Altro che bonus vacanze patriottiche, l’Italia ha il dovere di disegnare un turismo diverso

Città d’arte congestionate, divertimentifici di massa, assalto ai patrimoni naturali: dobbiamo rassegnarci a che tutto torni come prima pur di riprenderci la rendita del "Bel Paese"?

Un lungo e bell’articolo del New York Times[1] di qualche settimana fa descriveva Venezia al suo risveglio dopo il lockdown: una città migliore, riconquistata dai propri abitanti (“l’ultima occasione di vedere Venezia solo per noi”), impaurita dall’ipotesi di un ritorno al passato, pronta a protestare contro nuove ipotesi di sviluppo turistico legato alle crociere. Nelle parole di un intervistato, un Gattopardo rovesciato: “niente cambia se non si cambia nulla”.

E questo è il problema, di cui ancora una volta Venezia è paradigma. Cambiare il turismo? Lo scenario è dominato da una fretta scomposta a fare ripartire ad ogni costo la “macchina” senza nessun serio tentativo di proporre una visione per il futuro. A parte il solito stucchevole richiamo alla “bellezza” e alle vacanze patriottiche, non c’è visione nelle misure proposte dal Governo né nelle schede del piano Colao né nelle ordinanze di molte Regioni. Per quanto azzoppati, corriamo verso la restaurazione: tutto dimenticato dunque? La congestione nelle città d’arte, gli assembramenti delle spiagge ridotte a palcoscenico del divertimentificio di massa, lo stesso scandalo globale di Venezia, l’assalto ai patrimoni naturalistici? Dobbiamo rassegnarci a che tutto ritorni come prima pur di riprenderci quel fragile 13% del Pil che costituiva la rendita del “Bel Paese”?

In un esercizio realizzato dal think tank Vision[2] (a cui chi scrive ha avuto l’opportunità di contribuire) si è cercato di ragionare esattamente all’opposto, partendo dall’assunto che il turismo pre-Covid avesse molti e ben noti problemi di qualità, competitività e sostenibilità e che quindi oggi noi abbiamo l’opportunità – e il dovere – di disegnare un turismo che non riproduca quei problemi. Il rapporto che ne è risultato propone allora, e non sorprendentemente, una lista di azioni che trova purtroppo scarso riscontro in quelle ufficiali.

Per quanto riguarda la gestione di questa fase, dobbiamo così, verosimilmente, rassegnarci ai buoni fiscali per le vacanze 2020. Si tratta di un intervento molto consistente (un impegno di spesa stimato da Il Sole 24 Ore[3]  attorno di 2,4 miliardi di euro su 3 miliardi di interventi) per un sostegno del tutto congiunturale alla domanda turistica nazionale. Più che legittimi sono i dubbi sulla sua efficacia (un intervento complesso dal punto di vista procedurale di cui dovrebbero avvantaggiarsi le fasce più deboli della popolazione, come se il digital divide non esistesse), ma è certa la sua assoluta indifferenza rispetto alle esigenze di ristrutturazione e di riconversione dell’industria turistica. E invece sarebbe il momento di parlare ad esempio di formazione del personale o di piani per rispondere all’insorgere eventuale (ma purtroppo non improbabile) di focolai.

Soprattutto sarebbe questo il momento di parlare di investimenti per l’ammodernamento di strutture alberghiere, ristoranti,terme, musei etc, che, nel rispondere alle nuove e non temporanee esigenze di igiene, facciano fare un vero salto di qualità all’offerta turistica. Quanti investimenti si potrebbero sovvenzionare con quei 2,4 miliardi bruciati per acquietare qualche lobby? E sarebbe anche il momento di sostenere un grande sforzo di innovazione, organizzativa e tecnologica (esiste anche un turismo “4.0”!).

L’obiettivo è di proporre al mercato internazionale, che si riaprirà a partire dal 2021, destinazioni più “smart” ed una nuova generazione di prodotti turistici, nel segno di una sostenibilità che – nell’opinione dei più – sarà il più solido fondamento della competitività. Commenta uno degli interlocutori veneziani del New York Times: “Il tipo di persone che si attraggono a Venezia dipende da ciò che gli si offre”.

[1]https://www.nytimes.com/2020/06/03/world/europe/coronavirus-venice-tourists.html

[2]https://www.thinktank.vision/it/le-nostre-idee/le-sfide-globali/vision-contro-covid19-le-proposte

[3]https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2020/06/29/bonus-vacanze-digitale/