Equità, disuguaglianze, spesa sociale e politiche di redistribuzione secondo gli europei
Le contraddizioni di un’opinione pubblica che chiede politiche di sinistra e vota a destra
[7 Febbraio 2023]
Il rapporto “Fairness, Inequality and Inter-Generational Mobility” pubblicato da Eurobarometro indaga su come i cittadini dell’Unione europea percepiscono l’equità e la disuguaglianza, se sono favorevoli a una spesa sociale aggiuntiva per ridurre la differenza nei livelli di reddito e su quali politiche sociali ritengono prioritarie Si chiede anche che cosa è cambiato rispetto alla precedente indagine del 2017, prima del Covid-19 e della guerra in Ucraia. Ne è emerso che «Nel 2022 le percezioni di equità erano relativamente basse mentre le preoccupazioni per la disparità di reddito erano elevate e rispecchiate da un ampio sostegno a una maggiore ridistribuzione del reddito. Più specificamente, meno del 40% dei cittadini dell’Ue concorda sul fatto che le cose che ci accadono nella vita sono giuste, mentre l’81% concorda sul fatto che le differenze di reddito delle persone sono troppo grandi. Quasi 8 intervistati su 10 ritengono che i governi nazionali dovrebbero adottare misure per ridurre le differenze nei livelli di reddito».
La disparità di reddito è percepita come particolarmente elevata in Portogallo (94%); Bulgaria (94%), Ungheria ed Estonia (90%), seguite dalla ricca Germania (87%). I Paesi che hanno una percezione più bassa della diseguaglianza di reddito sono Danimarca e Finlandia (58%) e Svezia (68%), dove evidentemente resiste il welfare socialdemocratico basato su un’alta tassazione dei redditi elevati. Ma stranamente anche la romania con il 69% è in fondo alla clasifica, pur essendo il gap di reddito tra ricchi e poveri elevatissimo e le salvaguardie sociali non certo di livello svedese. La media europea è dell’81%, un punto in meno di quella di Italia e Grecia che pure sono Paesi dive la disparità di reddito è molto più elevata che nei Paesi dell’Europa occidentale e sempre più simile a quelli dell’Est che spesso sono passati dall’egualitarismo comunista a una brutale economia ipercapitalista-clientelare.
Comunque, come sottolinea Eurobarometro, «Coerentemente con queste percezioni, anche la maggior parte dei cittadini dell’UE (soprattutto nell’Europa meridionale) è favorevole a una spesa aggiuntiva per le politiche sociali. L’aumento della spesa per l’assistenza sanitaria e l’assistenza a lungo termine è la massima priorità in quasi tutti i Paesi, con più di 7 intervistati su 10 che concordano sul fatto che sia necessaria una spesa sociale maggiore o molto maggiore per la salute e l’assistenza a lungo termine. Ben al di sopra del 50% anche il sostegno alla spesa aggiuntiva per l’istruzione, le pensioni, l’alloggio o il sostegno al reddito e alla famiglia».
Eurobarometro evidenzia una contraddizione tra la rabbia crescente e lo spostamento a destra dell’opinione pubblica – che al centro ha la protesta contro le élite poliche ed economiche privilegiate – e la percezione reale della propria situazione individuale: «Nonostante la crisi CovidD-19 e l’attuale contesto geopolitico, le percezioni della disuguaglianza e la domanda di ridistribuzione sono diminuite rispettivamente di 4 e 5 punti percentuali nell’Ue nel 2022, rispetto al 2017. Quasi la metà degli intervistati si è dichiarata soddisfatta delle misure di ripresa (ad es. compensazioni monetarie, lavoro a orario ridotto e regimi di mantenimento del posto di lavoro) adottati dai governi nazionali e dalle istituzioni dell’Ue per affrontare le conseguenze socioeconomiche della pandemia di Covid-19. Le misure di recupero hanno impedito un aumento delle disparità di reddito e potrebbero quindi spiegare questi risultati».
Ma, ulteriore contraddizione di un elettorato sbandato che chiede misure “di sinistra” ma vota a destra, il sondaggio rivela un sostanziale calo delle percezioni di equità soprattutto tra i giovani: «La quota di individui che concordano sul fatto che le cose che ci accadono nella vita sono giuste è diminuita dal 51% nel 2017 al 38% nel 2022. Questo calo, particolarmente significativo tra i giovani, non è facile da spiegare. Potrebbe essere correlato alle conseguenze economiche della crisi, in quanto gli intervistati che sono stati maggiormente colpiti dalla crisi Covid-19 in termini di occupazione e reddito hanno percepito l’equità come in calo. Potrebbero essere in gioco altri fattori, come le maggiori incertezze sul futuro, il calo della disparità percepita di opportunità e, per alcuni gruppi di persone, il malcontento per le misure di ripresa dal Covid-19».
Secondo Eurobarometro «I risultati offrono spunti interessanti per i responsabili politici. Mentre i livelli osservati di insoddisfazione per la disuguaglianza dovrebbero essere presi in attenta considerazione, i dati indicano forti preferenze per le politiche di redistribuzione e una maggiore spesa per le politiche sociali. Il forte calo della percezione dell’equità tra i giovani evidenzia anche la necessità di fornire un sostegno su misura, anche nel settore dell’istruzione e dell’occupazione, per garantire che nessuno sia lasciato indietro».
Tutti temi che erano la base stessa delle politiche della sinistra e che sono stati messi al margine del dibattito politico di una sinistra che ha scelto di presidiare un centro inesistente mentre il ceto medio si impoverisce e non si riconosce più nelle politiche centriste, mentre la destra fa propri i temi della giustizia sociale in modo strumentale e populistico quando è all’opposizione, per poi relegarli nel vorrei ma non posso non appena arriva al governo.
Senza una svolta politica europea e nazionale sarà difficile rispondere a queste contraddizioni (e governare le possibilità di progresso sociale) che emergono dal sondaggio di Eurobarometro.