Materie prime critiche: accordo per garantire l’approvvigionamento e la sovranità dell’Ue
Partenariati strategici con Paesi terzi, materiali alternativi, circolarità rafforzata e obiettivi di riciclo ambiziosi
[15 Novembre 2023]
Auto elettriche, pannelli solari e smartphone contengono tutti materie prime critiche fondamentali per le transizioni verde e digitale dell’Unione europea e garantirne l’approvvigionamento è fondamentale per la resilienza economica, la leadership tecnologica e l’autonomia strategica dell’Ue. Con la guerra in Ucraina e una politica commerciale e industriale cinese sempre più aggressiva, anche il cobalto, il litio e altre materie prime sono diventati un fattore geopolitico. Con lo spostamento globale verso le energie rinnovabili e la digitalizzazione delle economie e delle società, la domanda di queste materie prime strategiche è destinata ad aumentare rapidamente nei prossimi decenni.
Un bel problema per un’Europa ad elevato sviluppo tecnologico ma scarsa delle materie prime per sostenerlo, per questo gli eurodeputati e la presidenza di turno spagnola del Consiglio europeo hanno concordato un piano per aumentare l’approvvigionamento di materie prime strategiche.
In una nota l’Europarlamento sottolinea che «La legge sulle materie prime critiche ha lo scopo di rendere l’Ue più competitiva e sovrana. L’obiettivo è ridurre la burocrazia, promuovere l’innovazione lungo l’intera catena del valore, sostenere le PMI e incentivare la ricerca e lo sviluppo di materiali alternativi e metodi di estrazione e produzione più rispettosi dell’ambiente. La legislazione istituirà incentivi economici e un quadro imprenditoriale più stabile e sicuro per la realizzazione di progetti di estrazione e riciclaggio, con procedure di autorizzazione più rapide e semplici».
Durante i negoziati col Consiglio, i deputati europei hanno sottolineato l’importanza di garantire partenariati strategici tra l’Ue e i Paesi terzi sulle materie prime critiche, al fine di diversificare l’approvvigionamento dell’Ue, con vantaggi per tutte le parti. Hanno garantito misure per aprire a «Partnership a lungo termine con trasferimento di conoscenze e tecnologie, formazione e miglioramento delle competenze per nuovi posti di lavoro con migliori condizioni di lavoro e di reddito, nonché estrazione e lavorazione secondo i migliori standard ecologici nei paesi partnerz.
I deputati hanno inoltre spinto per «Una maggiore attenzione alla ricerca e all’innovazione riguardo ai materiali sostitutivi e ai processi di produzione che potrebbero sostituire le materie prime nelle tecnologie strategiche» e hanno assicurato «La definizione di obiettivi di circolarità per favorire l’estrazione di materie prime più strategiche dai prodotti di scarto». Inoltre, gli eurodeputati hanno insistono sulla necessità di ridurre la burocrazia per le imprese, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI).
L’eurodeputata liberale tedesca Nicola Beer (Freie Demokratische Partei – Renew) ha sottolineato che «L’accordo è un progetto di politica industriale per un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime in Europa. Con incentivi economici mirati creiamo certezza nella pianificazione dei progetti per gli investitori privati, attraverso punti di contatto unici per le aziende e procedure di autorizzazione rapide e semplici con scadenze chiare per le autorità nazionali. Ciò stimolerà l’estrazione, la lavorazione e il riciclaggio in Europa. Allo stesso tempo, stiamo stimolando la ricerca e l’innovazione lungo l’intera catena del valore. Un quadro per partenariati strategici sulle materie prime con Paesi terzi a parità di condizioni renderà l’Ue un partner attraente nella competizione geopolitica, con vantaggi reali per entrambe le parti e una forte protezione delle comunità locali e della natura. Con una chiara firma del Parlamento europeo, è stato tracciato il percorso per la sovranità aperta, economica e geopolitica dell’Europa».
Ora, l’accordo informale dovrà essere approvato sia dal Parlamento che dal Consiglio per diventare legge. La decisione sarà messa ai voti in commissione Industria, ricerca ed energia il 7 dicembre.