Il progetto verrà presentato domani a Verona, presso il Polo didattico G. Zanotto

Amici di penna e dell’ambiente: Italia e Colombia investono nelle nuove generazioni

Cospe e Il carpino hanno lanciato un gemellaggio tra le scuole di Avesa (Verona) e le comunità UkumariKankhe

Nei giorni della Cop27, il “Summit di attuazione per il clima”, e delle critiche che sono state avanzate da diversi esponenti della società civile – ad esempio circa la sede della conferenza, sulla presenza di Coca-Cola come sponsor, sul numero ridotto di donne (7 su 110) – prendiamo nota che le parole più dure sono venute da Greta Thunberg, che ha deciso che quest’anno non sarà presente alla conferenza mondiale per il clima.

Eppure i giovani, ed in generale le nuove generazioni, sono il gruppo maggiormente coinvolto dalle conseguenze del cambiamento climatico, e dunque dalle decisioni che vengono prese dai leader mondiali in materia di misure per contrastarle.

Cospe fa della salvaguardia dell’ambiente e della lotta al cambiamento climatico una delle sue sfide primarie. Coerentemente alla sua missione, lavora in diversi paesi del mondo per fornire le conoscenze e gli strumenti necessari perché la crisi ambientale in cui ci troviamo possa essere arginata. È in questo ambito e in quello della Campagna Amazzonia (anche questa centrale nel dibattito della Cop27 di quest’anno) che Cospe, insieme all’aps Il carpino di Verona ha lanciato un progetto di “Gemellaggio tra le scuole di Avesa (Verona) e le comunità Ukumari Kankhe” in Colombia.

Il gemellaggio ha come scopo quello di favorire la reciproca conoscenza, il dialogo e la collaborazione fra l’associazione veronese, che gestisce il Fondo Alto Borago di Verona, e le associazioni che rappresentano il popolo Cofán in Colombia, impegnate a preservare il patrimonio culturale e naturalistico dei loro territori e delle loro comunità.

Il gemellaggio, facilitato da Cospe, le Autorità politiche Ukumari e il gruppo Radici dei diritti dell’Università di Verona, vede come protagonisti il Centro etnoeducativo della riserva UkumariKankhe e, ad oggi, tre istituti scolastici. In questo modo il progetto garantisce un rapporto di scambio continuativo anno dopo anno fra studenti, sul quale i docenti possono lavorare in orario scolastico. Italia e Colombia: due aree geograficamente distanti e socialmente e ambientalmente molto diverse.

Cari amici della Colombia, siamo i bambini della classe 5a di Avesa. Avesa è un paese che si trova a nord ovest di Verona, una città nel nord d’Italia. Abbiamo saputo quello che avete fatto per il vostro ambiente: avete avuto tanto coraggio nel salvare l’ambiente naturale in cui vivete, vi stimiamo molto per aver dato valore alla madre terra. Abbiamo un po’ di domande per voi…”.

La prima lettera dei bambini e delle bambine delle elementari di Avesa indirizzata agli studenti e studentesse della comunità di UkumariKanke, nella regione del Putumayo in Colombia, inizia così. Una piccola presentazione, alcuni disegni e tanta curiosità da parte di chi, a 10 anni, cerca di immaginare la vita dei propri coetanei in un contesto tanto lontano e diverso.

Quella degli UkumariKankhe, popolo Cofán, è una delle grandi nazioni indigene dell’Amazzonia, diffusa da secoli tra Ecuador e Colombia, rappresentata oggi da poco più di 2500 persone impegnate a sopravvivere, a custodire la propria terra e a mantenere e trasmettere la propria cultura. Tra gli scopi del gemellaggio c’è infatti quello di far conoscere alle giovani generazioni le implicazioni locali e globali della deforestazione ed incentivare la loro partecipazione alla tutela del patrimonio naturalistico e culturale. Ma anche di sviluppare solidarietà con i difensori e le difensore dei diritti dell’ambiente e delle comunità indigene, che in Colombia sono impegnate in una lotta durissima, mettendo in gioco la propria vita.

Tra le domande più frequenti poste dai ragazzi e dalle ragazze “Come vi sentite quando vogliono portarvi via il vostro ambiente”? Rispondono dal cuore della foresta: “Ci sentiamo male perché ci stanno portando via qualcosa di sacro. Siamo arrabbiati perché ci stanno rubando qualcosa che ci appartiene di diritto. Dobbiamo trovare il modo per proteggere il nostro territorio perché è la vita di tutti gli indigeni”.

Parole che si spera rimarranno impresse nei i bambini e nelle bambine di Avesa e che si spera un giorno possano raggiungere, anche attraverso di loro, coloro che si trovano ai vertici dei processi decisionali e che decidono del futuro del Pianeta, del nostro futuro e soprattutto del loro.

Il progetto di gemellaggio verrà presentato sabato 19 novembre all’evento “Guardiani del Territorio in Val Borago come in Amazzonia” a Verona presso il Polo didattico G. Zanotto. I partner e le scuole partecipanti ci mostreranno le diverse attività e iniziative che stanno svolgendo per aumentare la consapevolezza e lo sviluppo della solidarietà con i difensori dell’ambiente e delle comunità locali e rafforzare la strategia “guardiani del territorio” per la conservazione, protezione e difesa del territorio e della diversità bio-culturale.