Ecosocial forum a Milano, un richiamo all’attenzione per la comunità internazionale

La grande marcia per la giustizia climatica del 2 ottobre, organizzata nell’ambito della pre-Cop 26  (30 settembre –2 ottobre) ha visto tra i protagonisti anche Cospe insieme a tante associazioni della società civile.

In vista dei negoziati sulla questione climatica che si terranno tra fine ottobre e metà novembre in Scozia in occasione della Cop26 di Glasgow, tra il 28 settembre e il 2 ottobre, sullo sfondo di iniziative promosse da YouthCop e preCop, una decina tra associazioni, enti, movimenti sociali e organizzazioni raccolti nella Climate open platform hanno infatti organizzato a Milano l’Ecosocial forum: una settimana di iniziative, dibattiti e confronti sul tema della giustizia climatica e socialeper richiedere revisioni più consapevoli dell’Accordo di Parigi del 2015 e nel tentativo di dare una forma più attenta e attuale ai nuovi negoziati e che si è conclusa che si è concluso con una grande e pacifica manifestazione: «Intendiamo contribuire alla costruzione di una giustizia ambientale e sociale portando la nostra pratica di transizione ecologica e sociale, il nostro impegno per la promozione dell’agroecologia come strumento di lotta e adattamento al cambiamento climatico, la voce dei popoli dell’Amazzonia e dei paesi nei quali operiamo», dichiara Eleonora Migno, responsabile area Mobilitazione e raccolta fondi di Cospe.

In particolare, dall’assemblea conclusiva dell’Ecosocial forum, è nata la Dichiarazione per il futuro, un documento che raccoglie le intenzioni e i desideri ma anche le problematicità attuali da proporre e da mettere sul tavolo in occasione dell’incontro in Scozia e di cui Cospe è firmatario.

Nel documento si è voluto infatti evidenziare come la crisi climatica incida anche su questioni quali diritti umani, risorse naturali rinnovabili, il mondo del lavoro, quello della transizione energetica e dell’economia ma anche quello accademico e di formazione. Per evitare una crisi sempre più drammatica e una sua diramazione nei settori elencati, è necessaria una consapevolezza maggiore di quanto le conseguenze della crisi climatica ricadranno sulle risorse naturali e, per effetto spillover, anche sui soggetti più vulnerabili che se ne prendono cura, sulle lavoratrici e sui lavoratori comportando modifiche consistenti all’interno delle società, tra i potenziali nuovi migranti e sulle opportunità nel mondo del lavoro.

Cospe si unisce quindi alle voci della Climate open platform  per contribuire a costruire un percorso che faccia sentire la voce di chi vuole dare un futuro diverso per il nostro pianeta. È un invito a ripensare ai processi di transizione a partire dalle crisi sistemiche che le comunità stanno vivendo. I cambiamenti devono essere multidimensionali e comprendere i rapporti con la natura e con il quotidiano, ma anche con il sistema politico, socio- economico e delle relazioni internazionali.