Bonifiche ferme nei Sin della Toscana: serve un Osservatorio a tutela dei cittadini

Caligiore: «Non è più rinviabile la sua istituzione, col duplice compito di informare la cittadinanza e stimolare gli organi decisori»

È necessario accendere un faro per poter seguire, illuminandola in continuazione, lo stato dell’arte dei quattro Siti di interesse nazionale (Sin) presenti in Toscana.

La situazione in cui versano i Sin toscani (Massa e Carrara, Livorno, Piombino e Grosseto-Orbetello), necessiterebbe di costanti e dettagliati aggiornamenti sull’avanzamento dei lavori di bonifica in essere e programmati, comprensivi delle eventuali criticità riscontrate, in modo che i cittadini e soprattutto i residenti siano messi nella condizione di poter conoscere e di conseguenza essere participi sull’evoluzione dei lavori di bonifica, molti dei quali invece risultano fermi e spesso addirittura ancora mai iniziati.

Il lasso di tempo trascorso dal loro riconoscimento e dalla successiva perimetrazione supera il ventennio (ad esempio, il Sin di Piombino venne istituito con decreto del ministro dell’Ambiente del 10 gennaio 2000) ed appare, dunque, lecito chiedere alle autorità competenti per materia a che punto siamo arrivati con le pertinenti operazioni di messa in sicurezza e bonifica.

Quest’attività di comunicazione non solo è importante per informare i cittadini, ma assume particolare rilievo per i profili sulla salute delle persone che, anche solo potenzialmente, potrebbero subire effetti negativi dovuti all’esposizione o alla vicinanza in queste aree a rischio.

A titolo esemplificativo, si riporta la tabella sottostante, ricavata dal portale del ministero dell’Ambiente e relativa ai Sin toscani: le informazioni riportate si limitano a richiamare i provvedimenti di istituzione dei singoli Sin.

Nel settore relativo allo stato delle procedure per la bonifica, il cui ultimo aggiornamento reperibile in rete risalirebbe al dicembre 2022, si riporta a titolo di esempio il Sin di Livorno, evidenziato nelle due mappe riportate in photogallery e dalle quali risulta realmente difficoltoso – per il lettore sprovvisto di strumenti tecnici e conoscitivi affinati – poter ricavare informazioni utili alla comprensione non solo di quello che è stato già compiuto per la messa in sicurezza e la bonifica delle aree contaminate, ma soprattutto in relazione alla programmazione degli interventi pianificati e che verranno sviluppati nell’arco del prossimo-medio futuro.

In conclusione, non è più rinviabile l’istituzione di un Osservatorio toscano col duplice compito di informare la cittadinanza sullo stato di avanzamento dei lavori di bonifica e stimolare gli organi decisori centrali e territoriali, nonché le società private cui compete intervenire per realizzare le opere in oggetto: a distanza di oltre un ventennio, non è più scusabile che possa esserci un ritardo di queste proporzioni.