Eruzione del vulcano La Soufrière: l’intera popolazione di Saint Vincent è senza acqua potabile
Il premier di Saint Vincent e Grenadines chiede e ottiene l’aiuto dell’Onu
[13 Aprile 2021]
L’eruzione della scorsa settimana del vulcano La Soufrière a Saint Vincent e Grenadine, ha lasciato senza acqua potabile ed elettricità l’intera popolazione dell’isola principale: Saint Vincent.
Citando i rapporti dell’United Nations for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA), il portavoce dell’Onu, Stéphane Dujarric, ha aggiunto che «Circa 20.000 sfollati sull’isola caraibica hanno attualmente bisogno di riparo. L’eruzione ha colpito la maggior parte dei mezzi di sussistenza nella parte settentrionale dell’isola, compresa la coltivazione delle banane, con ceneri e colate di lava che ostacolano il movimento di persone e merci». Gli aeroporti di Saint Vincent e Grenadine sono chiusi. L’accesso alle risorse marittime è limitato. Sono stati evacuati circa 30 villaggi e circa 3.500 persone si trovano in 85 rifugi. La Pan American Health Organization (PAHO) e il World Food Programme (WFP) sono già sul posto per sostenere gli sforzi sanitari e umanitari.
Sebbene il vulcano La Soufrière fosse inattivo dal 1979, a dicembre 2020 aveva iniziato a vomitare fumo e brontolare attivamente a dicembre e il 9 aprile è esploso, coprendo Saint Vincent con uno strato di cenere e costringendo circa 16.000 persone ad abbandonare le loro case per salire su navi da crociera e fuggire in luoghi più sicuri dell’isola.
Dujarric ha ricordato che «L’accesso all’isola è limitato. Insieme, la Caribbean Disaster Emergency Management Agency e l’Onu hanno mobilitato forniture idriche e igieniche pre-posizionate, attualmente mmagazzinate nelle vicine Barbados».
Durante lo scorso fine settimana, il Segretario generale dell’Onu António Guterres aveva parlato con il primo ministro di Saint Vincent e Grenadines, Ralph Gonsalves e il governo del piccolo Stato insulare aveva chiesto ufficialmente l’assistenza delle Nazioni Unite.
Secondo il portavoce Onu. «Gli aiuti includono generi di prima necessità, distribuzione di cibo e denaro e consulenza tecnica, mentre i Paesi vicini stanno contribuendo con forniture e risorse di emergenza per sostenere l’evacuazione».
Nel frattempo, l’OCHA ha riferito che, fino a domenica, «Gli intervalli tra i tremori sono durati tra 1,5 e 3 ore, che, sulla base di osservazioni visive e immagini satellitari, sono associati a periodi di attività esplosiva o maggiore ventilazione del vulcano. E’ probabile che nei prossimi giorni continuino a verificarsi esplosioni e cadute di cenere di entità simile o maggiore».
Su richiesta di Gonsalves , l’Onu ha mobilitato esperti anche esperti dell’United Nations Environmental Programme per sviluppare e attuare un piano di gestione dei detriti, incluso per ripulire le ceneri e promuovere la salute e la sicurezza ambientale.