Tangenti in Guinea: condannato il magnate delle miniere Steinmetz. Un avvertimento a tutta l’industria mineraria (VIDEO)

Public Eye: «E’ la storia di tutta la corruzione in Guinea»

[25 Gennaio 2021]

Al termine di un processo molto seguito in tutto il mondo (non in Italia) il magnate franco-israeliano Beny Steinmetz , a capo della potentissima multinazionale mineraria Beny Steinmetz Group Resources (BSGR) è stato riconosciuto colpevole di corruzione e falso dal tribunal correctionnel di Ginevra. Swissinfo – SWI sottolinea che «Questa condanna di un alto responsabile invia un segnale forte all’insieme dell’industria delle materie prime. Mostra anche l’importanza, per la Svizzera, di colmare definitivamente le lacune legislative che facilitano queste pratiche criminali.

Nel suo verdetto, la Corte svizzera ha sottolineato che «Beny Steinmetz ha collaborato in maniera determinante al processo di corruzione» e ,lo ha condannato a 5 anni di prigione e al risarcimento di 50 milioni di franchi svizzeri per aver pagato quasi 10 milioni di dollari in tangenti a Mamadie Touré, la quarta moglie del defunto presidente della Guinea, Lansana Conté. Un patto corruttivo che aveva consentito alla BSGR di ottenere nel 2006 le licenze minerarie di uno dei più grandi giacimenti di ferro del mondo: la miniera di Simandou. L’avvocato di Beny Steinmetz, Marc Bonnant, ha annunciato che farà appello contro la sentenza.

La causa è stata intentata dall’ONG svizzera anti-corruzione Public Eye e ha gettato una luce dura sul funzionamento interno della corruzione internazionale, con uno dei paesi più poveri del pianeta sullo sfondo. Ha mostrato come l’uso abusivo dei paradisi fiscali renda più facile coprire le attività illegali negli stati con governance e normative deboli. Per nascondere schemi corrotti, BSGR ha fatto ricorso a accordi opachi, organizzati da Ginevra tramite una società di consulenza, Onyx Financial Advisors. Sempre sul banco degli imputati, il suo ex direttore è stato condannato a 2 anni di sospensione e ad una richiesta risarcitoria di 50mila franchi per aver “consentito l’istituzione del regime corruttivo”. Un’altra figura emblematica di questo tipo di attività: l’intermediario della BSGR in Guinea, un francese che fu il contatto privilegiato di Mamadie Touré, intanto riceve 3,5 anni di carcere e un debito compensativo di 5 milioni di franchi. Estremamente raro, i giudici condannano quindi oggi a Ginevra tre diversi “anelli” nella catena della corruzione, fino al vertice.

Public Eye saluta la determinazione del sistema giudiziario di Ginevra, che non è stato accecato dalle cortine di fumo, per quanto spesse possano essere, e dalle evasioni. Questo verdetto invia un segnale forte all’intero settore delle materie prime, che è altamente esposto a rischi di corruzione. Tuttavia, non dovrebbe oscurare l’estrema difficoltà per i pubblici ministeri svizzeri e stranieri nell’indagare su casi così complessi. Se la Svizzera non è stata oggi un paradiso di impunità, deve fare i passi necessari per smetterla domani, agendo a monte. Per evitare tali scandali, la legge svizzera sul riciclaggio di denaro (LBA) deve coprire gli atti relativi alla creazione, gestione o amministrazione di società, trust e fondazioni, in particolare da parte di avvocati. . Anche la pubblicazione dell’elenco dei titolari effettivi delle imprese nei registri di commercio svizzeri è essenziale. È giunto il momento che le autorità svizzere colmino le lacune legislative che facilitano le pratiche predatorie, a scapito delle popolazioni povere nei paesi ricchi di risorse naturali.

E sul banco degli imputati c’erano anche altri due imputati. Come è andata lo racconta Public Eye <, cominciando da quando, il 14 aprile 2013, Frédéric C. un francese di Antibes, fu inviato in aereo a Jacksonville, in Florida, per una missione importante: incontrare Mamadie Touré per convincerla a sbarazzarsi dei documenti compromettenti che possedeva.  Nelle intercettazioni dell’incontro tra il faccendiere francese e la quarta mogli del presidente della Guinea si legge: «Dobbiamo trovare un posto per sopprimerli, per distruggerli, per distruggerli completamente, per bruciarli (…). Tutto quello che ti sto dicendo viene direttamente da Beny (…). Se dici di sì a loro è fatta (…), hai un problema molto grande, non un problema piccolo, un problema molto molto grande». E  Frédéric C. consiglia alla Touré di mentire alla giustizia Usa, altrimenti la BSGR le scatenerà contro una guerra giudiziaria. Ma la moglie del Presidente aveva un microfono nascosto e l’FBI le aveva già concesso lo status di testimone protetto. La conversazione si concluse con l’irruzione degli agenti dell’FBI è l’intimazione: «In piedi! Mani dietro la schiena!».

Fortunatamente Mamadie Touré   aveva ben conservato i documenti compromettenti come un’assicurazione sulla vita e sono stati al centro del processo-evento svizzero.

Public Eye lo descrive come «Un vero e proprio tuffo nei meccanismi della corruzione internazionale, con sullo sfondo la Guinea, uno dei Paesi più poveri del pianeta. I suoi favolosi giacimenti di ferro e bauxite, ancora non sfruttati, suscitano da decenni i feroci appetiti di diversi grandi gruppi minerari».

Dopo 7 anni di indagini, il pubblico ministero di Ginevra ha stabilito che tra il 2006 e il 2012, Mamadie Touré, la quarta moglie del potente guineano Lansana Conté – al potere tra il 1984 e il dicembre 2008 – aveva ricevuto quasi 10 milioni di dollari in bustarelle per facilitare l’attività della BSGR che, tra il 2006 e il 2010 ottenne 20 permessi di prospezione e poi di sfruttamento dei mega giacimenti di ferro Simandou e Zogota, nella Guinea sud-orientale.

Nel luglio 2008, il presidente Conté, praticamente in agonia, firmò un decreto che toglieva al colosso minerario anglo-australiano Rio Tinto – presente in Guinea dagli anni ’90 – le concessioni che aveva nei blocchi 1 e 2 di North Simandou e a dicembre le aveva datealla  BSGR, il 51 % di queste concessioni minerarie venne ceduto nel 2010 alla multinazionale mineraria brasiliana Vale, per 2,5 miliardi di dollari. Un bel guadagno visto che la BSGR aveva investito solo 170 milioni di dollari. Un colossale guadagno fatto  sulle spalle del popolo della Guinea.

Ma, cosa estremamente rara, le tre figure emblematiche di questo caso sono finite tutte sul banco degli imputati- Infatti a rispondere delle loro malefatte a Ginevra, oltre a Steinmetz, Frédéric C. (che ha già scontato 22 mesi di carcere negli Usa), c’era anche la fedelissima amministratrice della BSGR Sandra M. H.

Nella sua frequisitoria la procuratrice Caroline Babel Casutt ha detto: «E’ un caso da manuale in termini di corruzione. Un romanzo».

Un storia intricata, contenuta in  250 raccoglitori pieni zeppi di e-mail, contratti, memorandum d’intesa e verbali. Che «Raccontano tutta la storia della corruzione in Guinea, anche se alcune delle operazioni volte a coprire il patto corruttivo sono estremamente complicate».

Il pm Claudio Mascotto ha ricostruito  il percorso degli 8,5 milioni di dollari arrivati ​​sui conti di Mamadie Touré a Miami e Conakry, la capitale della Guinea, oltre ai 2 milioni che dice di aver avuto  in contanti. Tutte gtangenti mascherate da accordi e società di copertura, con false fatture che venivano prodotte con il pretesto di acquisti di zucchero e macchinari da costruzione, noleggio di uno yacht o contratti di consulenza vari.

E a far girare tutto il meccanismo era Sandra MH: «A Ginevra, l’affabile cinquantenne era direttrice della Onyx Financial Services SA. Installata in un piccolo ufficio nella zona franca dell’aeroporto, prima da sola, poi circondata da due segretarie, gestiva tra le 200 e le 400 aziende di BSG e la sua filiale mineraria BSGR», dove riceveva ed elaborava circa 200 e-mail al giorno, spiega Public Eye.

Al processo Sandra MH ha detto di non ricordare nulla e che incontrava Beny Steinmetz solo tre o quattro volte l’anno per «prendersi cura della sua collezione d’arte e del suo appartamento di Ginevra» e che era addirittura rimasta sorpresa quando il magnate la aveva invitata al matrimonio di sua figlia, Comunque dice di non essere stata a conoscenza degli affari guineani.

Ma Public Eye fa notare che «E’ stata Sandra MH a vendere nell’ottobre 2005 a Fréderic C. e ai suoi due soci Michaël Noy e Avi Lev Ran una società chiamata Pentler Holding Ltd (BVI), che è diventata il principale schermo di corruzione. E quando, il 20 febbraio 2006, BSGR Guinea – una filiale di BSGR – ha offerto 17.65 % del suo capitale a Pentler, con la promessa di un bonus di 19,5 milioni di dollari, ufficialmente come ricompensa per i lavori che sarebbero stati fatti in Guinea, non si è insospettita. Lo stesso giorno BSGR Guinea e Repubblica di Guinea hanno firmato il memorandum d’intesa che, pochi mesi dopo, ha aperto le porte all’ottenimento dei primi permessi».  E’ grazie a questo accordo che Mamadie Touré – tramite la sua società Matinda – dal 2007 deteneva il 33 % delle azioni di Pentler e una partecipazione gratuita del 5 % nel futuro progetto BSGR di Simandou. Sandra MH ha cercato di dire che tutto è avvenuto a sua insaputa, che era distratta: «Ero responsabile di molte aziende e non ho prestato attenzione». La PM, esterrefatta le ha, chiesto: «E se fossero stati spacciatori di droga o terroristi? Come amministratore le non controllava niente».

Al processo Beny Steinmetz  ha cercato di presentarsi come un semplice “consigliere” della BSGR, del tutto estraneo a questa vicenda. Ma lui  e la sua famiglia sono gli unici beneficiari di Balda, una fondazione discrezionale e irrevocabile registrata in Liechtenstein a metà degli anni ’90 dall’avvocato Marc Bonnant,. Balda possiede tutte le società nella galassia BSG. Legalmente parlando, il magnate franco-israeliano non è l’amministratore o l’azionista di nessuna società, e non svolge alcun ruolo operativo all’interno del gruppo. La sua unica funzione sarebbe quella di fornire consigli “strategici” e svolgerebbe il ruolo di ambasciatore del gruppo. Anche se ha ammesso  di aver incontrato negli ultimi anni  «Un centinaio di presidenti, primi ministri e ministri».

Steinmetz, con un’invidiabile faccia di bronzo  ha assicurato di non essere stato informato del dossier guineano, uno dei più colossali affari minerari del mondo, fino alla primavera del 2008, quando BSGR stave per soffiare, grazie alle tangenti, i permessi di Rio Tinto. BSGR Guinea   era è anche in difficili trattative per acquistare  la famosa quota del 17,65 % di Pentle. Solo allora Beny sarebbe stato chiamato in soccorso e a marzo è stato firmato un accordo per 34 milioni di dollari. Secondo l’accusa, quella transazione è servita per produrre  fondi necessari per pagare le tangenti a Mamadie Touré.

Perché una parte di questa somma versata a Pentler nel 2010 – 22 milioni di dollari – è stata menzionata nei conti della BSGR sotto la voce “acquisto di un’acciaieria a Baku”, la capitale del lontanissimo Azerbaigian? E perché questo pagamento non è compreso nel contratto firmato nel 2010 con il colosso minerario Vale?

Steinmetz ha risposto secco: «Non lo so» evoicando una improbabile ma comoda “muraglia  cinese” che avrebbe eretto tra lui e gli affari del gruppo. Ma il suo jet privato era a Conakry proprio il 20 febbraio 2006, il giorno in cui furono firmati quattro contratti, compreso quello tra Pentler e Mamadie Touré che, sotto giuramento, negli Usa ha affermato che «Beny Steinmetz aveva incontrato il presidente Conté due volte nel 2006, prima che gli affari della BSGR in Guinea decollassero».  Steinmetz ammette solo un incontro, sotto un baobab, nel 2008, con  il presidente che stava morendo e sostiene di aver appreso solo dopo dell’esistenza della  «sua amante» Mamadie Touré, che secondo lui racconta «molte bugie». Ma il  procuratore Caroline Babel Casutt gli ha fatto notare la grande coerenza della ex first lady della Guinea, corroborata da numerosi documenti. Ed è spuntata una e-mail inviata a Beny Steinmetz il 18 settembre 2007 da Asher Avidan, direttore della BSGR Guinea, ce lo informava che presto avrebbe incontrato alcune persone chiave:  «La lady  e il presidente». Chi è la lady?  « Non lo so, non mi riguarda», ha risposto Steinmetz al procuratore Yves Bertossa non ha mancato di ironizzare su queste «disinteresse» e ha aggiunto: «Sappiamo che Mamadie ha ricevuto un importo di circa 10 milioni, ma è stato per magia, è la magia della corruzione, tramite il consiglio di amministrazione, i manager, i partner».

Ma Beny Steinmetz non ci sta a lopassare per corruttore, preferisce atteggiarsi a benefattore, filo-africano, che dà a chi non le possiede i mezzi per sfruttare le ricchezze. Il problema è che il popolo della Guinea non ha mai raccolto i frutti di questi incredibili affari tra i suoi governanti e le multinazionali minerarie.

Frédéric C. non ha certo dato una mano a chiarire il fosco quadro di questa sporca vicenda: Il faccendiere francese era un venditore di pannolini e prodotti farmaceutici in Africa che ha deciso di entrare nel business minerario in Guinea, incrociando subito gente potente, come Ibrahima Sory Touré che, alla fine del 2005, lo ha presentato alla sorella Mamadie Touré. Il francese l’ha ritratta come «Una sorta di strega che viveva in una casa fatiscente e  sacrifica regolarmente polli e animali, anche mucche. Anni luce di distanza dall’idea che si possa avere della moglie di un presidente».  Un tentativo di far passare Mamadie Touré come una narratrice che non sarebbe mai stata sposata con Lansana Conté e che quindi non poteva in alcun modo essere qualificata come  «pubblico ufficiale straniero». Ma il suo passaporto diplomatrico la qualifica come moglie del presidente della Guinea e, una settimana dopo averla conosciuta, Frederic C. ottenne il suo primo colloquio con il presidente e nel gennaio 2006 il secondo in compagnia di un rappresentante della BSGR.

All’inizio di febbraio 2006 BSGR ricevette i primi permessi di esplorazione a Simandou. Pentler Holdings, la società BVI di Frédéric C, viene premiata, come concordato, con il 17,65 % del capitale della BSGR Guinea, con la promessa di un bonus di 19,5 milioni di dollari per l’ottenimento di altri titoli minerari a Simandou.

Questo per quanto riguarda la versione ufficiale, perché l’accusa ritiene che questo meccanismo finanziario sia stato costituito soprattutto per pagare tangenti.

Frédéric C. dice di aver lavorato duramente in Guinea, prendendosi anche la malaria a Conakry  e di aver lasciato la Guinea alla fine del 2006 e di non sapere niente di quel che è successo dopo. Ma nell’autunno del 2011, quando Alpha Condé, il nuovo presidente della Guinea, lanciò un’offensiva contro la BSGR, tornò di corsa in servizio. Public Eye spuega ancora: «Il grande studio legale DLA Piper, collegato a Georges Soros, è incaricato di svolgere un audit sulle circostanze dell’arrivo di BSGR in Guinea. Stiamo già parlando di corruzione. Avvocati e investigatori privati ​​sono agitati. Frédéric C. si appassiona del dossier, presumibilmente di sua iniziativa e con la prospettiva di ricevere una piccola remunerazione dalla BSGR. Con l’esito che sappiamo: un disastroso viaggio in Florida dove è finito come un agnello in bocca al lupo».

La fine (per ora della vicenda) vede la condanna di  Steinmetz, della direttrice amministrativa della società BSGR a due anni di prigione con la condizionale e alla restituzione di 50.000 franchi, mentre Frédéric C. è stato condannato a altri 3 anni e mezzo di prigione e dovrà pure restituire 5 milioni di franchi.

L’accusa si ritiene soddisfatta della sentenza, anche se la sua linea non è stata accolta completamente dai giudici. La difesa ha già annunciato che farà ricorso contro la sentenza.

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  • BSGR and the former Guinean President's wife