Riparte la campagna informativa “Legalità e trasparenza. È meglio che i cittadini sappiano”

Ecco come viene gestito il biogas di Scapigliato: da rischio climatico a fonte rinnovabile

«I risultati delle analisi di rischio sanitario-ambientale fino ad oggi acquisiti hanno dimostrato che non sussistono criticità per la salute umana»

Dopo una prima uscita in primavera dedicata alla gestione del percolato di discarica, Scapigliato srl – società pubblica soggetta a direzione e coordinamento del Comune di Rosignano Marittimo, attiva nell’economia circolare – sta tornando a distribuire casa per casa la seconda puntata della campagna informativa Legalità e trasparenza. È meglio che i cittadini sappiano, dedicata stavolta al biogas.

Insieme al percolato, il biogas rappresenta infatti uno dei principali fattori d’impatto ambientale legati alla gestione di una discarica controllata e autorizzata a smaltire rifiuti speciali non pericolosi, come nel caso di Scapigliato.

È la presenza di scarti biodegradabili tra i rifiuti smaltiti a Scapigliato – in diminuzione con la progressiva diffusione della raccolta differenziata dell’organico, che a sua volta verrà convogliata nel biodigestore anaerobico in realizzazione a Rosignano – a produrre naturalmente biogas, un gas ricco di metano e dunque con un importante effetto climalterante; altro elemento problematico è determinato dall’impatto odorigeno del biogas, che contiene sostanze (come l’idrogeno solforato, H2S) che possono provocare maleodoranze anche a bassissime concentrazioni, pressoché irrilevanti dal punto di vista sanitario.

Anche al di fuori della discarica i rifiuti organici, decomponendosi, produrrebbero gas serra, che verrebbe liberamente rilasciato in atmosfera: all’interno della discarica invece è possibile controllare questo processo, captando gran parte del biogas e limitando dunque l’impatto sul clima.

«A Scapigliato – spiegano dalla società – il controllo del biogas prodotto dalla degradazione anaerobica dei rifiuti avviene oggi attraverso un complesso sistema che si compone di circa 300 pozzi che, collegati ad un sistema di aspirazione forzata, mantengono in costante depressione il corpo della discarica. I pozzi sono collegati ad una rete che convoglia il biogas verso l’impianto di cogenerazione». Il metano contenuto nel biogas, bruciando, viene dunque convertito in CO2 che ha un impatto climalterante circa 20 volte inferiore.

In questo modo il biogas diventa una fonte energetica rinnovabile e CO2 neutrale (in quanto proveniente dalla naturale degradazione di rifiuti organici) producendo ogni anno circa 25 milioni di kilowattora di elettricità. Che la società ha deciso, ormai da tempo, di mettere a disposizione del territorio locale.

«Grazie all’iniziativa Scapigliato energia, dal 2019 – continua la campagna informativa – viene resa disponibile a condizioni agevolate a tutte le famiglie e imprese nei Comuni di Rosignano Marittimo, Santa Luce, Orciano Pisano e Castellina Marittima. Attualmente sono oltre 1.600 i contratti attivati dalle famiglie e dalle imprese in questi territori, con fasce differenziate di sconto che vanno dal 20% al 100% della componente energia, a seconda della lontananza dall’impianto».

Solo nell’anno della pandemia i contratti stipulati da cittadini e imprese con Scapigliato energia sono triplicati, e l’esperienza sembra destinata a crescere ancora: «Nei prossimi mesi le fasce di sconto si incrementeranno ulteriormente, e la distribuzione di energia elettrica sarà estesa a numerosi altri Comuni del territorio».

A crescer sarà anche la capacità di captazione del biogas di discarica, che oggi si ferma a «circa il 75%» di quello prodotto nella discarica Scapigliato. Una buona efficienza per la tipologia d’impianto, ma le possibilità di migliorare ci sono, facendo leva sull’innovazione. Grazie alla collaborazione con due start-up toscane (Exe Engineering e Zerynth), la società sta infatti introducendo un unicum a livello nazionale, ovvero soluzioni tecnologiche che impiegando l’Internet of Things (IoT) possano accrescere il rendimento complessivo di captazione; il progetto esecutivo è pronto è la fase di test inizierà «in autunno», mostrando quale incremento d’efficienza sarà lecito attendersi.

È chiaro che non si potrà arrivare al 100% della captazione del biogas, ma la società sta già concretizzando un piano per tendere alle emissioni nette zero con Scapigliato alberi: «Verranno forniti gratuitamente al territorio e ai suoi cittadini circa 250mila olivi e quasi 60mila arbusti per compensare tutte le emissioni di gas serra – ovvero 1.195.000 ton.di CO2eq – generate dal Polo impiantistico sin dalla sua nascita nel 1982». L’individuazione dei terreni per piantumazioni è già partita tramite bando a inizio luglio, e oltre 15mila olivi sono già stati richiesti dalla cittadinanza.

Ma in attesa che queste migliorie vengono implementate, com’è possibile sapere se l’attività della discarica è pericolosa o meno per la salute umana o ambientale? L’impianto di Scapigliato è regolarmente autorizzato ad operare secondo i dettami dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata dalla Regione Toscana nel 2019, ed è regolarmente sottoposto a controlli da parte delle autorità preposte, in primis l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat).

La società stessa è inoltre impegnata in un monitoraggio in continuo dei propri impatti sull’ambiente. «Per controllare la qualità dell’aria presente all’interno e intorno al Polo di Scapigliato – conclude la campagna informativa – è stata collocata sull’impianto una centralina per il monitoraggio in continuo di quei parametri caratteristici del biogas. I dati registrati dalla centralina vengono verificati costantemente, oltre che dall’azienda, anche dall’autorità di controllo (Arpat, Asl, ecc.). In discarica sono, inoltre, permanentemente eseguite analisi a campione volte a verificare la presenza di sostanze potenzialmente inquinanti. A questo fine, proprio perché è il biogas che può trasportare sostanze critiche verso l’esterno dell’impianto, con una frequenza biennale, che contiamo di far diventare annuale, viene prodotta, da parte di una società specializzata indipendente, l’analisi di rischio sanitario ambientale.

L’analisi di rischio è un’analisi che si sviluppa su di un’area di circa 100 km quadrati, al centro della quale si trova Scapigliato. Tale procedura permette di valutare la presenza di rischio sanitario per la popolazione che vive in un raggio di 10 km dall’impianto. La procedura prevede l’effettuazione di analisi chimiche finalizzate all’identificazione di sostanze potenzialmente nocive all’interno del biogas e la modellizzazione delle emissioni al fine di calcolare la concentrazione in aria, ovvero l’esposizione cui sono soggetti gli abitanti della zona.

I risultati delle analisi di rischio fino ad oggi acquisiti hanno dimostrato che non sussistono criticità per la salute umana».