Congo Rdc: quasi 7 milioni di sfollati nella guerra infinita per le risorse
E’ come se tutti gli abitanti del Lazio e dell’Abruzzo fossero stati costretti ad abbandonare le loro case
[31 Ottobre 2023]
Per la prima volta, grazie al suo Displacement Tracking Matrix, l’International Organization for Migration (IOM) ha raccolto i i dati sugli spostamenti di popolazione a livello nazionale in tutte le 26 province della nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) e le notizie non sono per niente buone. Mente l’IOM sta intensificando i suoi sforzi per affrontare la complessa e persistente crisi – quella che in Africa viene chiamata la Terza Guerra Mondiale infinita – il numero di sfollati interni è salito a 6,9 milioni di persone, i secondo più alto mai registrato.
E’ come se tutti gli abitanti del Lazio e dell’Abruzzo fossero stati costretti ad abbandonare le loro case
L’IOM avverte che «Con il conflitto in corso e l’escalation della violenza, la RDC si trova ad affrontare una delle più grandi crisi umanitarie e di sfollamenti interni al mondo. All’ottobre 2023, la maggior parte degli sfollati interni, circa 5,6 milioni (l’81% del totale degli sfollati interni), vivono nelle province orientali del Nord Kivu, del Sud Kivu, dell’Ituri e del Tanganica. Il conflitto è stato segnalato come la ragione principale dello sfollamento. Nella sola provincia orientale del Nord Kivu, fino a 1 milione di persone sono state sfollate a causa del conflitto in corso con il gruppo ribelle “Mouvement du 23 Mars” (M23). Più di due terzi degli sfollati interni, quasi 4,8 milioni di persone, vivono in famiglie ospitanti».
Mentre la situazione della sicurezza, in particolare nel Nord Kivu e nell’Ituri, continua a peggiorare, gli spostamenti di intere popolazioni diventano più frequenti e i bisogni umanitari aumentano vertiginosamente.
Fabien Sambussy, capo missione dell’IOM nella RDC, ricorda che «Per decenni, il popolo congolese ha vissuto una tempesta di crisi. La più recente escalation del conflitto ha sradicato più persone in meno tempo, come raramente visto prima. Dobbiamo urgentemente fornire aiuto a chi è più bisognoso».
Nonostante l’accesso umanitario limitato e le preoccupazioni in materia di sicurezza, l’IOM continua a fornire assistenza fondamentale agli sfollati, ai rimpatriati e alle comunità ospitanti colpite dalla crisi ed è attivamente coinvolta nella gestione di 78 centri di sfollamento che ospitano oltre 280.000 sfollati interni. Da quando è stato la guerra infinita per le risorse minerarie e naturali del Congo è riesplosa nel giugno di quest’anno, sono stati costruiti 3.347 rifugi di emergenza, sono stati distribuiti 7.715 kit di beni non alimentari con forniture essenziali e 17.116 persone hanno beneficiato di acqua, servizi igienico-sanitari e assistenza igienica. Inoltre, l’IOM sta migliorando i servizi di salute mentale e di supporto psicosociale per i residenti che affrontano disagio psicologico.
L’Organizzazione Onu per i migranti punta a sostenere altre 10.000 famiglie (50.000 persone) nei prossimi tre mesi, ma denuncia che «Sono molte di più le persone che hanno disperatamente bisogno di assistenza per soddisfare i propri bisogni primari. Le operazioni dell’IOM nella RDC rimangono notevolmente sottofinanziate; è stata ricevuta meno della metà (37%) dei 100 milioni di dollari richiesti. Pur riconoscendo le limitazioni poste dal limitato accesso umanitario, l’IOM sostiene la necessità di ulteriori terreni per creare siti nel Nord Kivu, una maggiore sicurezza e maggiori risorse per soddisfare i bisogni più urgenti delle comunità colpite da sfollamenti interni prolungati e ripetuti».