bolsonaro afferma che gli altri stanno creando isteria, ma il suo governo sta approfittando della crisi per togliere ancora più diritti ai lavoratori. Parla di difendere il lavoro ma il suo primo passo è stato autorizzare il licenziamento di massa dei lavoratori. Usa la crisi per una disputa politica con governatori e sindaci che stanno facendo i passi giusti che si è rifiutato di fare. Bolsonaro è più dannoso per la salute, per il Paese e per la democrazia di qualsiasi tipo di virus».
In un durissimo articolo pubblicato su Carta Capital intitolato “Um idiota perigoso” (Un idiota pericoloso), il leader della minoranza alla Camera José Guimarães (PT) scrive che «Il discorso del 24 del presidente dell’estrema destra Jair Bolsonaro, in cui ha invitato la popolazione a uscire dall’isolamento, ha dimostrato la sua follia e la sua impreparazione per governare il Brasile. Le sue affermazioni hanno dissipato ogni dubbio sul fatto che soffra di uno squilibrio psichico che non sia pronto a esercitare il suo ruolo. Senza responsabilità ed efficienza, alienato, getta il Paese nell’incertezza in un momento drammatico della vita nazionale, con la pandemia di coronavirus». Per Guimarães, il discorso di Bolsonaro «E’ stato sconcertante per tutti i brasiliani che hanno un minimo di sanità mentale» e «Ha dimostrato che gli svizzeri hanno fatto la diagnosi giusta: è il più pericoloso idiota del pianeta (…) Contro il mondo, Bolsonaro insiste su cose sciocche per inserirsi nella galleria dei presidenti più folli ed esilaranti dell’umanità. Se si fosse limitato ai suoi social network di fanatici e robot, non avremmo problemi. Ma è una vera minaccia per il popolo brasiliano. In questo momento, il Brasile ha bisogno di ampia coesione sociale, serietà, sensibilità e sforzi comuni, in tutte le sfere del potere e nella società, per affrontare la pandemia e i suoi riflessi su un’economia mal gestita. Bolsonaro e il ministro dell’Economia Paulo Guedes disprezzano il popolo brasiliano insistendo su un modello che si è già dimostrato inutile. Ostaggio della prospettiva obsoleta della Scuola di Chicago, la coppia genocida disprezza le persone che potrebbero morire a causa della mancanza di risorse nel Sistema Único de Saúde e dell’assenza di misure di mitigazione. L’insieme di misure annunciate per affrontare l’impatto economico causato da Covid-19 è un vero inganno in un momento cruciale. E’ insufficiente e incapace di proteggere l’economia, i posti di lavoro e gli strati più vulnerabili. Il pacchetto rivela solo una visione ultraliberista meschina e arretrata. I paraocchi impediscono loro di cedere al buon senso e di seguire ciò che altri Paesi hanno fatto per affrontare la pandemia (…) Usciremo dal pantano solo con il superamento dell’attuale modello neoliberista e con l’abrogazione dell’emendamento 95, derivante dal noto PEC da Morte, approvato dal famigerato governo Temer. L’emendamento indebolisce e limita gli investimenti nelle politiche sociali, indebolendo l’intera rete di protezione sociale. Solo l’anno scorso, il SUS ha perso quasi 10 miliardi di real del suo budget».
L’opposizione brasiliana ha proposto una serie di misure per far funzionare l’economia ed evitare il caos sociale. L’opposizione alla Camera ha proposto un progetto che istituisce un reddito d’emergenza sicuro per le famiglie che beneficiano della Bolsa Família, quelle iscritte al Cadastro Único e ai lavoratori informali e a basso reddito, che dovrebbero fino a che ci saranno la pandemia e il regime di confinamento sociale. Ne potrebbero beneficiare circa 100 milioni di brasiliani. L’importo proposto è un salario minimo di 1.045 real, 5 volte quello che il governo Bolsonaro ha annunciato a sostegno dei più vulnerabili.
Un altro disegno di legge stabilisce misure temporanee in materia di lavoro, vietando il licenziamento arbitrario o la risoluzione anticipata del contratto, mentre sono in vigore le misure di isolamento sociale o di quarantena.
Ieri i leader nazionali di PT, Partido Socialista Brasileiro, Partido Comunista Brasileiro (PCB), Partido Socialismo e Liberdade, Partido Comunista do Brasil (PCdoB), ex candidati alla presidenza e alla vicepresidenza e gli ex governatori degli Stati di Maranhão, Parà e Rio grande do Sul hanno firmato il manifesto dell’Opposizione intitolato “O Brasil não pode ser destruído por Bolsonaro” e nel quale si legge che «Il Brasile e il mondo sono di fronte a un’emergenza senza precedenti nella storia moderna, la pandemia di coronavirus , a conseguenze molto gravi per la vita umana, la salute pubblica e l’attività economica. Nel nostro Paese, l’emergenza è aggravata da un presidente della Repubblica irresponsabile. Jair Bolsonaro è il maggiore ostacolo per prendere decisioni urgenti per ridurre la diffusione del contagio, salvare vite umane e garantire il reddito delle famiglie, posti di lavoro e aziende. Attacca la salute pubblica, ignorando le determinazioni tecniche e le esperienze di altri Paesi. Anche prima dell’arrivo del virus, i servizi pubblici e l’economia brasiliana erano già drammaticamente indeboliti dall’agenda neoliberista che è stata imposta al Paese. In questo momento, è necessario mobilitare, senza limiti, tutte le risorse pubbliche necessarie per salvare vite umane. Bolsonaro non è in grado di continuare a governare il Brasile e affrontare questa crisi, che mette a repentaglio la salute e l’economia. Commette crimini, dà informazioni fraudolente, bugie e incoraggia il caos, approfittando della disperazione della popolazione più vulnerabile. Abbiamo bisogno di unità e comprensione per affrontare la pandemia, non di un presidente che va contro le autorità di salute pubblica e mette la vita di tutti al di sotto dei suoi interessi politici autoritari. Basta! Bolsonaro è più che un problema politico, è diventato un problema di salute pubblica. Bolsonaro manca di grandezza. Dovrebbe dimettersi, il che sarebbe il gesto meno costoso per consentire un’uscita democratica al Paese. Deve essere urgentemente fermato e rispondere ai crimini che sta commettendo contro il nostro popolo».
Dopo questo durissimo attacco politico l’opposizione brasiliana ricorda che, a differenza del governo del presidente neofascista, chiama le forze politiche popolari e democratiche ad unirsi intorno a un piano di emergenza nazionale per attuare le seguenti azioni: «Mantenere e qualificare le misure per ridurre i contatti sociali per tutto il tempo necessario, secondo criteri scientifici; Creazione di letti ICU provvisori e importazione massiccia di test e dispositivi di protezione per professionisti e popolazione; -Implementazione urgente del reddito di base permanente per i lavoratori disoccupati e informali, secondo il progetto di legge approvato dalla Câmara dos Deputados e con uno sguardo speciale rivolto a popoli indigeni, ai quilombola e ai senzatetto, che sono i più vulnerabili; Sospensione delle bollette, delle tariffe dei servizi di base per i più poveri fino a quando durerà la crisi; Divieto di licenziamenti, con assistenza statale nel pagamento dei salari ai settori più colpiti e aiuti sotto forma di finanziamenti agevolati, a medie, piccole e microimprese; Regolazione immediata delle imposte su grandi fortune, utili e dividendi; prestito obbligatorio che deve essere pagato dalle banche private e utilizzato dal Ministero del tesoro nazionale per coprire le spese di assicurazione sanitaria e sociale, oltre alla disposizione di una revisione selettiva e attenta delle agevolazioni fiscali, quando l’economia sarà normalizzata».
Il manifesto dell’Opposizione brasiliana conclude: «Di fronte a un governo che scommette irresponsabilmente sul caos sociale, economico e politico, è dovere del Congresso Nacional legiferare in emergenza, proteggere la popolazione e il Paese dalla pandemia. È dovere dei governatori e dei sindaci occuparsi della salute pubblica, agendo in modo coordinato, come molti hanno fatto in modo encomiabile. È anche dovere del Ministério Público e del Judiciário bloccare prontamente le iniziative criminali di un esecutivo che viola le garanzie costituzionali alla vita umana. È dovere di tutti agire con responsabilità e patriottismo».