Cospe porta il Sud America a Bologna, col “Terra di tutti film festival”

I lavori del fotografo Alessandro Cinque e del giornalista Stefano Liberti al centro degli appuntamenti in agenda venerdì 6 e sabato 7 ottobre

“Il colonialismo non è finito!”, ha detto l’attivista ambientalista Berta Caceres pochi mesi prima di essere uccisa nella sua casa, nel marzo del 2016.

Un grido che risuona ancora oggi. Negli ultimi anni infatti la corsa alle materie prime a basso costo, la spinta ad una crescita economica illimitata, le politiche inique dei governi e le ingerenze delle multinazionali nei vari Paesi dove si istallano, sono ancora all’ordine del giorno: estrattivismo, inquinamento, distruzione della biodiversità. Pratiche irresponsabili che insieme ai cambiamenti climatici stanno mettendo in ginocchio migliaia di persone e creando grandi conflitti politici e sociali.

In questo scenario la resistenza e la lotta di attivisti e popolazioni locali nel pretendere il rispetto dei propri diritti ambientali e umani occupa uno spazio fondamentale: la Terra è fonte di vita e di identità per molti popoli e continua a essere loro sottratta per interessi economici a beneficio di pochi.

Durante l’incontro Sud America: terra di tutti?, organizzato da Cospe nell’ambito del “Terra di tutti film festival” (in agenda venerdì 6 ottobre ore 20.00 al cinema Lumière di Bologna, via Azzo Gardino 65), il fotografo Alessandro Cinque, vincitore del World press photo 2023 nella categoria di storie dal Sud America, ci accompagnerà in un’esperienza visiva con i suoi screening off “Il prezzo della terra” e “Ecuador: forte come il caffè” per discutere del fenomeno del land-grabbing e dello sfruttamento minerario in Perù, Bolivia ed Ecuador.

I due reportage fotografici accendono i riflettori sui devastanti impatti – ambientali, sociali, economici e di genere – di questi soprusi ma raccontano anche la resistenza di donne e uomini che, attraverso la cura del proprio territorio, riescono ad arginare l’avanzamento delle economie predatrici, salvaguardando i territori ancestrali e rifiutandone l’impoverimento.

Nel corso dell’evento le fotografie di Cinque dialogano con i temi e le immagini di Rejeito, film di Pedro de Filippis, creando così un racconto corale delle persone protagoniste di battaglie quotidiane per la difesa dei loro diritti.

Cospe continua poi a parlare di diritti negati in tutto il mondo col giornalista Stefano Liberti (sabato 7 ottobre ore 18, sempre al cinema Lumière). Liberti racconta gli impatti del cambiamento climatico nei contesti di conflitto in un viaggio fotografico e cinematografico attraverso lo screening off del foto documentarista Francesco Bellina e i cortometraggi Salgar e Waterfall Souls.

Solo dall’inizio del 2022 il Mozambico è stato colpito da cinque cicloni e tempeste tropicali che si sono scaraventate sui settori nord del Paese. Migliaia le famiglie coinvolte, inclusi rifugiati e sfollati interni che hanno dovuto abbandonare le proprie case per l’escalation di violenze: soltanto uno, quello della provincia ormai ribattezzata “Cabo dimenticato”, dei contesti in cui la crisi climatica aggrava la situazione di chi è già estremamente vulnerabile.

In occasione dell’incontro sarà possibile ascoltare le testimonianze delle comunità afro e cofàn dell’Amazzonia colombiana dove Cospe ha attualmente due progetti sulla salvaguardia della foresta e il sostegno alle comunità locali. Intervengono insieme a Stefano Liberti: Eleonora Migno (responsabile della campagna AMAzzonia, Cospe) e Cintia Guajajara (leader indigena brasiliana).