La disumanizzazione dei palestinesi in Cisgiordania e Gerusalemme Est

Türk: rapido deterioramento della situazione dei diritti umani. Basta violenza

[29 Dicembre 2023]

Commentando il nuovo flash report “The human rights situation in the occupied West Bank including East Jerusalem 7 October – 20 November 2023” dell’Office of the High Commissioner for Human Rights (OHCHR), il capo dei diritti umani dell’Onu Volker Türk ha denunciato «Bulldozer nei campi profughi, detenuti denudati e presi a sputi, contadini derubati del loro raccolto: sullo sfondo della guerra a Gaza, la situazione nella Cisgiordania occupata si sta rapidamente deteriorando, con livelli di violenza che non si vedevano da anni».

Il rapporto chiede «La fine immediata dell’uso di armi e mezzi militari durante le operazioni di applicazione della legge, la fine della detenzione arbitraria e dei maltrattamenti dei palestinesi e la revoca delle restrizioni discriminatorie ai movimenti.

dal 7 ottobre, dopo gli attacchi di Hamas e altri gruppi armati palestinesi nel sud di Israele, al 27 dicembre, l’OHCHR ha verificato la morte di 300 palestinesi– tra cui 79 bambini – nella Cisgiordania occupata, inclusa Gerusalemme Est e dice che «Di questi, le forze di sicurezza israeliane hanno ucciso almeno 291 palestinesi, i coloni ne hanno uccisi 8 e un palestinese è stato ucciso dalle forze di sicurezza israeliane o dai coloni. Prima del 7 ottobre, 200 palestinesi erano già stati uccisi nell’area nel 2023, il numero più alto in un periodo di dieci mesi da quando le Nazioni Unite hanno iniziato a tenere i registri nel 2005».

Türk ha sottolineato che «La disumanizzazione dei palestinesi che caratterizza molte delle azioni dei coloni è molto inquietante e deve cessare immediatamente» e ha invitato Israele a «Indagare sugli incidenti, perseguire i responsabili e proteggere le comunità palestinesi da qualsiasi forma di trasferimento forzato».

L’Alto commissario Onu per i diritti umani ha denunciato che «L’uso di mezzi e armi tattiche militari in contesti di applicazione della legge, l’uso della forza non necessaria o sproporzionata e l’applicazione di restrizioni di movimento ampie, arbitrarie e discriminatorie che colpiscono i palestinesi sono estremamente preoccupanti. Le violazioni documentate in questo rapporto ripetono il modello e la natura delle violazioni segnalate in passato nel contesto della lunga occupazione israeliana della Cisgiordania. Tuttavia, l’intensità della violenza e della repressione è qualcosa che non si vedeva da anni. Chiedo a Israele di adottare misure immediate, chiare ed efficaci per porre fine alla violenza dei coloni contro la popolazione palestinese, di indagare su tutti gli episodi di violenza da parte dei coloni e delle forze di sicurezza israeliane, di garantire un’efficace protezione delle comunità palestinesi contro qualsiasi forma di violenza trasferimento e per garantire la possibilità delle comunità di pastori sfollate a causa dei ripetuti attacchi da parte di coloni armati di tornare nelle loro terre».

Il rapporto, che si ferma al 20 novembre, descrive un forte aumento degli attacchi aerei e delle incursioni di mezzi corazzati e bulldozer inviati nei campi profughi e in altre aree densamente popolate della Cisgiordania, «Provocando morti e feriti. e danni estesi a beni e infrastrutture civili. Queste incursioni, che continuano ad avere luogo, hanno provocato la morte di almeno 105 palestinesi, tra cui 23 bambini, dal 7 ottobre ad oggi. In uno di questi casi, il 19 e 20 ottobre, durante un’incursione durata 30 ore nel campo profughi di Nur Shams a Tulkarem, le forze israeliane, utilizzando armi e mezzi di combattimento militari, hanno ucciso 14 palestinesi, tra cui 6 bambini, e ne hanno feriti almeno altri 20. e arrestato 10 palestinesi».

Dal 7 ottobre al 20 novembre, in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato più di 4.700 palestinesi, tra i quali circa 40 giornalisti, e il rapporto evidenzia che «Alcuni sono stati denudati, bendati e legati per lunghe ore con le manette e con le gambe legate, mentre i soldati israeliani hanno pestato loro la testa e la schiena, sono stati presi a sputi, sbattuti contro i muri, minacciati, insultati, umiliati e in alcuni casi sottoposti ad abusi sessuali e violenza di genere».

Nelle settimane successive al 7 ottobre, nella Cisgiordania occupata si è registrato anche un forte aumento degli attacchi dei coloni, con una media di 6 attacchi al giorno, con  sparatorie, incendi di case e veicoli e sradicamento di alberi. Il rapporto conferma che «In molti attacchi, i coloni erano accompagnati dalle Israel Defense Forces (ISF), o indossavano essi stessi le uniformi delle ISF e portavano fucili dell’esercito». L’OHCHR ha documentato «Molteplici episodi di coloni che hanno attaccato, anche con armi da fuoco, i palestinesi mentre raccoglievano le loro olive, costringendoli a lasciare la loro terra, rubando il loro raccolto e avvelenando o vandalizzando i loro ulivi, privando molti palestinesi di una fonte vitale di reddito».

Türk  ribadisce che «La disumanizzazione dei palestinesi che caratterizza molte delle azioni dei coloni è molto inquietante e deve cessare immediatamente. Le autorità israeliane dovrebbero censurare e prevenire con forza la violenza dei coloni e perseguire penalmente sia gli istigatori che gli autori».

Dal 7 ottobre, le autorità israeliane hanno imposto restrizioni severe e sistematiche alla circolazione dei palestinesi in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, e il rapporto sottolinea che «Hanno chiuso quasi tutti gli ingressi ai villaggi e alle città palestinesi all’accesso veicolare e hanno disconnesso le città e i paesi palestinesi dalle strade principali chiudendo cancelli stradali e posizionando cumuli di terra o blocchi stradali di cemento».

Türk ha concluso: «Il rapporto ribadisce le nostre richieste per la sospensione delle misure che portano alla creazione di un ambiente coercitivo e le preoccupazioni relative ai trasferimenti forzati, oltre alla continua mancanza di responsabilità per la violenza dei coloni e delle ISF. Esorto Israele a garantire all’ United Nations Human Rights Office l’accesso al Paese. Sono pronto a riferire in modo simile sugli attacchi del 7 ottobre».