La maledizione delle risorse non è un destino. Ma la cura è il welfare socialdemocratico
Le risorse naturali possono ridurre anche la disparità di reddito, ma a condizione che ci una democrazia sviluppata e un'economia di mercato trasparente
[30 Marzo 2021]
Lo studio “Natural resources and income inequality in developed countries: synthetic control method evidence” pubblicato su Empirical Economy da Christopher Hartwell (Zürcher Hochschule für Angewandte Wissenschaften e Kozminski University) Roman Horvath (Univerzita Karlova), Eva Horvathova (Accademia Ceca delle scienze) e Olga Popova (Università federale degli Urali e Leibniz-Institut für Ost- und Südosteuropaforschung) contesta la convinzione comune che le economie basate sulle risorse abbiano livelli più elevati di disuguaglianza interni rispetto alle economie a scarsità di risorse. I ricercatori documentano un nesso causale diretto tra le risorse naturali e la disuguaglianza all’interno dei Paesi e concludono che «L’estrazione di petrolio e gas può ridurre la disuguaglianza o non ha alcun effetto significativo su di essa». Insomma, la cosiddetta maledizione delle risorse non esisterebbe, nonostante ci siano numerosi esempi a dimostrarlo.
La Popova sottolinea che «Quando confrontiamo le rendite delle risorse naturali con il PIL 10 anni dopo la scoperta delle risorse naturali rispetto a 1 anno prima della loro scoperta, osserviamo che le rendite delle risorse aumentano di circa 3 volte in Danimarca, 13 volte in Norvegia e 42 volte nel Paesi Bassi. Tuttavia, non abbiamo osservato un aumento della disuguaglianza di reddito nei Paesi studiati rispetto a quelli di controllo. Inoltre, in Norvegia, Danimarca e Paesi Bassi, la disuguaglianza era significativamente inferiore».
Va detto che si tratta di Paesi ricchi e con un solido welfare di tipo socialdemocratico che nemmeno i governi conservatori hanno messo radicalmente in dubbio. Condizioni che sono difficilmente riscontrabili in un Paese in via di sviluppo ma anche nelle monarchie assolute petrolifere del Golfo che basano gran parte del loro sviluppo sullo sfruttamento, che a volte rasenta la schiavitù, di manodopera immigrata a basso costo e priva di diritti. Per questo i ricercatori mettono le masni avanti e annunciano che in futuro il loro lavoro arà dedicato all’analisi di altre economie ricche di risorse, come Russia, Kazakistan e Iran.
Comunque, tornando al nuovi studio, i ricercatori hanno esaminato l’effetto causale delle scoperte di risorse naturali sulla disuguaglianza di reddito utilizzando i dati dal 1947 al 2009 e applicando il metodo di controllo sintetico, proposto dagli economisti americani ed europei all’inizio degli anni 2000 e si sono concentrati sulle scoperte di risorse naturali in Danimarca, Paesi Bassi e Norvegia negli anni ’60 e ’70, poi hanno utilizzato le quote di reddito dell’1% e del 10% più alto come misura della disuguaglianza di reddito. I dati sono stati confrontati con le statistiche dello stesso periodo sul reddito della popolazione nei Paesi di controllo – Finlandia, Svezia, Germania, Irlanda, Francia, Svizzera – che sono paragonabili a Norvegia, Danimarca e Paesi Bassi geograficamente e in termini di diversità etnica, livello di democrazia, sviluppo economico, istruzione e salute, ma non sono ricchi di risorse naturali.
E che la situazione in questi ricchissimi Paesi europei sia diversa da quella dei Paesi in via di sviluppo o emergenti lo an<mmettono anche gli stessi ricercatori quando evidenziano che quando in questi Paesi vennero scoperti giacimenti di petrolio e gas si sono sviluppate istituzioni politiche ed economiche che hanno bloccato i rischi di concentrazione del controllo su risorse, proprietà e capitale nelle mani delle élite, l’espansione dell’apparato statale e l’esacerbazione della corruzione.
I ricercatori sottolineano che «La maturità delle istituzioni democratiche e di mercato ha ostacolato il flusso di lavoro verso le industrie e le regioni estrattive, ha impedito l’inflazione, il degrado dell’istruzione e i ritardi tecnologici. Combinando questi risultati, Norvegia, Danimarca e Paesi Bassi hanno evitato la “maledizione delle risorse” e, in definitiva, un aumento della disuguaglianza». Che è esattamente quel che non sono riusciti a fare o non hanno voluto fare i governi dei Paesi che subiscono la maledizione delle risorse, come Nigeria, Paesi arabi, Venezuela e altri.
Lo studio quindi evidenzia che sfuggire alla maledizione e alla disuguaglianza è una questione prettamente politica: «Una ridistribuzione equa e giusta delle rendite delle risorse ha garantito una reale responsabilità del governo nei confronti degli elettori e un’economia aperta e trasparente. Questo è accaduto, ad esempio, con l’aiuto del fondo di riserva nazionale e tasse elevate. Ciò ha stimolato un’ulteriore crescita economica, anche nelle industrie ad alta tecnologia, lo sviluppo della sfera sociale, la creazione di nuovi posti di lavoro e una crescita dei salari. Inoltre, questi sviluppi si sono verificati subito dopo l’inizio della produzione e dell’esportazione di risorse di petrolio e gas. Il risultato è la creazione di stati sociali e, allo stesso tempo, una riduzione del 5-10% delle tasse sul reddito personale e aziendale entro la fine dell’ultimo decennio».
E’ il welfare bellezza! Verrebbe da dire, E ne è convinta anche la Popova: «La chiave per comprendere il nesso causale tra la disponibilità e l’uso delle risorse naturali, da un lato, e la disparità di reddito, dall’altro, dovrebbe essere ricercata nella storia dei Paesi produttori, nelle strutture e nei principi politici ed economici prevalenti».