La corruzione divora il 25% della spesa pubblica globale, più del 5% del Pil mondiale

«Il costo della corruzione non è solo finanziario, ma favorisce anche la perdita di risorse naturali e aggrava la povertà e la disuguaglianza»

[3 Maggio 2023]

Intervenendo all’ECOSOC Special Meeting “Unleashing the transformative power of SDG16: Improving governance and reducing corruption” che aveva l’obiettivo di «Rivedere l’impatto della corruzione sul raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) e riflettere sulle sfide persistenti, nonché sulle tendenze emergenti e sull’innovazione nel migliorare l’integrità e per combattere la corruzione e promuovere l’SDG 16, la presidente dell’Economic and Social Council delle Nazioni Unite (ECOSOC), Lachezara Stoeva, ha detto che «Il costo della corruzione non è solo finanziario, ma favorisce anche la perdita di risorse naturali e aggrava la povertà e la disuguaglianza. In definitiva, ostacola lo sviluppo sostenibile. La corruzione ha effetti dannosi sullo sviluppo sostenibile in tutti i Paesi e il suo costo è sbalorditivo»

L’ECOSOC Special Meeting ha riunito rappresentanti dei settori pubblico e privato, società civile, giornalisti e delle principali organizzazioni internazionali di esperti per discutere collettivamente su come accelerare questa agenda e garantire che nessuno venga lasciato indietro. L’incontro è servito anche a informare su programmi e obiettivi della prossima quarta “SDG 16 Rome Conference” ospitata dall’Italia e co-organizzata dall’ECOSOC con l’United Nations Department of Economic and Social Affairs (UNDESA) e l’International Development Law Organization (IDLO) sul tema “SDG 16 as a compass for navigating intersecting crises” e per «Sfruttare il potere di trasformazione dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile numero 16, che cerca di promuovere società giuste, pacifiche e inclusive».

La Stoeva ha ricordato che «La corruzione si prende più del 5% del PIL mondiale. Dei circa 13 trilioni di dollari di spesa pubblica globale, fino al 25% viene perso a causa della corruzione. Un costo che non si limita al solo aspetto finanziario, ma contribuisce anche ad aggravare molteplici aspetti collettivi, come favorire la perdita di risorse naturali, esacerbare povertà e disuguaglianze, erodere la fiducia e la coesione sociale, e minare la stabilità economica e politica» e ha aggiunto che «Le donne, i poveri e i gruppi vulnerabili sono i più colpiti dalla corruzione e che, quando siamo a metà dell’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, è urgente accelerare l’attuazione degli Obiettivi», una sfida che considerava complicata perché «La corruzione ci ostacola».

Ma la Stoeva ha sottolineato che «I progressi su pace, giustizia e istituzioni solide, promossi da quell’obiettivo numero 16, possono generare un circolo virtuoso. L’obiettivo 16 è un prerequisito per l’effettiva attuazione di tutti gli altri. A sua volta, questo progresso diventa un fattore che consente risposte più efficaci alla corruzione. Per raggiungere questo obiettivo, la riduzione dei flussi finanziari illeciti e la lotta alla corruzione e alla concussione in tutte le sue forme sono elementi fondamentali della pace e di società pacifiche, giuste e inclusive».

Per quanto riguarda i risultati finora ottenuti,  la presidente dell’ECOSOC ha evidenziato «I significativi progressi avvenuti grazie ai meccanismi disponibili per affrontare la corruzione. I Paesi hanno implementato varie misure anticorruzione. C’è più consapevolezza e ci sono migliori quadri legislativi e regolamentari. Le strategie nazionali sono comuni. I governi locali sono coinvolti. I rischi sono meglio compresi. Il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e dei dati viene sfruttato. I cittadini e la società civile partecipano al monitoraggio dei rischi di corruzione e alle risposte anticorruzione».

Ma, nonostante questa ampia sequela di progressi, la Stoeva ha sottolineato che «Le sfide richiedono sforzi sostenuti contro la corruzione e approcci su misura che coinvolgano più parti interessate e combinino vari strumenti».

Per combattere la corruzione, raccogliere prove dell’efficacia delle riforme e riferire sui progressi dell’Obiettivo 16, la presidente dell’ECOSOC ha evidenziato la necessità di rafforzarne il monitoraggio e la valutazione: «Non c’è mai stato così tanto in gioco».

La direttrice esecutiva dell’United Nations Office on Drugs and Crime, Ghada Waly, ha ricordato che «La mia agenzia sta creando una rete di centri regionali anticorruzione che aiutano a migliorare i bisogni sul campo e a promuovere interregionali e cooperazione Sud-Sud. Il primo centro è stato inaugurato in Messico lo scorso anno e altri due ne apriranno presto in Kenya e Colombia, insieme ad altri progetti in corso».

Il direttore generale dell’IDLO, Jan Beagle, ha concluso indicando tre modi in cui l’obiettivo 16 può svolgere un ruolo fondamentale nell’affrontare queste sfide globali: «Preservare e promuovere il raggiungimento dell’intera Agenda 2030; Combattere la corruzione e ripristinare la fiducia; Affrontare sfide complesse e transnazionali per le quali gli strumenti di governance tradizionali non sono preparati».