Lo studio al centro del progetto “Beyond the landfill 4.0” di Sei Toscana, Scapigliato e Acea
Aires, dagli alberi una nuova soluzione per depurare il percolato di discarica
Mairaghi: «Siamo convinti che questa nuova tecnica possa rappresentare una svolta, perché è molto più sostenibile sia a livello ambientale che economico»
In Toscana sta prendendo forma un nuovo modo di gestire il percolato di discarica, grazie al progetto “Beyond the landfill 4.0” promosso da Sei Toscana, Scapigliato e Acea Ambiente nell’ambito del contratto di rete Aires (nato esattamente un anno fa e che conta oggi la collaborazione di 17 tra le migliori utility, centri di ricerca, società di servizio e gestori di impianti a livello toscano e nazionale), e cofinanziato dal Mise e dalla Regione Toscana per un investimento complessivo da 16 milioni di euro.
«Siamo convinti che questa nuova tecnica possa rappresentare una svolta importante, una volta trasferita in ambito industriale – spiega Marco Mairaghi in qualità di ad di Sei Toscana, capofila di Aires – perché è molto più sostenibile sia a livello ambientale che economico. I costi infatti sono molto più contenuti rispetto alle tecniche di bonifica convenzionali. Il risultato inoltre ha un valore ecologico e estetico nettamente superiore che comporta anche un maggiore gradimento da parte dei cittadini».
Dal punto di vista scientifico il progetto sta acquisendo grande solidità, come testimonia la ricerca
Willow and poplar for the phyto-treatment of landfill leachate in Mediterranean climate appena pubblicata sulla rivista scientifica peer review Journal of environmental management a firma dei ricercatori Pnat, lo spin-off dell’Università di Firenze fondato dal neurobiologo vegetale di fama internazionale Stefano Mancuso.
L’obiettivo è quello di smaltire grazie agli alberi il percolato che nasce dall’infiltrazione d’acqua nella massa dei rifiuti – o dalla decomposizione degli stessi – presenti in discarica; ad oggi il pecolato è uno dei residui liquidi più difficili da depurare sia per il carico inquinante che per la sua variabilità nel tempo: generalmente la sua depurazione avviene prevalentemente all’esterno delle discariche che lo inviano, con autocisterne, a impianti autorizzati al trattamento. Il tutto con costi molto elevati, sia da un punto di vista economico che ambientale.
Beyond the landfill 4.0 punta a una strada diversa, trovando nuovi alleati in alberi come faggi e salici: la tecnologia adottata nel nuovo impianto sperimentale sfrutta l’azione di piante arboree a crescita veloce e dei microrganismi associati per eliminare, contenere e rendere meno tossiche le sostanze inquinanti che si trovano nell’ambiente. In altre parole le piante vengono irrigate con una miscela di acqua e percolato che verrà così assorbito attraverso le radici ed eliminato naturalmente dall’azione delle piante stesse.
Un progetto radicato in Toscana, in tutti i sensi: la sperimentazione dell’impianto per la fitorimediazione del percolato, iniziata nel 2017 presso la discarica di Terranuova Bracciolini gestita da Csai – anch’essa membro di Aires – è attualmente in corso presso la discarica chiusa di Cornia, nel comune Castelnuovo Berardenga (Siena).