Cultura indigena e ambiente, un rapporto inscindibile
In Colombia il territorio dà quello di cui le persone Cofan hanno bisogno, e le persone Cofan vogliono proteggere il territorio: Cospe punta a dare ai giovani gli strumenti per farlo, puntando sul turismo sostenibile
Pablo Iván Puerres Criollo, 34 anni, è coordinatore del progetto Liderazgo Juvenil di Cospe e parte della comunità indigena Cofan; il progetto, incentrato sul turismo sostenibile, si sviluppa nelle regioni colombiane del Putumayo e de Nariño, caratterizzate da un conflitto armato durato più di 50 anni.
Povertà, emarginazione sociale e assenza dello Stato, sono solo alcune delle sfide che la Colombia si trova ad affrontare come paese. Il continuo perpetuarsi di violenze interne (legate a gruppi armati legati alla coltivazione e la commercializzazione di sostanze illecite), di attività di deforestazione e di estrazione, mettono a rischio non solo l’equilibrio ambientale di questi territori, ma anche e soprattutto le popolazioni rurali, ed in particolare le comunità etniche.
Cospe, conscio del valore del territorio e della cultura Cofan, ha fatto sì che il progetto si strutturi in funzionalità di queste ultime. «Il nostro popolo ha un vissuto culturale che la maggior parte della popolazione non conosce – ci spiega Pablo – Con questo progetto vogliamo diffondere il nostro modo di esistere ed implementare un’attività economica lecita, da poter estendere ad un maggior numero di famiglie per creare una catena di economia sostenibile».
Pablo dà molta importanza all’ambiente in cui vive e che lo circonda, all’armonia tra uomo e natura e proprio per questo è una risorsa fondamentale per il proprio Paese. I giovani sono infatti spesso costretti ad emigrare a causa delle poche prospettive future (spesso legate alla coltivazione di coca), mettendo a rischio l’equilibrio sociale, economico e ambientale, nonché la stessa coesione sociale, in quanto indebolisce le capacità di governance sul territorio delle comunità etniche, fondate sulla trasmissione di saperi e tradizioni.
Pablo si dice preoccupato di questa progressiva erosione culturale: «Il popolo Cofan è in via d’estinzione. Stiamo perdendo parte dei nostri usi e dei nostri costumi, della nostra lingua materna, delle nostre pratiche culturali e spirituali. Quel che vogliamo è proteggere la relazione che c’è tra i Cofan ed il territorio».
Il rapporto tra popolo Cofan e ambiente è un rapporto speciale, che si fonda sul rispetto e su uno scambio, di risorse e di protezione: il territorio dà quello di cui le persone Cofan hanno bisogno, le protegge, e le persone Cofan vogliono proteggere il territorio. Per farlo, però, è necessario che le nuove generazioni siano coinvolte in questo processo, proprio come Pablo. Il progetto di Cospe ha come obiettivo proprio questo: fornire gli strumenti necessari perché i giovani possano contribuire alla creazione di un sistema economico sostenibile e, al tempo stesso, alla salvaguardia dell’ambiente e della propria cultura di appartenenza.
Parte di un gruppo di dieci giovani (la cui età va dai 17 ai 35 anni), Pablo vuole dimostrare che tutto ciò è possibile; riporta l’entusiasmo e la speranza dei suoi compagni, rinvigoriti dal supporto che stanno ricevendo all’interno del progetto e dagli adulti Cofan coinvolti nella rivalutazione del loro territorio, devastato dalle coltivazione di coca.
La mancanza di appoggio dello stato colombiano ha costretto per lungo tempo le comunità indigene ad adattarsi ad una modalità di guadagno illecito e di sfruttamento delle risorse ambientali che non gli apparteneva. Con questo progetto, Pablo vuole dimostrare alle altre comunità che esiste un’alternativa, compatibile con l’ambiente e con il territorio e che possa rafforzare la cultura indigena: «Abbiamo molta voglia di cominciare, è una scommessa molto grande, abbiamo molte aspettative, ma sappiamo che dobbiamo camminare passo dopo passo per poter proporre la nostra offerta turistica ad un pubblico nazionale ed internazionale».